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Medicina
Ricerca scientifica in Italia, un primato ostacolato da fisco e burocrazia

'Nella ricerca scientifica l'Italia è tra i primi della classe. Le nostre ricerche, secondo molti osservatori indipendenti, sono fra le più lette a livello mondiale. Le nostre Università sono considerate sopra la media come pure i nostri ricercatori, apprezzati in tutto il mondo' lo afferma con forza Salvatore Majorana, direttore del Technology Transfer dell'Istituto Italiano di Tecnologia.

 

A GENOVA L'IIT PRESTIGIOSO CENTRO DI RICERCA

L'IIT di Genova è il prestigioso centro di ricerca italiano diretto dal fisico Roberto Cingolani. Qui giovani ricercatori italiani e pure provenienti da tutto il mondo, portano avanti progetti di ricerca sulle nanotecnologie, sulla robotica, sui complessi meccanismi cerebrali, sull'evoluzione dei processi tumorali  e su tutto ciò che permette e permetterà al nostro Paese di rimanere, a pieno titolo, fra le eccellenze mondiali.

Quale è il valore della ricerca scientifica?

'Siamo davvero in un paese ai primi posti per quanto riguarda la ricerca pura.
Il valore della ricerca diventa palese quando si riesce a trasferire i risultati ottenuti sul mondo produttivo generando così valore e benessere per la società.

Ad esempio quando si realizzano ospedali dotati di sistemi di gestione del paziente di nuova generazione o di robot a sostegno delle disabilità. La ricerca genera conoscenza e la conoscenza dovrebbe sempre trasferirsi sul sistema produttivo del paese'.

 

FISCO VORACE E BUROCRAZIA ALLUCINANTE

Perché dovrebbe?

'Perché in questo passaggio strategico l 'Italia deve fare ancora molti passi.
Abbiamo bisogno di un sistema produttivo strutturato e funzionante. Facciamo tanta ricerca , abbiamo tante imprese forti soprattutto a livello di distretti (certamente con un forte squilibrio tra nord e sud) ma in mezzo, c'è un elemento culturale che deve essere sdoganato : le imprese devono fare sempre di più programmi a media scadenza, nonostante debbano lottare continuamente con un fisco vorace e una burocrazia allucinante.
In ogni caso è un obbligo per le imprese medio grandi che vogliono stare sul mercato confrontarsi con la realtà internazionale e capire come fare innovazione'.

 

INAIL, ISTITUTO LUNGIMIRANTE


Qualche esempio di aziende lungimiranti?
'Ce ne sono molte, sia nel pubblico che nel privato. Nel pubblico, ad esempio, molto spesso accusato di inefficienza e di sperpero, abbiamo al nostro fianco un Istituto lungimirante come l'Inail ( l'Istituto Nazionale Assicurazioni Infortuni sul Lavoro) che chiede a noi soluzioni nuove per la salute dei lavoratori .
Un altro esempio, sul privato, è  la Omet di Lecco, leader nelle macchine per la stampa.

Qual è l'elemento fondamentale per favorire il passaggio dei risultati della ricerca all'industria?

'La chiave di volta sta  nel modificare un sistema normativo farraginoso ( con alta fiscalità  e difficoltà di inserimento nel territorio) e nel rafforzare  la volontà di investire sulla formazione di risorse professionali dedicate al trasferimento tecnologico.
Non è un caso che il fondo europeo di Cassa Depositi e Prestiti  abbia destinato a questo ben 200 milioni di euro'.

 

LA RICERCA SCIENTIFICA LEVA DEL PAESE

La realtà congiunturale attuale ci dice che la ripresa si sta consolidando.
Un trend confermato non solo dalla Corte dei Conti ma pure dai dati sulla produzione industriale in crescita e sulla disoccupazione leggermente in calo.

In questo nuovo circolo virtuoso la ricerca scientifica gioca un ruolo strategico. Quello di essere per il paese uno tra gli elementi chiave in grado di far fare al nostro paese un grande salto di qualità sia sul versante economico che su quello sociale.

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