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Esteri
Virus cinese, i morti salgono a nove: rischio epidemia. Casi anche in Usa

Virus cinese, 9 morti e 440 casi. Rischio epidemia

Sale a 9 il bilancio delle vittime del virus cinese simile alla Sars mentre il numero di casi accertati nel Paese sale a 440. "C'è la possibilità di una mutazione virale e di una ulteriore diffusione della malattia", ha avvertito il vice ministro Li Bin della Commissione sanitaria nazionale cinese, durante una conferenza stampa. La Commissione ha annunciato misure straordinarie per contenere la diffusione del virus, con centinaia di persone in viaggio in Cina per le festività dell''anno lunare'. La Sars, tra il 2002 e il 2003, uccise quasi 800 persone. Il nuovo virus, con focolaio nella città cinese di Wuhan, è stato individuato anche in altri Paesi asiatici (Thailandia, Corea del Sud, Giappone e Taiwan) mentre gli Stati Uniti hanno confermato ieri il primo caso. Oggi c'è in programma una riunione straordinaria dell'Organizzazione mondiale della Sanità per stabilire se il virus rappresenta un'emerge globale.    

Virus Cina: Taiwan chiede inclusione in Oms dopo primo caso

La presidente di Taiwan, Tsai Ing-wen, chiede all'Organizzazione Mondiale della Sanita' di non escludere l'isola "per ragioni politiche", all'indomani della conferma del primo caso di paziente affetto nel Paese da polmonite da coronavirus. "Taiwan e' in prima linea nella prevenzione globale di malattie infettive", ha detto in un incontro con i giornalisti a Taipei, e l'Oms "dovrebbe avere spazio per la partecipazione di Taiwan". Tsai ha anche chiesto a Pechino di essere "aperta e trasparente" riguardo al nuovo coronavirus, che ha colpito 440 persone provocando nove morti e di "condividere "pienamente e accuratamente" le informazioni sull'evolversi della situazione. Nel 2017, a Taiwan venne negato l'accesso alla World Health Assembly, l'organo decisionale dell'Oms, e da allora non ha piu' potuto partecipare agli incontri, della cui esclusione l'isola ritiene responsabili pressioni politiche da parte di Pechino sull'agenzia delle Nazioni Unite.

Virus cinese, Nord Corea verso divieto di ingresso ai turisti

La Corea del Nord valuta di chiudere temporaneamente i confini per evitare l’arrivo di turisti stranieri, in gran parte cinesi, come precauzione contro la diffusione del coronavirus all’origine della polmonite virale che ha infettato 440 persone e provocato nove morti. Lo riferiscono i maggiori tour operator specializzati nei viaggi nel Paese, la Young Pioneer Tours, e la Koryo Tours. Quest’ultimo tour operator, citato dall’agenzia France Presse, dichiara di essere stato informato che la decisione è in fase di considerazione e che una decisione definitiva è prevista per la giornata di oggi. Già nel 2003, la Corea del Nord decise di chiudere i propri confini per tre mesi sul timore della diffusione dell’epidemia di Sars. 

Virus cinese, Thailandia: sale a quattro il numero dei contagiati

Le autorità thailandesi hanno segnalato due nuovi casi di polmonite di Wuhan, portando a quattro il numero di infezioni nel Paese del nuovo coronavirus, che ha già causato nove morti in Cina. L'ultimo caso è stato quello di una donna thailandese di 73 anni che recentemente è tornata dalla città cinese di Wuhan, l'epicentro della malattia, ha detto in un comunicato il ministero della sanità thailandese.    Un cinese, il cui caso è stato scoperto al suo arrivo in Thailandia domenica, si trova al Centro per le malattie infettive di Bamrasnaradura, a nord di Bangkok. Gli altri due pazienti, sia donne che turisti cinesi, sono stati rilasciati e sono tornati nei loro paesi d'origine, ha detto il ministero.     

La Thailandia, come altri paesi della regione, ha attuato una serie di misure nei principali aeroporti internazionali del Paese per monitorare i voli dalla Cina. La città centro-orientale di Wuhan, con una popolazione di 11 milioni di abitanti e dove sono stati registrati tutti i 9 decessi, è l'epicentro dell'epidemia di un nuovo tipo di coronavirus (2019-nCov) che provoca quella che è ormai nota come "polmonite di Wuhan" e che, hanno avvertito le autorità sanitarie cinesi lunedì, si diffonde anche per contatto umano. Oltre alla Thailandia e alla Cina, sono stati confermati casi anche in Giappone, Corea del Sud e Stati Uniti.

Virus cinese, Taiwan chiede inclusione in Oms dopo primo caso

La presidente di Taiwan, Tsai Ing-wen, chiede all’Organizzazione Mondiale della Sanità di non escludere l’isola “per ragioni politiche”, all’indomani della conferma del primo caso di paziente affetto nel Paese da polmonite da coronavirus. “Taiwan è in prima linea nella prevenzione globale di malattie infettive”, ha detto in un incontro con i giornalisti a Taipei, e l’Oms “dovrebbe avere spazio per la partecipazione di Taiwan”.    Tsai ha anche chiesto a Pechino di essere “aperta e trasparente” riguardo al nuovo coronavirus, che ha colpito 440 persone provocando nove morti e di “condividere “pienamente e accuratamente” le informazioni sull’evolversi della situazione. Nel 2017, a Taiwan venne negato l’accesso alla World Health Assembly, l’organo decisionale dell'Oms, e da allora non ha più potuto partecipare agli incontri, della cui esclusione l’isola ritiene responsabili pressioni politiche da parte di Pechino sull’agenzia delle Nazioni Unite. 

