Esteri
Orsini, Travaglio, Santoro: ecco chi sono i "Guerrapiattisti"
Perché deprecare la religione del pacifismo è necessario, ma non è sinonimo di deprecare tutti i pacifisti, neanche in ossequio al concetto di Resistenza
Orsini, Travaglio, Santoro, chi sono i "Guerrapiattisti": gli aedi del pensiero critico che si scontrano con quello dominante
Intanto lo diciamo subito, in maiestatis: la battuta del titolo non è nostra, la abbiamo “arrrubbbata dal UEBBBE” e ne ignoriamo il conio, ma è notevole. Ma chi sono i “Guerrapiattisti”? I Travaglio, i Santoro, gli Orsini e i tanti altri aedi del (sacrosanto) pensiero critico sono oggi additati come nemici del pensiero dominante, che vede la estrema semplificazione con la equazione invasore = colpevole + difensore = santo.
Ebbene sì, la guerra costringe ad idee semplici (spesso sbagliate) e sicuramente ad opzionare uno degli schieramenti, neutralità compresa. Ma veramente i pacifisti sono tutti dei poseur o degli stupidi che non afferrano il concetto elementare del diritto alla difesa (armata) dell'aggredito contro l'aggressore? Ebbene in effetti appena apre bocca un pacifista lo sentiamo di solito professare la sua versione del mondo che è, più o meno variabilmente la seguente:
A) ripudio la guerra tout court, a costo della morte (altrui di solito, ma anche mia, e degli altri che magari vogliono difendersi in fondo chissenefrega)
B) ammetto la legittima difesa ma non con le armi (a sputazze e bestemmie o al massimo a cerbottane coi bussolotti, ma senza il chiodo in cima)
C) ammetto la legittima difesa anche armata ma solo in teoria, perché devono prevalere le armi del dialogo e della diplomazia (nel frattempo quindi niente armi a chi si difende, si arrangi con quello che ha in dispensa o nel frigo, al massimo gli mandiamo le scatolette di tonno; una volta vuote le può anche lanciare contro i carri armati, sempre bestemmiando come un turco, quello sì).