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Esteri
Usa, il libro ‘missile' contro Trump può diventare un boomerang

 

‘Fire and Fury’ il libro’ incendiario’ che parla della turbolenta Casa Bianca e del suo presidente, redatto dal giornalista Michael Wolff, sembra essere l’ultimo siluro, in ordine di tempo, sparato dai tanti detrattori di uno fra i Presidenti più’ discussi della storia americana.

Uscito da una settimana con grandissimo successo di pubblico ‘Fire and Fury’ vuole attaccare Donald Trump soprattutto dal lato della intelligenza e stabilita’ mentale.
Una serie di accuse ed aneddoti tutti concentrati a definire il Presidente un ‘instabile mentale’.

Secondo il giornalista l’obiettivo primario di Donald Trump non era di raggiungere la presidenza degli Stati Uniti ma di rafforzare in modo determinante il suo ‘brand’.
Nemmeno i suoi assessori avevano fiducia in lui.

‘Fire and Fury’. Una competizione per capire chi e’ Trump

In differenti interviste l’autore ha tenuto a sottolineare che ‘tutti dicono che il presidente e’ come un bambino, quasi un idiota, un imbecille. C’e’quasi una sorta di competizione per capire bene chi veramente e’ quest’uomo, che non legge, non ascolta e si muove, a caso, in tutte le direzioni.

Accuse molto generiche e troppo pesanti per non pensare che potrebbero essere state ‘create ad arte’ per tentare di abbattere il personaggio che nemmeno le più’ accurate indagini dell’Fbi e le migliori penne dei più’ importanti media americani non sono riuscite nell’obiettivo.

Ritornando sulla salute mentale del numero uno della Casa Bianca, Wolff ha ricordato che il suo stesso stratega , Steve Bannon, aveva sottolineato come ‘l’uomo aveva perso la testa’.
Ed ancora la stessa Hillary Clinton, certamente non disinteressata, in campagna elettorale aveva sostenuto che Trump non aveva una personalità’ adeguata a gestire un incarico cosi’ complesso e di cosi’ grande responsabilità’.

‘Fire and Fury’. Una mitragliata di accuse

E in questa ‘mitragliata’ di accuse ad alzo zero come non dimenticare il documento stilato e mandato al New York Times da una  quarantina di psicologi che mostravano preoccupazione per l’instabilità emozionale di Trump. Un’instabilità’ che lo renderebbe incapace di sostenere il ruolo che sta ricoprendo.

Una compilation di attacchi davvero troppo pesanti per essere credibili. Alla fine suonano come un’accusa di incapacita’ verso tutti quegli americani che lo hanno votato e lo stanno sostenendo. 
Non va dimenticato infatti che, al momento, il loro presidente e’ riuscito a fare molto di quello che aveva promesso in campagna elettorale. 
Tra queste promesse la prima riuscita e’ quella di fare grande l’America ( l’economia americana, cosi come la Borsa non hanno avuto spesso momenti di cosi  forte crescita ); la seconda e’ stata quella di impostare una riforma fiscale storica , diventata legge a fine anno.

A queste accuse scandalo Trump non ha ritardato la risposta. Via twitter ha sostenuto 'di essere non solo una persona intelligente ma un genio realmente stabile, un businessman di grande successo, una stella della televisione e soprattutto un Presidente degli Stati Uniti d’America’.

E per chiudere in bellezza lo stesso Trump, sempre con un twitt sosteneva che 'un anno di investigazioni continue ma senza alcun esito da parte dell’FBI sopra possibili collusioni con la Russia durante il processo elettorale hanno mostrato il grande inganno verso tutti gli americani. E dopo un anno di continue fake news  a senso unico da parte dei media ora si sta cercando di utilizzare il vecchio manuale di Ronald Reagan, quello della salute mentale e dell’intelligenza’.

La verità’ e’ che l’uomo, nel bene e nel male, avanza come un carro armato, con la consapevolezza di avere dalla sua i tanti americani che lo hanno votato e hanno creduto alle sue promesse in campagna elettorale. Promesse che, a ben vedere, sono state mantenute. 
Ecco perché’ questo libro appare come un ulteriore tentativo di far cadere l’uomo democraticamente eletto con accuse strumentali. E ammantato da questa consapevolezza potrebbe diventare un boomerang che può’ ritornare pesantemente sul collo di tutti coloro che ancora non sono riusciti ad accettare, dopo un anno, un risultato di voto democraticamente espresso.

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