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Esteri
Siria, allarme dei democratici Usa: "Trump non ha pensato ai rischi"

Allarme dei democratici Usa sull'attacco in Siria: "Possibile escalation"

Sebbene dopo il lancio dei missili ci sia stata una generale approvazione per l'iniziativa, i democratici hanno auspicato che non si agisse senza una discussione. Il leader della minoranza democratica al Senato, Chuk Schumer, e il suo corrispettivo alla Camera dei rappresentanti, Nancy Pelosi, hanno espresso il loro appoggio, ma hanno chiesto al presidente che si consulti con il Congresso per prendere misure sulla situazioni nel Paese mediorientale, soprattutto se sono di carattere militare. "Assicurarsi che quando (il presidente siriano Bashar) al Assad sappia che quando commette tali riprovevoli atrocita' paghera' un prezzo e' corretto", ha detto Schumer in un comunicato. Per suo conto, Pelosi, ha avvertito che "la crisi in Siria non sara' risolta da una notte di attacchi aerei", pero' ha osservato che l'attacco ordinato dal presidente e' "una risposta proporzionale all'uso delle armi chimiche da parte del regime".

Nelle ore precedenti, Politico aveva raccolto le posizioni dei Democratici. Il senatore Tim Kaine aveva detto: "Nel caso in cui si pensi ad una azione militare in Siria, il presidente dovrebbe fare quello che fece Obama e venire al Congresso". Un passo, invece, evitato; Trump ricordava bene che quando Obama prese in considerazione l'ipotesi di un intervento in Siria, il Congresso si rifiuto' di dargli il via libera. Nel 2013, lo stesso tycoon era contrario a intervenire e aveva twittato: "Il presidente dovrebbe avere l'approvazione del congresso prima di attaccare la Siria. Se non lo facesse, sarebbe un grave errore". Tra le altre voci contrarie, Politico riporta quella del senatore Ben Cardin, membro della commissione relazioni estere, secondo cui Trump avrebbe dovuto considerare Assad come criminale di guerra ed utilizzare le istituzioni internazionali per rimuoverlo. Duro anche il senatore Chris Murphy: "Lanciare bombe in un campo di guerra affollato potrebbe farci sentire grandi e forti, ma certamente non e' la risposta a quello che sta succedendo in Siria". L'attacco apre scenari imprevedibili. "Non e' chiaro se Trump abbia pensato alle conseguenze o se sia preparato ad affrontarle", ha commentato Philip Gordon, membro del Consiglio per le relazioni internazionali, tra i consiglieri di Obama per il Medioriente, che gia' nei giorni scorsi avvertiva sul pericolo di reazioni a catena. "I rischi di una azione militare sono piu' grandi ora di quanto non lo fossero allora, dal momento che gli attacchi per punire Assad probabilmente uccideranno i russi stazionati nelle basi siriane. E se Russia e Siria dovessero rispondere con una escalation contro l'opposizione o ancora contro i civili, il presidente e' preparato a rispondere a sua volta o fara' marcia indietro?"

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