La Santanchè chiude il telefono. "Presidente non si occupi de l'Unità"
Ore 11 e 11 di mercoledì 30 luglio. Il quotidiano l'Unità è appena uscito con il titolo di prima pagina 'Hanno ucciso l’Unità', dopo l'annuncio dello stop dal primo agosto. Il tema è delicato. Una telefonata arriva sul cellulare di Daniela Santanchè, la parlamentare di Forza Italia interessata all'acquisto del quotidiano fondato da Antonio Gramsci. Una chiamata molto importante e che pare arrivare dal colle più alto di Roma. Accento napoletano inconfondibile: "Gentile onorevole buongiorno. La chiamo per manifestarle la mia preoccupazione per questa situazione del quotidiano l'Unità, che ho letto dai giornali e i miei consiglieri mi hanno informato sia difficile e più grave viste anche le proteste delle maestranze che oggi hanno compiuto questi atti...".
A questo punto interviene la 'pitonessa' che, dimostrando una notevole sicurezza di sé e senza alcun timore reverenziale, interrompe l'autorevole interlocutore e afferma con piglio deciso: "Presidente, scusi la blocco. Perché credo che lei dovrebbe occuparsi di altro e non del quotidiano l'Unità. Per cui pensavo che la sua telefonata fosse per altro". Dall'altro capo del telefono c'è il tentativo di motivare la chiamata e di interloquire nel merito, ma la Santanchè decisa interviene di nuovo: "Scusi, ma io non intendo parlare con il presidente della Repubblica di quello che è anche il mio paese de l'Unità. La ringrazio". E la comunicazione si interrompe. Complimenti all'onorevole Santanché. Non si era mai visto un parlamentare che fosse così deciso nello stoppare una telefonata autorevole. Anzi, la più autorevole che possa esserci nel nostro Paese. Chapeau.