Virus cinese, Spallanzani: pronti a emergenza, ecco protocollo

"Non c'e' nessun allarme in Italia, ma nell'eventualita' siamo pronti a gestire questo tipo di emergenza". Lo ha detto all'AGI Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell'Istituto nazionale per malattie le infettive Spallanzani (Inmi) di Roma, che spiega in che modo il nostro paese e' organizzato nel caso in cui il Virus cinese arrivi in Italia. "La necessita' primaria e' quella di identificare precocemente le persone potenzialmente infette", spiega. "Nel caso specifico del Virus cinese, si fa molta attenzione alle persone che presentano sintomi respiratori e che siano stati in contatto con la zona di Wuhan o con persone che provengono da quell'area", dice Ippolito. "In questo caso abbiamo un servizio di sanita' aerea estremamente efficace: se il capitano si rende conto di avere a bordo una persona con sintomi respiratori che proviene dalle aree a rischio avvisa subito l'aeroporto di destinazione che attiva prontamente il controllo sanitario. Una volta che la persona 'sospettata' atterra viene subito messa in isolamento e vengono effettuate tutte le valutazioni del caso", riferisce l'esperto. 

"Nel caso in cui si tema di avere di fronte una persona infetta la si manda nella piu' vicina struttura per le malattie infettive. L'Italia ha un'ottima rete di strutture di questo tipo - continua - e sono tutte attrezzate a gestire l'emergenza. Una volta entrata nella struttura si effettua il test per avere la conferma del contagio. Questa rete ha un'ottimo sistema di centralizzazione dei flussi informativi per cui in caso di positivita' al test scatta subito l'allerta". A rischiare l'isolamento non e' solo la persona infetta ma anche chi e' stato a contatto con lei, ad esempio anche gli altri passeggeri dello stesso volo. "In questo caso procediamo all'isolamento domiciliare: la persona viene invitata a stare in casa e riceve controlli dalla ASL, che ad esempio va a casa della persona per misurare la temperatura corporea due volte al giorno", spiega Ippolito. "Nel caso in cui si sospetti un contagio si procede con l'isolamento", aggiunge. Al momento l'Italia sembra essere fuori pericolo. "Non si sono verificati contagi in Europa e non ci siamo imbattuti neanche in un caso sospetto", sottolinea Ippolito, che invita a "non fare allarmismo". "Per ogni eventualita' siamo ben organizzati, come dimostrato in passato ad esempio con l'Ebola", dice l'esperto. "Per gestire queste situazioni ci vuole soltanto intelligenza e competenza. Noi abbiamo entrambe", conclude. 

 Virus cinese, Burioni: il 25 e' il capodanno cinese, massima allerta aeroporti

"Il Virus ha scelto il momento peggiore per saltare fuori: il 25 gennaio e' il Capodanno Cinese, che corrisponde all'unico lungo periodo di ferie per i cinesi e viene sfruttato solitamente per viaggiare, anche all'estero". Lo scrive il virologo Roberto Burioni sulla sua pagina we MedicalFacts a proposito del Virus cinese. "Per cui - prosegue - siccome da Wuhan arrivano in Italia tre voli a settimana, io consiglierei al Ministro della Salute una grandissima attenzione agli aeroporti".

"Le bugie in questo campo - sottolinea Burioni - hanno le gambe cortissime e i Virus al contrario corrono molto velocemente, e i primi casi tra i sanitari e in altre nazioni (il Virus e' partito da un mercato di animali di Wuhan, una citta' cinese), si sono gia' verificati, smentendo i numeri e la visione troppo ottimistica delle autorita' cinesi". Ancora, spiega il virologo, "il nuovo Virus, del quale abbiamo e' diventato in grado di trasmettersi da uomo a uomo. E' quindi accaduto quello che noi virologi chiamiamo "spillover", ovvero "tracimazione". Un Virus e' passato da un animale a un uomo e si e' adattato all'uomo: ora e' a tutti gli effetti un Virus umano. Un nuovo Virus umano".

Il medico sottolinea che "la situazione e' molto confusa. Nella migliore tradizione le autorita' cinesi, che a fine 2002 ritardarono in maniera inaccettabile la diffusione di notizie sulla SARS, non consentendo una pronta risposta internazionale contro questa malattia, si sono comportate in maniera non molto diversa. Per tre settimane hanno sostenuto che la trasmissione da uomo a uomo non avveniva e hanno tenuto fermo a 59 casi il conto dei malati. Quando poi gli studiosi dell'Imperial College hanno messo nero su bianco quello che tutti gli esperti pensavano - aggiunge ancora Burioni - ovvero che il numero di casi era immensamente piu' alto (gli inglesi li hanno stimati in 1.700, ma secondo me sono di piu'), anche i cinesi hanno dovuto calare la maschera, ma tenendosi sempre molto, troppo bassi".

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