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Cop 25, Greta e buoni propositi non bastano. I nodi che non verranno sciolti

Cop 25 Madrid, dagli accordi di Parigi a oggi verso il Cop 26 di Glasgow. Ne uscirà qualcosa di buono?

La venticinquesima Conferenza delle Nazioni Unite sul clima (Cop 25) non è iniziata sotto la migliore stella. A un mese dall’evento, la città ospitante, Santiago del Chile, si è tirata indietro a causa del movimento di protesta che sta scuotendo il Paese del presidente Sebastian Pinera. In sole quattro settimane il governo spagnolo ha organizzato il ‘macro-incontro’ e ha messo a disposizione della causa la capitale Madrid. Responsabili politici ed esperti di 196 paesi, circa 29 mila persone in tutto, dallo scorso due dicembre stanno negoziando (e lo faranno fino al 13), cercando di realizzare dei sostanziali passi in avanti sull’attuazione dell’Accordo di Parigi. Dunque, fare ciò che è necessario per limitare la crescita della temperatura media globale. Le promesse di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra dei governi di tutto il mondo, contenute nel Nationally Determined Contributions, però, non sono sufficienti. Nemmeno se tali promesse fossero onorate. Come rivelano i calcoli effettuati dagli scienziati delle Nazioni Unite.

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COS'E' IL GAS SERRA?

  • Il gas serra è un tipo di gas presente nell’atmosfera che si comporta in un modo simile a quello del vetro in una serra: assorbe l’energia solare e il calore irradiato dalla superficie terrestre, intrappolandolo nell’atmosfera
  • Questo processo è alla base dell’effetto serra che, mantenendo la temperatura sulla Terra più elevata rispetto a come sarebbe in sua assenza, crea le condizioni favorevoli alla vita sul pianeta.
  •  Molti gas effetto serra sono naturalmente presenti nell’atmosfera, tuttavia l’attività umana ne aggiunge una quantità talmente elevata da potenziare l’effetto serra che contribuisce al surriscaldamento globale.

Fonte: sito Unione europea

Cop 25 Madrid, remiamo tutti nella stessa direzione?

"Manca ancora la volontà politica. I maggiori produttori di CO2 non fanno la loro parte e senza questo impegno l'obiettivo è irraggiungibile", ha ammonito il segretario delle Nazioni Unite António Guterres nel giorno inaugurale della conferenza. “Il cambiamento climatico – ha continuato - non è un problema che riguarda solo il futuro, stiamo già affrontando una crisi climatica e il punto di non ritorno non è lontano, anzi si sta avvicinando a grande velocità". Il Parlamento europeo, qualche giorno fa, ha approvato con una maggioranza di 430 voti una risoluzione in cui si chiede di fissare al 55% l'obiettivo di riduzione delle emissioni inquinanti al 2030. Secondo l'indicazione del voto, l'organo legislativo punta all'impegno, da parte dell'Unione europea, per una riduzione a zero delle emissioni di gas a effetto serra entro il 2050. La neopresidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha messo al centro del suo programma la questione ambientale. Ma i buoni propositi e gli annunci mirabolanti non bastano. I punti controversi che ostacolano l’obiettivo sono molti.

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Cop 25 Madrid, Trump si sfila e Nancy Pelosi da sola non basta

Il problema più grande è il totale disinteressamento del presidente americano Donald Trump che ha confermato la volontà di far uscire il proprio Paese dall’Accordo di Parigi (nato dal Cop 21), giudicato ‘ingiusto’ per l’economia statunitense.  Pertanto al tavolo manca uno dei maggiori produttori di emissioni di gas ad effetto serra, nonché la potenza numero 1 del sistema internazionale. “Siamo qui per dirvi, a nome della Camera dei rappresentanti e del Congresso americano che noi ci siamo ancora” ha detto il presidente della Camera dei rappresentanti Usa, Nancy Pelosi in apertura della conferenza. Una dichiarazione politicamente marcata e in netto contrasto con la decisione del presidente Trump. Un impegno che regala una speranza. Ma non basterà per il momento. 

