Milano
Addio Viviana Mologni: la scomparsa della timpanista dell'Orchestra Sinfonica di Milano
Si è spenta a soli 55 anni Viviana Mologni, timpanista dell'Orchestra Sinfonica di Milano nella quale suonava fin dalla fondazione nel 1993

Viviana Mologni (Foto di Angelica Concari/Orchestra Sinfonica di Milano)
Addio Viviana Mologni: la scomparsa della timpanista dell'Orchestra Sinfonica di Milano
Foto di Angelica Concari/Orchestra Sinfonica di Milano
Avete mai provato a pensare a un'orchestra sinfonica senza i timpani? Sarebbe come pensare a un corpo umano senza cuore, privato del battito che scandisce la vita facendo fluire il sangue al suo ritmo.
La sezione timpani (spesso – pensiamo alle sinfonie di Mahler - sono due musicisti), messa al centro dell'intero gruppo delle percussioni, è quella che il vostro cronista guarda in maniera più continuativa quando assiste a un concerto. È la sezione seduta sullo scranno più alto, domina tutte le altre e ha lo sguardo puntato in linea retta sul direttore. Ecco, pensate a un'orchestra sinfonica senza i timpani e capirete che è una ipotesi nemmeno immaginabile.
L'anima non è mai segnata in partitura, ma quando c'è si impone con la naturalezza del carisma. È stato così per Viviana Mologni, timpanista dell'Orchestra Sinfonica di Milano nella quale suonava fin dalla fondazione nel 1993, che se n'è andata ieri a soli 55 anni dopo una lunga malattia. Chi scrive non l'ha mai conosciuta personalmente, ma l'ha ascoltata molte volte all'Auditorium, e la metafora del cuore che scandisce la vita l'ha pensata spesso vedendola suonare.
Questo in sintesi il suo profilo professionale. Diplomata al Conservatorio G. Verdi di Milano, dal 1989 al 1992 ha fatto parte dell’Orchestra Giovanile Italiana e ha collaborato inoltre con l’Orchestra del Teatro alla Scala, l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, l’Orchestra “Toscanini” di Parma, l’Orchestra dei Pomeriggi Musicali e l’Orchestra del Festival Internazionale di Stresa. Nel 1993 ha vinto il concorso per primo timpanista solista dell’Orchestra Sinfonica di Milano G.Verdi, ruolo che ha ricoperto fino alla fine. Ha suonato sotto la direzione di maestri come C. M. Giulini, R. Chailly, C. Abbado, G. Pretre, R. Muti, A. Ceccato, V. Gergiev, G. Noseda, L. Berio, Y. Sado, E.Tjeknavorian. Ha svolto inoltre un’intensa attività cameristica con il Quartetto di percussioni della Verdi e con il duo Vib’Bone (trombone e percussioni).
“Viviana ha affrontato con straordinario coraggio e dignità la malattia che l’aveva colpita” dichiara ad Affaritaliani.it Milano la Presidente Ambra Redaelli, “continuando a donarci momenti artistici di intensa bellezza e profondità. La sua forza d’animo e la sua determinazione l’hanno guidata fino all’ultimo, anche nei periodi più difficili, sostenuta da un legame umano e musicale speciale con il Maestro Tjeknavorian, che le è stato accanto con grande sensibilità. Viviana è stata con noi fin dal primo giorno, e ha contribuito con il suo carisma, la sua professionalità e il suo talento straordinario alla crescita e all’identità della nostra Orchestra. Ha saputo parlare al cuore del pubblico e di tutti noi, lasciando un’impronta indelebile nella vita artistica e umana dell’Orchestra. Resterà per sempre nella nostra memoria, come musicista impareggiabile e donna di rara intensità.”
Così la ricorda il collega Ivan Fossati, percussionista dell'orchestra e in quanto tale suo “compagno di banco”: “Oggi per me è un giorno molto difficile, pur sapendo che era malata nessuno di noi era pronto a questa notizia. Perdo una grande collega e una straordinaria amica (anche le nostre famiglie condividevano l'amicizia). A dodici anni entrai al Conservatorio di Milano, dove lei era già iscritta, e da allora iniziammo sotto la guida del Maestro Franco Campioni un percorso professionale congiunto che non si sarebbe più fermato, dai corsi di perfezionamento, al concorso Stresa cui ci iscrisse sua sorella Corinna e che vincemmo contro ogni aspettativa con il nome improponibile Quartetto di percussioni di Milano. Il direttore del Conservatorio Marcello Abbado ci fece i complimenti e ci suggerì di formare un gruppo stabile, col quale vincemmo anche il concorso Hutchinsons. Poi partecipammo alle selezioni per la nuova Orchestra Verdi e le superammo entrambi. Da allora abbiamo lavorato sempre insieme, fianco a fianco, vivendo i momenti belli (ad esempio le tournée internazionali con il Maestro Chailly) e quelli più complicati della vita dell'orchestra. Viviana aveva una grandissima grinta, necessaria ad affermarsi in un mondo, quello delle percussioni, che allora in Italia era quasi esclusivamente maschile, a differenza di quanto avveniva all'estero.”
Tantissimi i commenti in rete. Ne segnaliamo solo due, quello del soprano finlandese Nina Almark: “Un'artista fenomenale. Era una gioia guardare il suo bellissimo gesto, la sua plasticità perfetta che esaltava ancora di più la magnificenza della sua esecuzione. Mai vista una come lei; un genio del suo strumento.” E quello di Francesco Maria Colombo, già direttore d'orchestra e critico musicale del 'Corriere della Sera': “La ricordo come una musicista vera, di quelli che non devono dimostrare niente perché traversano la vita illuminati dal proprio aristocratico talento. Aveva un senso del ritmo incredibile, un'eleganza e una capacità di variare l'emissione del suono rarissime, un'autorevolezza e una tempra che quasi intimidivano. Mi ha insegnato moltissimo e mi ha testimoniato la dignità della vocazione di chi suona in orchestra, i veri facitori della musica. Per come l'ho conosciuta, lavorando tante volte con lei, aveva un carattere che mi piaceva moltissimo: priva di cerimonie e di lusinghe com'era, se ne intuiva la delicatissima sensibilità.”
I funerali si svolgeranno in forma privata e l'Orchestra Sinfonica di Milano dedicherà a Viviana il Requiem di Verdi che eseguirà la prossima settimana, dal 14 al 16 novembre.











