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Ucraina, Yermak, il super-consigliere e tagliatore di teste' lascia l’incarico. "Vado al fronte" - Zelensky nomina Umerov capo delegazione per la pace
Ucraina: Zelensky, 'il compito di Umerov sarà trovare con gli Usa un modo per finire guerra'

Rustem Umerov - foto Lapresse
Ucraina: Zelensky nomina Umerov capo delegazione pace al posto di Yermak
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha nominato Rustem Umerov a capo della delegazione ucraina per i negoziati di pace, in sostituzione di Andriy Yermak. Lo riferiscono i media ucraini. Segretario del Consiglio nazionale di sicurezza e difesa dell'Ucraina, Umerov ha ricoperto in passato il ruolo di ministro della Difesa del governo di Kiev
Ucraina: Zelensky, 'il compito di Umerov sarà trovare con gli Usa un modo per finire guerra'
''Il Segretario del Consiglio per la Sicurezza Nazionale e la Difesa dell'Ucraina e capo della delegazione ucraina, Rustem Umerov, è già in viaggio verso gli Stati Uniti con la sua squadra'' e il suo ''compito è chiaro: individuare rapidamente e in modo sostanziale le misure necessarie per porre fine alla guerra''. Così il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha confermato su 'X' di aver nominato l'ex ministro della Difesa Umerov a capo del team negoziala al posto di Yermak. ''L'Ucraina continua a collaborare con gli Stati Uniti nel modo più costruttivo possibile e ci aspettiamo che i risultati degli incontri di Ginevra vengano ora elaborati negli Stati Uniti'', ha aggiunto Zekensky. ''Attendo con interesse il rapporto della nostra delegazione al termine dei lavori di domani. L'Ucraina sta lavorando per una pace dignitosa. Gloria all'Ucraina!'', ha concluso il presidente ucraino.
Ucraina: Yermak, 'vado al fronte, sono una persona perbene'
L'ex capo dell'ufficio presidenziale ucraino Andriy Yermak è pronto ad andare ''al fronte'' a combattere contro i russi dopo essersi dimesso dal suo incarico, travolto dallo scandalo corruzione che sta interessando il Paese. Lo scrive il New York Post in esclusiva, annunciando di aver ricevuto un messaggio dall'ex braccio destro del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. "Vado al fronte e sono pronto a qualsiasi rappresaglia", ha dichiarato Yermak al New York Post, "sono una persona onesta e perbene". Non specificando quando sarebbe partito e annunciando che non avrebbe più risposto a richiesta di commento, Yermak ha poi detto al giornale che "ho servito l'Ucraina ed ero a Kiev il 24 febbraio", giorno in cui la Russia ha lanciato la sua guerra su vasta scala. "Forse ci rivedremo. Gloria all'Ucraina", ha aggiunto. "Sono stato screditato e la mia dignità non è stata tutelata, nonostante sia a Kiev dal 24 febbraio - ha detto - Non voglio creare problemi a Zelensky, andrò al fronte''.
Ucraina: chi è Andriy Yermak, il 'tagliatore di teste' alleato di Zelensky dai tempi della tv
Andriy Yermak, nato a Kiev il 21 novembre 1971, è stato per anni il braccio destro del presidente Volodymyr Zelensky, considerato la seconda figura più influente dell’Ucraina negli anni della guerra. Laureato in diritto internazionale all’Università Taras Shevchenko, ha iniziato la carriera come avvocato specializzato in proprietà intellettuale e diritto commerciale, prima di passare ai media e al cinema, fondando la Garnet International Media Group e diventando membro delle accademie del cinema ucraina ed europea. L’incontro con Zelensky nel 2011 - quando l'attuale presidente era produttore generale per l'emittente Inter - ha segnato il suo ingresso in politica, fino alla nomina a capo dell’Ufficio presidenziale nel 2020.
Soprannominato il "Green Cardinal" da Politico per il ruolo influente svolto dietro le quinte e per le apparizioni pubbliche quasi esclusivamente in tenuta militare, Yermak era noto anche come il "vicepresidente non ufficiale" e come il "tagliatore di teste" di Zelensky, per aver rimosso funzionari critici o rivali sulla gestione del conflitto.
