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Esteri
Tokyo per la prima volta sarà governata da una donna

"Mette troppo rossetto", aveva detto qualcuno per screditarla in campagna elettorale. E in una società fortemente maschilista come quella giapponese era tutt'altro che scontato che riuscisse a vincere. Alla fine, però, gli oltre 11 milioni di residenti di Tokyo hanno espresso il loro voto e tra i 21 candidati - numero record - alla carica di governatore ieri hanno eletto Yuriko Koike: con oltre un milione di voti di distacco sul rivale Hiroya Masuda, sostenuto dal partito liberal-democratico del premier Shinzo Abe, è diventata così la prima donna a ricoprire questo importante incarico nella capitale giapponese. Una vittoria importante, ma non solo per il primato che segna. Sarà proprio Koike, infatti, a guidare la metropoli verso le prossime Olimpiadi del 2020.

Koike, 64 anni, laureata all'Università del Cairo, parla perfettamente inglese e arabo ed è scesa in campo come candidata indipendente, pur essendo un membro dello stesso partito liberal-democratico. Con la sua candidatura è mancata così una posizione unitaria all'interno della formazione politica che attualmente è al governo: era dal 1999 che due candidati aderenti allo stesso partito non si trovavano in competizione diretta. Forse proprio per la sua posizione esterna rispetto all'establishment, Koike è stata preferita dagli elettori, che chiedono con urgenza maggiore trasparenza all'interno della pubblica amministrazione. I due precedenti mandati di governatore, infatti, sono terminati prima della scadenza con dimissioni anticipate, a causa di scandali legati a donazioni poco trasparenti o all'uso improprio di fondi pubblici, come nell'ultimo caso di Yoichi Masuzoe.

Del resto, per la neo-governatrice di Tokyo il primato agguantato questa notte non è una novità: era già stata la prima donna a ricoprire la carica di ministro della Difesa nel 2007 ed è una delle tre donne attualmente in carica come governatore nelle 47 prefetture del paese. Koike, poi, è stata ministro dell'Ambiente nell'amministrazione dell'ex premier Junichiro Koizumi ed è nota proprio per le sue posizioni ambientaliste: durante la campagna elettorale, ha invitato tutti i suoi sostenitori a indossare qualcosa di verde e lei stessa si è fatta fotografare sempre con qualcosa di verde addosso. Non solo, Koike è anche un "falco" della linea dura contro il regime nord-coreano.

La neo-eletta è stata sostenuta nella sua corsa anche dalla società giapponese per la riforma dei testi di Storia, che promuove una nuova visione revisionista e nazionalista della storia giapponese, battendosi in particolare per minimizzare o mascherare i crimini di guerra e l'uso delle schiave del sesso da parte delle forze giapponesi nella Seconda guerra mondiale. Posizioni con cui Koike è sembrata essere in linea, visto che in passato aveva ribadito la necessità per il Giappone di "assumersi la responsabilità per il futuro, non di essere ossessionato dal passato".

Ora, comunque, le sue parole d'ordine per amministrare Tokyo sono maggiore limpidezza nella gestione del denaro pubblico, revisione del budget per le Olimpiadi 2020 e riduzione dello stipendio di governatore. Nella sua campagna Koike ha promesso di superare le carenze nel sistema di assistenza all'infanzia, aumentando il numero di asili in città, e di spingere per politiche a favore dellle donne, "in modo che uomini e donne possano ugualmente brillare a Tokyo".

Una sfida non semplice in un paese che ha ancora grossi problemi con le pari opportunità. Il World Economic Forum colloca il Giappone al 101° posto su 145 in una classifica sulla parità di genere. E solo il 9,5 per cento della Camera dei Rappresentanti è costituito da donne, secondo l'Unione interparlamentare. La condizione femminile nelle posizioni di vertice della società è stata messa in discussione negli ultimi anni. Le leggi vigenti, però, non consentono alle donne di succedere al trono nella dinastia imperiale. Così, la principessa Aiko, che sarebbe seconda nella linea di successione all'imperatore Akihito dopo suo padre, il principe ereditario Naruhito, rischia di rimanere senza titolo: se la legge non cambia, alla morte di Naruhito il trono andrà allo zio di Aiko, il principe Fumihito.

Ma per Koike il compito è delicato anche sotto altri punti di vista. La capitale giapponese produce un quinto del prodotto interno lordo della nazione, con un budget annuale superiore a quello di un paese come la Svezia. Tra gli impegni più rilevanti della neo-governatrice, quindi, ci sarà quello di rappresentare la città che prenderà il testimone da Rio. I giochi olimpici, infatti, sono considerati un volano per le prospettive di ripresa del paese, che è la terza economia mondiale e fa fatica a uscire da un un decennio di stagnazione. Nel riconoscere l'appello degli elettori al cambiamento, Koike ha promesso di organizzare "un comune al servizio dei cittadini come mai visto prima".

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