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Patatine, “additivi non ammessi”. Maxi richiamo: l'elenco delle marche

di Redazione

Sono stati ritirati tutti i lotti del marchio di patatine "Jack&Jill"

Maxi richiamo di patatine pubblicato nell'apposita sezione del sito del Ministero della Salute. Sono stati ritirati tutti i lotti del marchio di patatine "Jack&Jill" che si trovano in commercio in diverse confezioni ma anche con gusti differenti. Lo scrive il sito internet www.fanpage.it.

Conterebbero una sostanza potenzialmente pericolosa per la salute, scrive www.fanpage.it. In particolare, gli operatori hanno segnalato il ritrovamento di un additivo "non ammesso". Si tratta quindi di un richiamo per rischio chimico.

È stata l’azienda Universal Robina Corporation a produrre le patatine richiamate, una società filippina con sede a Quezon City. I prodotti sono stati commercializzati in Italia dall’azienda Fresh Tropical Srl by Jawad. Va sottolineato  che i lotti contaminati sono praticamente tutti, senza alcuna distinzione neanche sulle date di scadenza.

Nel dettaglio, sono stati ritirati dagli scaffali dei supermercati le confezioni di patatine "PH Chips J&J MrChips Nacho Cheese 50x110g, J&J Piattos Nacho Pizza 50x85G, PH Chips J&J Piattos Cheese 50x85G e PH Chips J&J Nova Country Cheddar 50x78g".

A scopo puramente precauzionale, si raccomanda di non consumare i prodotti segnalati. Le consumatrici e i consumatori eventualmente in possesso possono restituirli al punto vendita d’acquisto.

Non si tratta ovviamente del primo richiamo comunicato dal Ministero della Salute. Ieri abbiamo riportato l'allerta alimentare riguardante i lotti di pesce spada in tranci commercializzati dall’azienda D.I.MAR per possibile presenza di mercurio e qualche giorno fa quelle riguardanti una salsa al salmone scozzese e una salsa di noci nella qualo sarebbe stata rilevata la presenza di Listeria monocytogenes. Pochi giorni prima era toccato a due lotti di formaggio Castelmagno nei quali sarebbe stata rilevata la presenza di Escherichia Coli produttori della tossina Shiga STEC. Prima ancora un lotto di mozzarella venduta nei supermercati Lidl per un'errata data di scadenza e il caffè prodotto dall’azienda Torrefazione Lucchese del caffè Srl per livelli di ocratossina eccessivi.