Esteri
Guerra, l'Ue corre in soccorso: prorogata di un anno la protezione temporanea dei rifugiati ucraini
Nel frattempo, i Paesi Ue iniziano già a lavorare ad una nuova raccomandazione per gestire in modo coordinato la fine della protezione una volta raggiunta la pace

Prorogata fino al 4 marzo 2027 la protezione temporanea per i rifugiati ucraini
Prorogata di un anno la protezione temporanea per i rifugiati ucraini, fino al 4 marzo 2027. La decisione, presa all’unanimità dei Paesi membri, è stata preannunciata dal commissario Ue Brenner e poi ufficializzata dai ministri degli Interni riuniti a Lussemburgo.
'Siamo stati informati della proroga dello status di protezione temporanea fino al marzo 2027: è molto importante fornire chiarezza ai cittadini ucraini e siamo molto grati all'Ue per questa decisione tempestiva', ha dichiarato il ministro ucraino per l'Unità nazionale Chernyshov. Ma non solo, la Commissione ha anche già stanziato la quinta tranche, del valore di 1 miliardo di euro, del prestito di assistenza macrofinanziaria a Kiev, riconfermando così l’Europa come il principale donatore dell'Ucraina dall'inizio della guerra di aggressione della Russia, per un totale complessivo di circa 150 miliardi di euro.
Dal marzo 2022, l'Ue ha, inoltre, aperto le porte ad oltre 4 milioni di rifugiati in fuga dal conflitto per mezzo della direttiva sulla protezione temporanea. Gli effetti temporanei della misura, già prolungati fino al 4 marzo 2026, saranno estesi di un ulteriore anno. Una decisione che ha avuto il sostegno unanime dei Paesi membri, come indicato dal Consiglio Ue, che nel frattempo starebbero già lavorando ad una raccomandazione per organizzare in modo coordinato l'uscita dalla protezione temporanea, una volta raggiunta "una pace giusta".
Tra i temi in esame vi sono il passaggio a nuovi status di soggiorno, il rientro graduale in Ucraina e una comunicazione più chiara delle proposte a disposizione dei rifugiati. Una linea di azioni caldeggiata anche dal ministro ucraino Chernyshov, che ha ribadito la necessità di prepararsi sin da ora con centri appositi ('unity hubs') nelle città europee, al fine di accompagnare coloro che decidono di tornare in Ucraina ed aiutare chi, invece, preferisce restare. L'inclusione verrà realizzata attraverso corsi di lingua, accesso al lavoro e percorsi di autonomia, secondo quanto indicato dal rappresentante di Kiev, affermando che gli ucraini "saranno un asset" nell'ottica dell'adesione all'Ue.