Merkel: furbizie teutoniche verso l'Italia di Renzi
La Merkel considera l’Italia un po’ come quelle famiglie del nord che hanno dei cugini a sud che considerano gonzi e non troppo svegli
Di Giuseppe Vatinno
La Merkel considera l’Italia un po’ come quelle famiglie del nord che hanno dei cugini a sud che considerano gonzi e non troppo svegli (e magari se ne vergognano anche un po’) e con cui si può esercitare l’arte della furbizia per spillargli beni e servizi e cavarsela con qualche battuta sul calcio ed una spaghettata quando si è costretti ad incontrarli. Ecco, questa forse la metafora più appropriata di come la cancelliera tedesca Angela Merkel considera gli italiani nella peggiore tradizione della sua stampa, come Der Spiegel, che sbattè in copertina una pistola con gli spaghetti:
La Merkel dunque, soprattutto dopo le ultime due batoste elettorali che le aprono un fronte a destra, corre ai ripari e fa fuori il premier Renzi dal recente vertice a due con l’improponibile Hollande e soprattutto vigila con attenzione che la cosiddetta “rotta dei Balcani” percorsa dalle moltitudini di migranti resti ben chiusa, anzi sigillata a costo di venire a patti con Erdogan che a sua volta tiene sotto scacco la Germania con la “bomba umana” sempre pronta ad essere sganciata via Grecia.
L’Italia, tanto per cambiare, è stata lasciata sola a gestire il problema grazie al famigerato Trattato di Dublino che impone accoglienza al Paese che i migranti raggiungono e alla morfologia peninsulare del suo territorio. Se a questo si somma la flessibilità economica che è utilizzata da Berlino per comandare il suo impero asburgico manganellando i sudditi riottosi come l’Italia il quadro è completo. Ma Renzi che guarda con apprensione l’avvicinarsi della consultazione referendaria sulle riforme del 4 dicembre ha fiutato il “pacco” e comincia a puntare i piedi e a scalciare, forte anche dell’appoggio Usa e di quello personale di Obama, che però è anatra zoppissima essendo ormai scaduto e non sapendo neppure se i Democratici ce la faranno contro il pragmatico Trump.
Il suo governo rischia molto un po’ per una situazione in cui lo stesso premier si è voluto impantanare -le riforme- e un po’ perché le forze populiste come la Lega di Salvini ma anche Fratelli d’Italia della Meloni sono sempre pronti a girarrostarlo sui temi dell’immigrazione su cui c’è una diffusa sensibilità pubblica. Renzi che sa molto di tattica ha già annunciato il raddoppio della quattordicesima, misure populiste al pari degli 80 € che rischiano di offuscare i progetti “alti” da padre della nuova costituzione. Nel frattempo il Paese implode sotto una gestione corrotta e parassitaria a cui ora fa pure da contraltare una evidente incapacità e impreparazione a governare, come l’esempio della Raggi a Roma sta a dimostrare.