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Anche il Brasile di Jair Bolsonaro è assente. Il presidente sudamericano è al centro di aspre polemiche per la sua gestione controversa dei devastanti incendi in Amazzonia, primo polmone verde del pianeta. Un’altra importante problematica quindi è rappresentata dai bassi obiettivi programmatici fissati. Il che è ancora più evidente se si considera che solo 68 paesi al mondo si sono impegnati a rafforzare i propri impegni in materia di lotta al riscaldamento globale, ma insieme sono responsabili di soltanto l’8% delle emissioni mondiali. Mancano i maggiori inquinatori del pianeta, Stati Uniti e Cina. Senza di loro non si va da nessuna parte (L’Unione europea è il terzo inquinatore del mondo ma siede al tavolo).

Cop 25 Madrid, l'esclusione di Taiwan

A far discutere c'è anche l'esclusione dalla Cop 25 di Taiwan. L'isola, considerata una provincia ribelle dalla Cina, è molto attiva sul tema dei cambiamenti climatici.  A Taipei è stata approvata la legge sulla riduzione e la gestione dei gas a effetto serra, stabilendo obiettivi a lungo termine ed elaborando un Greenhouse Gas Reduction Emission Control Action Plan con una tabella di marcia definita per le riduzioni nazionali delle emissioni di carbonio. Ma soprattutto, grazie al lancio del satellite FormoSat-3 nel 2006, Taiwan, ha raccolto oltre 10 milioni di voci di dati meteorologici, che ha fornito gratuitamente a esperti e studiosi di tutto il mondo per l'uso nella loro ricerca scientifica.

Il ministro dell'Ambiente di Taiwan, Chang Tzi-chin, ha cercato di alzare l'attenzione al riguardo e in un comunicato ha dichiarato: "Come membro del villaggio globale, Taiwan sta lottando per combattere i cambiamenti climatici e proteggere la terra. In effetti, stiamo svolgendo un ruolo indispensabile nel compito vitale di lasciare un ambiente sostenibile alle generazioni future. A causa dell'attuale situazione politica internazionale, a Taiwan è stato impedito di partecipare alla Conferenza". E prosegue: "La nostra esclusione contraddice lo spirito delle convenzioni climatiche, che sollecitano tutte le nazioni a lavorare insieme per combattere i cambiamenti climatici glboali e trascura il concetto di giustizia climatica enfatizzato nell'Accordo di Parigi".

Cop 25 Madrid, Greta non basta

GLI EFFETTI DEL RISCALDAMENTO GLOBALE

Tra gli effetti più devastanti del riscaldamento globale vi sono, l’innalzamento del livello di mari e oceani, la siccità, le alluvioni, gli incendi e le accelerazione dello scioglimento delle calotte polari.

Men che meno può bastare la nobile battaglia civile intraprese dalla giovane ambientalista svedese Greta Thunberg che ha denunciato la distanza sempre maggiore e sempre più preoccupante tra crisi climatica e risposte inadeguate degli Stati mobilitando centinaia di migliaia di giovani. Secondo loro c'è più tempo da perdere e da Madrid si aspettano che gli Stati formulino e adottino nuovi piani climatici più ambiziosi rilanciando un processo cruciale che si concluderà alla Cop 26 di novembre 2020 a Glasgow.

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Il Climate Risk Index 2020, lo studio annuale del think tank Germanwatch, ha calcolato in quale misura i Paesi del mondo sono stati colpiti da tempeste, inondazioni, ondate di calore e altri eventi climatici disastrosi nel periodo 1999-2018. In ventanni il nostro Paese, l’Italia, ha registrato 19.947 decessi riconducibili agli eventi metereologici con danni economici pari a 32,92 miliardi di euro. Il 2% del nostro pil. L’emergenza climatica esiste. “Time for action”.

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