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Esteri
Usa, sulle elezioni ritorna la minaccia degli hacker russi e cinesi
LaPresse

Ed ecco puntuale ritornare, dopo quattro anni, il fantasma russo sulle elezioni presidenziali americane. 

Facebook e Twitter hanno comunicato di avere chiuso diversi account falsi con informazioni dirette a votanti democratici e di estrema sinistra. La cancellazione è avvenuta dopo gli avvisi dell’FBI che aveva riscontrato anomalie sui molti profili. 

L’operazione è collegata alla 'Internet Research Agency', un’impresa con sede a San Pietroburgo. La stessa agenzia è stata al centro delle ingerenze russe durante i comizi elettorali nel 2016 per cercare di favorire, secondo l’Intelligence americana, l’attuale Presidente.

La notizia rivelata dai due giganti tecnologici potrebbe confermare che l’Agenzia russa stia ripetendo l’azione di disturbo realizzata quattro anni fa. Per quanto conosciuto fino ad ora il livello dell'operazione, sembra essere sensibilmente inferiore a quella delle precedenti elezioni presidenziali. Nel 2016 infatti le pubblicazioni di origine russa raggiunsero i 126 milioni di utenti Facebook e gli account creati su Twitter superarono i 2.700.

In questo caso l’Agenzia russa ha pubblicato contenuti con fake in 13 account falsi in Facebook e due pagine sulla rete social con 14000 followers che leggevano le notizie di un portale chiamato 'Peace Data'. L’attività di 'Peace Data’, cominciata nell’ottobre del 2019, si limitava a condividere articoli di differenti media. Poi, a marzo, l’Agenzia ha cominciato a produrre articoli in proprio in inglese che venivano condivisi su Facebook come Socialisti Democratici, Progressisti contro il Neoliberalismo e Partiti Progressista.

Un esempio di questa attività è successo a metà agosto con un articolo titolato ’Il ticket Biden-Harris è la sintesi di come la sinistra occidentale cederà al populismo della destra’. In pochi minuti il pezzo su FB è stato letto da oltre mille persone.

Sempre secondo FB e Twitter 'Peace Data' avrebbe utilizzato immagini per creare profili falsi di tre ‘editori’ allo scopo di legittimare le notizie pubblicate. La maggior parte degli articoli in inglese ed anche in arabo parlavano di conflitti armati, capitalismo, razzismo e interventi militari dell’Occidente.

Secondo l’indagine i russi avrebbero pagato i redattori circa 60 euro a pezzo. E per questo cercavano ‘scrittori’ direttamente dai profili di twitter, dove avevano 3000 followers e pagine di offerte di impiego come UpWork.com e Guru.com.

L’Intelligence americana aveva già messo in guardia il Governo che la Russia e altri Paesi, in primis la Cina, stavano operando per interferire nelle elezioni di novembre.

Su questo tema Donald Trump è sempre stato molto tiepido nel riconoscere l’ingerenza russa sul voto , e in ogni caso ha sempre rimarcato che la sua vittoria non ha avuto niente a che vedere con queste ‘interferenze’. Ma di fronte a queste evidenze non ha potuto più chiudere gli occhi. Adesso il suo obiettivo è di evitare il voto per posta, che ritiene facilmente aggredibile da atti fraudolenti. La verità è, invece, che il voto per posta ha sempre favorito i democratici.

 

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