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Innovazione
Poggi (Deloitte): investire su startup e abilitare imprese ed enti al digitale

«Da quando il mondo è stato sconvolto dall’arrivo del nuovo Coronavirus, l’innovazione è stata un’impareggiabile alleata nella gestione della pandemia. È stata e sarà sempre più importante per cittadini e imprese, ma soprattutto per le istituzioni, che si trovano a gestire una fase di trasformazione della società epocale. Dallo scenario socio-economico, a quello geo-politico, passando per gli equilibri demografici e ambientali: tutto nello scenario attuale è in mutamento. E l’innovazione tecnologica è uno dei fattori critici che determineranno gli sviluppi futuri di questo complesso quadro». A dirlo è Andrea Poggi, Innovation leader di Deloitte Nse, nel corso dell’evento on-line “L’innovazione post-covid”, organizzato dalla American Chamber of Commerce in Italia.

«Come abbiamo sperimentato tutti in questi mesi, la massiccia digitalizzazione di comunicazioni e servizi ha permesso a tutte le aziende di continuare a operare anche nei momenti più critici. Un’accelerazione tecnologica senza precedenti che ha generatoopportunità e sfide: su tutte, quella di riuscire a mettere l’innovazione al servizio dei nuovi bisogni delle persone. E andare sempre più nella direzione di umanesimo digitale, basato su un’innovazione antropocentrica», ha detto Poggi.

«Un evento storico come una pandemia ha un grande impatto sia sulle persone, sia sulle imprese, modificandone bisogni e aspettative. Nel breve periodo gli effetti sui consumi sono già stati evidenti: il calo di reddito medio delle famiglie, unito ai timori legati al persistere della pandemia, ha fatto scendere i consumi sensibilmente. E nonostante un vero e proprio boom dell’e-commerce - che ha registrato un +55% su base annua - non si può dire che tutti i consumi si siano spostati on-line. In previsione di una possibile seconda ondata, molti hanno deciso di risparmiare: un trend che incide non solo sui flussi di cassa delle imprese, già a corto di liquidità, ma anche sugli umori degli investitori in borsa», ha spiegato l’esperto di Deloitte.

L’impatto sulle imprese, poi, non si limita al mercato interno. Con la chiusura delle frontiere e i lockdown non sincronizzati in diverse parti del globo, l’export italiano, ha molto sofferto. Non solo perché gli effetti del Covid-19 si sono trasmessi lungo le supply chain globali, rallentando la produzione industriali in molti settori, ma anche perché, esattamente come è avvenuto in Italia, in molti Paesi del mondo i consumatori sono molto più cauti e timorosi. Risultato: nei primi 6 mesi del 2020 il calo dell’export in Italia è stato del 20%.

«In questo quadro complicatissimo, la tecnologia ha aiutato in maniera straordinaria ad affrontare l’emergenza Covid-19, contribuendo a superare l’obbligo del distanziamento fisico e a ridurre il senso di isolamento.  E-commerce, telemedicina, smartworking sono solo alcuni degli esempi di come l’innovazione abbia profondamente cambiato la nostra capacità di risposta a un evento drammatico come una pandemia. Fenomeni che, però, hanno anche fatto riscoprire a molti l’importanza del contatto umano in tutte le interazioni», ha sottolineato Poggi.

«È per questo che, oggi più di ieri, dobbiamo puntare a una “innovazione antropocentrica”. Un’innovazione, cioè, caratterizzata da modelli di business ibridi e iperconvergenti, alimentati da processi fortemente digitali ma in grado di fornire un’esperienza fluida e personalizzata al fruitore finale. Per arrivare a questo obiettivo bisognerà concentrare i processi di innovazione su poche ma fondamentali soluzioni e adottare una logica di open innovation, facendo leva su start-up promettenti e sull’imprenditoria 4.0. Così, puntando su asset tecnologici innovativi, capaci di abilitare la trasformazione delle aziende e della società, potremo trasformare il mondo attorno a noi adattarci a quella che, già oggi, va delineandosi come nuova normalità», ha concluso l’Innovation leader di Deloitte.

 

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