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Libri & Editori
“Notre-Dame de Paris”: il volume in edizione illustrata

Di Chiara Giacobelli

 

Negli ultimi anni la Mondadori sta rilanciando sul mercato editoriale, grazie alla collana Oscar Draghi, alcuni tra i più celebri autori e titoli di ogni tempo, rilegati in splendidi volumi da collezione. Dopo “Piccole donne”, “Obscura. Tutti i racconti di Edgar Allan Poe” e la saga di “Elric” – solo per citarne alcuni –, arriva ora in libreria “Notre-Dame de Paris”, la pietra miliare della letteratura francese che fa sognare milioni di lettori dal lontano 1831, data in cui il non ancora trentenne Victor Hugo lo diede alle stampe.

Fu, al tempo, un successo immediato, accolto con grande favore da pubblico e critica: per Hugo iniziava la sua scalata alla carriera di scrittore e anche di politico, per il romanzo era il principio di un lungo viaggio, che lo avrebbe portato tra le mani di uomini, donne, bambini, adulti, francesi e in seguito cittadini di ogni Paese, compresa l’Italia a partire dal 1867.

 

189 anni dopo, la storia di Esmeralda e Quasimodo torna ad emozionarci nella bellissima veste scelta da Mondadori per un nuovo “esemplare di Oscar Draghi”, come cita il timbro apposto nelle prime pagine dell’opera. In un formato importante, con eleganti lati neri e una copertina rigida a firma di Beppe Del Greco nei toni del bianco, rosso e nero, “Notre-Dame de Paris” è uno di quei libri di cui ci si innamora a prima vista, senza neppure doverlo aprire.

Invece, soltanto sfogliandolo con cura si potrà godere appieno dell’immenso lavoro che la casa editrice ha fatto su questo testo, già di per sé straordinario: l’interno è infatti riccamente abbellito da illustrazioni, le stesse che accompagnavano il romanzo di Hugo in un’edizione del 1876-77. Così, aggraziati ritratti di Esmeralda mentre danza, scene notturne dei mendicanti infermi, vedute di Parigi come era all’epoca e momenti cruciali nelle disavventure di Quasimodo si inseriscono qua e là tra il testo a due colonne.    

 

Alla storia vera e propria dedichiamo non più di un paragrafo in questa recensione, trattandosi di un capolavoro che tutti abbiamo studiato a scuola, o comunque di cui abbiamo ampiamente sentito parlare. Da esso sono stati tratti numerosi film, opere teatrali, nonché il celebre musical – in Italia con le musiche originali di Riccardo Cocciante – che ormai da diversi anni sta girando il mondo intero, registrando sempre il sold out.

L’ambientazione nella Parigi del 1482 ci riporta immediatamente al regno di Luigi XI, detto il Prudente; tuttavia, se è vero che la capitale francese costituisce lo sfondo suggestivo in cui le vicende narrate prendono vita, non bisogna dimenticare che la prima vera protagonista del romanzo di Hugo è proprio lei: Notre-Dame de Paris. La cattedrale gotica, con i suoi inquietanti Gargoyle, è il luogo in cui il deforme campanaro Quasimodo si nasconde da una società che lo disprezza, ma è anche il rifugio in cui egli conduce la bella gitana Esmeralda, traendola in salvo.

Affascinante, carismatica, passionale e in cerca di libertà lei; repellente, goffo, timido e insicuro lui: sembrerebbe la coppia più improbabile di sempre, eppure entrambi celano un cuore d’oro, un animo genuino e il desiderio di trovare l’amore vero. Non è, però, una commedia da lieto fine quella che Hugo ha voluto consegnarci, quale pretesto per raccontare, di fatto, i sentimenti umani; forse, è proprio la natura di tragedia, che guarda prima di tutto a Shakespeare, ad aver fatto sì che il romanzo finisse per costituire uno dei migliori scritti non soltanto della letteratura francese, ma dell’intera produzione narrativa dall’Ottocento ad oggi.

 

Soltanto pochi giorni fa la campana della cattedrale di Notre-Dame è tornata a battere i rintocchi, a un anno esatto dall’incendio che l’ha devastata: un momento commovente per chiunque abbia varcato la soglia della grande chiesa, poiché pochi altri luoghi racchiudono così tanta storia, fascino e mistero, spiritualità e arte, tradizione e rinascita come Notre-Dame. Non poteva che essere lei, dunque, la silenziosa ma viva osservatrice dei sospiri, dei sorrisi e delle lacrime dei personaggi di Hugo. Ed è proprio a Notre-Dame che Ken Follett ha dedicato un saggio relativo alla sua storia, uscito presso Viking nel 2019: il testo, una preziosa perla editoriale, è qui riportato integralmente alla fine del libro.

Come prefazione, invece, è stata scelta la lettera che il critico francese Charles-Augustin de Sainte-Beuve scrisse a Victor Hugo e a sua moglie a proposito della grande opera che era appena stata scritta. “Per quanto riguarda lo stile, io lo trovo unico, mirabile, frutto in tutto e per tutto dell’arte vostra: fine, robusto, duttile, colossale, opulento. (…) Per quanto riguarda il colore storico: mirabile, ancora una volta! (…) I caratteri dei personaggi, tutti magnificamente plasmati, sono indimenticabili”. Due secoli dopo, possiamo ben dire che de Sainte-Beauve aveva colto nel segno.     

 

Per maggiori informazioni: www.oscarmondadori.it.

 

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