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Coronavirus: troppe fake news da Russia e Cina, Italia tra i più colpiti

Insieme all’epidemia di Covid-19 si è diffusa in tutto il mondo anche un’ondata di fakenews: a dirlo è l’Alto rappresentante della Ue, Josep Borrell, che ha presentato una Comunicazione ufficiale contro la disinformazione insieme a Vera Jourova, vicepresidente della commissione Europea con delega alle Politiche sui valori e sulla trasparenza.

“Il coronavirus ha avuto un enorme impatto sulle persone in tutto il mondo. La pandemia è stata accompagnata da una grave infodemia, siamo stati testimoni di un’ondata di informazioni false, teorie cospiratorie e operazioni di influenza mirate a opera di attori esterni. Alcune di queste hanno avuto come obiettivo quello di danneggiare l’Ue e i suoi Stati membri”.

“Ci sono state ondate di disinformazione dall’inizio della pandemia di coronavirus. Provengono sia dal territorio dell’Ue che dall’esterno”, ha specificato la vicepresidente Jourova, citando in particolare Russia e Cina, indicate come le principali fonti di disinformazione. “Abbiamo sufficienti prove per dirlo”, ha spiegato, aggiungendo poi che l’Italia “è tra i Paesi che sono stati più colpiti dall’infodemia”.

La disinformazione si diffonde maggiormente sui paesi più vulnerabili, più colpiti dal coronavirus e quindi più soggetti a paure e ansie.

“Dobbiamo migliorare la nostra strategia di comunicazione per raccontare la nostra storia sull’Europa e sul sostegno dell’Ue nella lotta al virus”, ha aggiunto, rimarcando l’importanza di “mobilitare tutti gli attori pertinenti, dalle piattaforme online alle autorità pubbliche, e sostenere il fact checking”.

“Le piattaforme online” ha spiegato la Jourova “hanno compiuto passi positivi durante la pandemia ma devono intensificare i loro sforzi. Dobbiamo garantire che siano trasparenti, perché i cittadini devono sapere da dove e come arrivano loro le informazioni”, contrastando gli “incentivi finanziari per diffondere la disinformazione”.

Secondo la stessa Jourova, il social cinese Tik Tok sarebbe prossimo all’adesione al codice, mentre sono in corso negoziati con WhatsApp.

“Per l’Europa i media indipendenti e la stampa svolgono un ruolo centrale in questa battaglia”, ha aggiunto ancora, chiedendo agli Stati membri “di garantire che i giornalisti possano lavorare nelle giuste condizioni e di sfruttare al massimo il nostro pacchetto per il rilancio per sostenere i media”.

“Abbiamo il dovere di proteggere i nostri cittadini sensibilizzandoli sull’esistenza di informazioni false e di puntare il dito contro gli attori responsabili di tali pratiche”, ha continuato Borrell.

“L’Unione europea aumenterà le sue attività e le sue capacità nel tentativo di combattere queste pratiche. Abbiamo lavorato con il Servizio Europeo di Azione Esterna e la Commissione su questa comunicazione in cui identifichiamo gli step da fare immediatamente per aumentare la nostra capacità di far fronte alla disinformazione. Abbiamo ampliato gli sforzi per rispondere alle operazioni di influenza straniera.

Vogliamo rafforzare il nostro intervento, aumentando la cooperazione sulla comunicazione strategica e la diplomazia pubblica e a questo proposito, aumenteremo gli scambi informazioni con i nostri partner principali. Rafforzeremo anche il nostro lavoro per monitorare la violazione della libertà di stampa e supportare la difesa di un ambiente dei media sicuro”.

Borrel ha poi concluso dicendo che “la democrazia è un sistema alimentato dall’informazione. Se le persone non hanno le informazioni giuste è difficile per loro fare una scelta corretta e una scelta corretta è basata su informazioni di qualità, basate su fatti e dati”.

 

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