Durante l’invasione su larga scala della Russia, ha coordinato operazioni presidenziali, negoziati internazionali e programmi umanitari ("Grain from Ukraine" e "Bring Kids Back Ua" per i bambini deportati), guidando delegazioni ucraine negli Stati Uniti, presso la Nato e altri partner internazionali. Ha promosso sanzioni contro Mosca e sostenuto tutti gli sforzi di pace di Zelensky, ricevendo riconoscimenti internazionali, tra cui il titolo di una delle 100 persone più influenti del mondo da Time nel 2024.
Figura controversa soprattutto in patria, Yermak è stato criticato per il suo stile autoritario e per aver monopolizzato l’accesso a Zelensky, suscitando sfiducia tra parte della popolazione e dei parlamentari. Dopo aver guidato la scorsa settimana la delegazione ucraina alle discussioni a Ginevra sul piano di pace di Donald Trump, nelle ultime ore si è dimesso in seguito a indagini per corruzione nel settore energetico, collaborando pienamente con le autorità; Zelensky lo ha ringraziato per il contributo patriottico, sottolineando l’avvio di un "reboot" dell’Ufficio presidenziale.
Scossa ai vertici ucraini: perquisito l’uomo più potente accanto a Zelensky, Yermak si dimette
L’inchiesta sulla corruzione colpisce i vertici dell'Ucraina. Andriy Yermak, capo dello staff e uno dei più stretti collaboratori del presidente Volodymyr Zelensky, si è dimesso dopo le perquisizioni effettuate nella sua casa dalle agenzia anticorruzione nazionali. Yermak è stato sinora protagonista dei colloqui con gli Stati Uniti nella ricerca di una soluzione negoziale alla guerra con la Russia.
Il messaggio di Zelensky
È stato lui, una settimana fa, a guidare la delegazione ucraina a Ginevra nel vertice con il segretario di Stato americano Marco Rubio. "La Russia vuole che l'Ucraina commetta errori. Non ne faremo. Se perdiamo la nostra unità, rischiamo di perdere tutto: noi stessi, l'Ucraina, il nostro futuro. Dobbiamo rimanere compatti, voglio che nessuno abbia dubbi sull'Ucraina oggi. Quindi, abbiamo adottato decisioni interne: innanzitutto, ci sarà un reset dell'Ufficio del Presidente dell'Ucraina. Il capo dell'ufficio, Andriy Yermak, ha inviato una lettera di dimissioni", ha detto Zelensky nel suo consueto messaggio televisivo.
L'uragano corruzione su Kiev
Yermak inizialmente non ha rilasciato dichiarazioni pubbliche. Su Telegram, nel corso della giornata, ha confermato il raid delle agenzie anticorruzione e si è detto pronto a "collaborare pienamente" con le autorità. "Gli investigatori non stanno incontrando alcun ostacolo. Hanno avuto pieno accesso all'appartamento e i miei avvocati sono sul posto, stanno interagendo con le forze dell'ordine", ha affermato. L'operazione non è stata ufficialmente motivata.
Le perquisizioni, però, arrivano a due settimane dall'avvio di una dirompente inchiesta sulla corruzione legata alle infrastrutture energetiche del paese. La vicenda ha già portato alle dimissioni di due ministri, Svetlana Grinchuk e German Galushenko. Anche un imprenditore vicino a Zelenskyy, Timur Mindich, è stato coinvolto nello scandalo.
Gli effetti sui negoziati
Con le perquisizioni a casa di Yermak l'effetto del caso - regolarmente stigmatizzato dalla Russia nelle ultime settimane - rischia di essere dirompente. Yermak, secondo la testata statunitense Axios, nel weekend avrebbe dovuto volare negli Stati Uniti, per l'esattezza a Miami, per incontrare Steve Witkoff, l'inviato speciale di Donald Trump, e Jared Kushner, genero del presidente.
Con Yermak fuori gioco, l'Ucraina perde un elemento di primissimo piano nei contatti con gli Stati Uniti, che premono su Kiev per ottenere il sì al piano elaborato da Trump: Kiev sinora ha provato e parzialmente è riuscita ad ottenere modifiche alla versione originale documento, considerato da Zelensky e dai suoi partner occidentali troppo favorevole alla Russia.
I prossimi giorni saranno cruciali nel percorso diplomatico. Zelensky si appresta a scegliere il nuovo capo dello staff, destinato a interloquire a breve con gli Stati Uniti. In settimana, a Mosca, Vladimir Putin attende una delegazione americana. Sarà con ogni probabilità Witkoff a portare al Cremlino il piano che dovrebbe costituire la base per ulteriori trattative.
