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Milano
"Maroni riapra la trattativa, a rischio mille bus". La richiesta di FAI

A gennaio 2017 oltre mille autobus di proprietà delle 350 aziende lombarde attive nel settore dei trasporti saranno messi fuori mercato provocando un danno enorme alle imprese e una perdita ingente di posti di lavoro.

E’ la FAI (Federazione Autonoleggiatori Italiani Trasporto Persone), associazione di categoria che riunisce oltre 600 operatori del settore e fa parte della confederazione nazionale Sistema Impresa, a lanciare l’allarme contro il regolamento di Regione Lombardia approvato nel dicembre del 2014 e che entrerà in vigore all’inizio del 2017.

Il provvedimento vuole combattere l’inquinamento dovuto ai gas di scarico e ha sollevato le critiche del presidente della FAI Francesco Artusa: «Gli autonoleggiatori lombardi sono già alle prese con la crisi prolungata del settore e non possono essere ulteriormente penalizzati da una evidente alterazione dei meccanismi della libera concorrenza a tutto vantaggio delle aziende che hanno sede nelle altre regioni».

Gli articoli del regolamento contestati dalla FAI prevedono che gli autobus non possano essere utilizzati per il trasporto persone oltre 15 anni dalla data di immatricolazione. Altro limite da abolire sono i cinque anni oltre i quali, nel caso di un autobus usato, non potrà più essere rilasciata la licenza per il trasporto delle persone.

La FAI ha promosso un ricorso al Tar di Milano ed è in attesa della sentenza. «Il  regolamento si espone al vizio di incostituzionalità come si evince da un analogo contradditorio con la Regione Piemonte e che ha visto i giudici accogliere valutazioni simili a quelle che la Fai ha prodotto ai fini della tutela dei propri associati» spiega Artusa.

Nel frattempo la trattativa con la giunta Maroni è aperta. Spiega il segretario della FAI Adriano Bosio: «Le caratteristiche degli autobus contemplate dal regolamento si riferiscono agli anni di immatricolazione quando invece si poteva assumere come parametro il chilometraggio».

La FAI, come ribadisce il vice presidente Moreno Caldana, è alla ricerca di soluzioni «condivise nell’interesse delle aziende e nel rispetto degli obbiettivi di tutela ambientale del governo regionale. Il vincolo dei 15 anni, come già stabilito dalla Regione Veneto, può riguardare unicamente i mezzi per i servizi atipici: trasporto operai e in ambito comunale, etc. In caso di sostituzione di un autobus usato, invece, il limite dei 5 anni deve essere esteso fino a 15 anni. Si tratta di modifiche che non stravolgono l’impianto della delibera e consentono di ottenere risultati sul fronte dell’inquinamento senza compromettere la sopravvivenza delle aziende che sono costrette a confrontarsi con un mercato sempre più difficile e in forte contrazione».

 

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