L'ira sciita contro Riad per l'imam ucciso
L'Arabia Saudita innesca un nuovo violentissimo scontro settario tra sciiti e sunniti che infiamma il Medio Oriente. Tutto comincia a Riad con un numero di esecuzioni capitali record - ben 47 - tra cui quella di un noto religioso sciita, Nimr al Nimr, l'uomo che nel 2011 aveva cercato di portare nella Provincia orientale, l'unica a maggioranza sciita, gli ideali della primavera araba. Un atto che scatena la rabbia dell'Iran e le proteste delle fazioni sciite in Iraq, Libano, Yemen e Bahrein e in molti altri Paesi musulmani.
E così a Teheran viene presa d'assalto l'ambasciata saudita e la polizia iraniana arresta 40 manifestanti, mentre a Mashad, nel nord dell'Iran, viene incendiato il consolato. Riad convoca l'ambasciatore iraniano accusando Teheran di "sponsorizzare il terrorismo". Nella periferia di Manama, capitale del Bahrein, scoppiano scontri tra manifestanti sciiti e polizia.
La Guida suprema iraniana Ali Khamenei invoca la "vendetta divina" su Riad e scrive sul suo sito web: "Senza dubbio l'illegittimo spargimento di sangue di questo martire innocente avrà un effetto rapido e la vendetta divina si abbatterà sui politici sauditi". L’ayatollah parla di "errore politico" del governo saudita, sottolineando che sottolineato che l'imam al-Nimr non aveva né invitato la gente ad armarsi, né aveva preparato complotti segreti: "L'unica cosa che ha fatto è stata quella di criticare pubblicamente" il regime. E, rivolto ai Paesi occidentali 'alleati' dell'Arabia Saudita: "Perché non hanno detto nulla coloro che affermano di sostenere i diritti umani? Perché coloro che pretendono di sostenere la democrazia e la libertà supportano questo governo saudita?".
Anche il presidente iraniano iraniano Hassan Rohani condanna l'esecuzione dello sceicco al-Nimr, affermando che è un atto che "viola i diritti umani e i valori islamici". In un tweet Rohani porge anche le sue condoglianze alla famiglia del religioso e al mondo islamico.
Intanto gli Stati Uniti esortano tutti i leader del Medio Oriente a "raddoppiare gli sforzi" per disinnescare le tensioni."Riaffermiamo il nostro invito al governo saudita a rispettare e proteggere i diritti umani e a garantire procedimenti giudiziari equi e trasparenti",afferma John Kirby, portavoce del Dipartimento di Stato Usa in un comunicato. Sulla stessa lunghezza d'onda una nota diffusa del ministero degli Esteri francesce.
Anche il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon si è detto "profondamente turbato" dalle esecuzioni capitali in Arabia Saudita e ha invitato "tutti i leader della regione a lavorare per evitare che le tensioni settarie vengano esacerbate".