Esteri
La campana della fine sembra suonare per Nicolas Maduro
I venezuelani all’estero pronti a rientrare
Solo persone poco informate, o in malafede o politicamente ‘annebbiate’ possono sostenere il Governo di Nicolas Maduro in Venezuela.
Basta essere in un qualsiasi paese dei Caraibi e parlare con i tanti venezuelani che sono stati costretti a fuggire dal loro paese per rendersi conto che la dittatura è stata ed è una delle pagine più brutte e drammatiche sulla scena internazionale. Ora questi stessi venezuelani hanno le valige in mano e sono pronti a rientrare appena cadrà il Governo di Maduro.
Un paese che vive sopra un’oceano di petrolio è ora ridotto alla fame, con un’economia disastrata e un’inflazione di tal livello da far sembrare la Repubblica di Weimar quasi una barzelletta.
Maduro al capolinea. Quasi tutto il mondo contro
Finalmente dopo l’ennesimo colpo di pazzia del dittatore (voluto alla guida del Venezuela dal precedente leader Ugo Chavez) una finta autoproclamazione a leader, fino al 2025, senza elezione alcuna, qualcuno ha avuto il coraggio di opporsi e allo scoperto si è autoproclamato Presidente ad interim.
Questo qualcuno è Juan Guaidò , il giovane capo del partito di opposizione che con la sua mossa a sorpresa ha portato dalla sua buona parte della Comunità Internazionale, da Stati Uniti all’Europa compresa.
Sempre a sorpresa Guaidò a bloccato i beni venezuelani all’estero per evitare che vadano nelle mani di Maduro e subito ha parlato alle Forze Armate che rappresentano il vero scoglio da superare, in quanto ancora fedeli al dittatore.
Maduro al capolinea. Gualdò parla alle Forze Armate
’Soldato venezuelano-ha esortato il giovane leader-parlo a te. Questo è il momento di porsi al lato della Costituzione, non è il momento della paura, non è il momento di voltarsi dall’altra parte. E’ il momento di muoversi verso una soluzione pacifica’. E poi con un appello forte e accorato ha detto ai militari’ di non sparare a quelli che in maniera trasparente, costituzionale si sono messi in gioco per difendere la tua famiglia, il tuo lavoro e il tuo paese’.
Mentre Guaidò parlava all’esercito in una maniera semplice ed onesta, Maduro, nella sede della 41 Brigata Blindata a Paracamay rispolverava la solita cantilena ricca di retorica usata in tutte le occasioni di difficoltà’ Il Comandante Chavez-ha urlato Maduro-è un soldato come voi e io mi sento soldato di questo esercito e di questa patria. Questi vogliono che le forze armate si convertano in golpisti. Voi siete golpisti?Siete pro imperialisti?’.
E chiudendo con un secco ‘ Traditori mai e leali sempre’. ‘ Nessuno ci pone alcun ultimatum ‘ ha chiuso il discorso mandando a quel paese tutte quelle elite, in testa l’Europa, che hanno chiesto libere elezioni.
Aldilà di questo ‘cinema’ propagandistico Maduro forse ha capito che il momento suo è giunto ed allora sembra cercare di non rompere totalmente le relazioni diplomatiche con gli Stati Uniti aprendo un ‘ufficio di interessi’ sia a Caracas che a Washington per trovare, in un mese, una via ufficiosa di accordo.
Ma la campana della fine sembra essere suonata per il Governo di Nicolas Maduro e soprattutto per la rinascita di tutto il Venezuela.