A Milano "un nuovo Rinascimento". Parola di Franco Cologni - Affaritaliani.it

Milano

A Milano "un nuovo Rinascimento". Parola di Franco Cologni

Promuovere la cultura del mestiere d'arte rivolta soprattutto ai giovani, per formare le nuove generazioni

di Paola Bulbarelli

"Un nuovo Rinascimento". Parole impegnative che trovano a Milano la loro giusta valenza grazie a Franco Cologni, signore illuminato che nel 1995 ha dato vita alla Fondazione che porta il suo nome e con una missione ben precisa: promuovere la cultura del mestiere d'arte rivolta soprattutto ai giovani, per formare nuove generazioni di Maestri d’Arte salvando così le attività artigianali d’eccellenza dal rischio di scomparsa che le minaccia. "Fin dall'inizio si è lavorato su progetti originali che possano contribuire a cambiare il modo di guardare ai mestieri d'arte", spiega Alberto Cavalli, direttore generale della Fondazione.

Cosa s'intende per mestiere d'arte?
"Quelle attività di artigianato in cui si assiste a una trasformazione creativa del materiale per ottenere dei beni che si possono definire di eccellenza, un oggetto fatto bene, beni relazionali. Ad esempio il liutaio, il gioielliere, il ceramista, il sarto, il ricamatore e tanti altri".

Nel momento che stiamo vivendo, come puo un artigiano andare avanti?
"Le difficoltà sono articolate su tre punti: la diffcoltà e spesso l'impossibilità di recarsi in atelier o in laboratorio e quindi attività ferma, introiti a zero e questo genera una battuta d'arresto importante; il mondo intorno all'artigiano, il maestro d'arte crea beni particolarmente importanti anche da un punto di vista dell'investimento destinati a clienti attenti, ora questo cliente non c'è; la trasmissione del saper fare, una delle peculiarità dell'artigiano, che deve tener fede alla sua vocazione di fucina d'innovazione, da sempre, nella storia dei mestieri e arti applicate in Italia, dalle botteghe rinascimentali in avanti, in questi piccoli atelier s'inventa, si esperimenta, si cambia anche grazie al dialogo con gli apprendisti e le nuove generazioni. Oggi questo è molto complicato e si fa fatica a far comprendere l'importanza dei mestieri d'arte, quindi sono sempre meno i ragazzi che si affacciano, che desiderano andare in questa direzione".

Fondazione Cologni aiuta i giovani a entrare in questo mondo, in che modo?
"Abbiamo il progetto di cui andiamo molto fieri 'Una scuola, un lavoro percorsi di eccellenza', esiste da otto anni e ogni anno noi paghiamo sei mesi di tirocinio ai giovani che selezioniamo una volta terminata la scuola e che desiderano imparare un lavoro a bottega. Li scegliamo dalle migliori scuole italiane di arti e mestieri, 25/30 ogni anno, li mettiamo in una bottega, in un atelier o in una impresa artigianale per sei mesi, paghiamo noi il loro stipendio, li monitoriamo. Prima di mandarli a bottega li invitiamo a Milano a seguire un mini master che dura quattro settimane erogato da Politecnico, Bocconi, Iulm e Scuola Corsi Arte dedicata alla arti applicate.
Con il Politecnico imparano la progettazione, con la Bocconi a gestire una piccola impresa artigianale, con lo Iulm la comunicazione e con i Corsi d'arte, l'eccellenza italiana. Cerchiamo di dare a questi ragazzi, insieme ai loro studi, una struttura da portare a bottega oltre al loro entusiasmo e freschezza. Dagli artigiani imparano e questi non hanno l'onere di pagarli. Questo progetto, in questi anni, ha messo a bottega 230 ragazze e ragazzi con una percentuale altissima di assunzioni o di autoimprenditorialità. E per botteghe intendiamo anche grandi aziende come Dolce & Gabbana, Caraceni, Tod's, Atelier Versace".
Oggi la situazione è molto negativa. I ragazzi che stavano frequentando, sono bloccati. Che sta avvenendo?
"Le botteghe sono chiuse, il tirocinio è sospeso ma, nel momento della riapertura, riprenderà anche quello".

Cosa prevedete nel futuro immediato?
"Gli incontri con Franco Cologni avvengono settimanalmente e si discute proprio di questo. Per noi il 2020 è una data importante perchè corrono i venticinque anni della Fondazione, ma è difficile celebrare in questo clima. Stiamo lanciando a delle iniziative digitali per far sentire alla nostra comunità che siamo presenti. Dalla settimana prossima saranno disponibili dei podcast in cui si potranno ascoltare storie di artigiani che nel corso degli anni abbiamo intervistato e dove raccontano la maestria e il talento. Stiamo lavorando su grandi tutorial che si sono messi a disposizione per spiegare qualche segreto del mestiere. E poi sul titolo di Maestro d'Arte e Mestiere che in Italia non esisteva, inventato dalla Fondazione Cologni nel 2016 e assegnato ogni due anni. Anche quest'anno assegneremo il titolo a una settantina di grandissimi artigiani e le commissioni sono al lavoro. La situazione non ci ferma perchè la maestria va celebrata. Siamo convinti che anche in un momento così triste, presentare delle storie belle, vere, di passione possa servire a introdurre un contro contagio, quello della speranza".
 








A2A