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Milano
Bonini (Cgil), stadio e territorio: occorre affermare la governance pubblica
Massimo Bonini

Bonini (Cgil), stadio e territorio: occorre affermare la governance pubblica

IMPRESE-LAVORO.COM Milano – “Serve un rapporto più costruttivo coi corpi intermedi, perché c’è ancora chi pensa che il sindacato debba restare chiuso in fabbrica, ma non è così. Con noi va discussa la salute dei cittadini, la mobilità, il bisogno di casa e di edilizia popolare, le tasse, tutti temi sui quali noi difendiamo gli interessi dei lavoratori e dei cittadini”, spiega Massimo Bonini, segretario della Camera del Lavoro di Milano, in occasione della presentazione del nuovo restyling del palazzo di corso di porta Vittoria, affrescato (con tanto di rivisitazione del Quarto Stato) dal pittore polacco Patryk Hardziej.

Bonini utilizza i numeri dei servizi erogati dalla Camera del Lavoro per spiegare che il sindacato c’è: quasi 140mila pratiche tra servizi fiscali, vertenze legali, procedure pensionistiche, assistenza agli immigrati. “Ma ci muoviamo anche con i giovani, con gli studenti, per spiegare chi siamo e qual è il nostro compito. Perchè la stagione della disintermediazione non è finita, tocca a noi ascoltare e proporre soluzione, anche sul terreno dell’innovazione. Negli ultimi anni abbiamo anticipato i temi del cambiamento, a partire dal ruolo dell’algoritmo (con lo sfruttamento dei rider) e delle piattaforme digitali fino ad arrivare al sistema di welfare. Abbiamo anche proposto al comune una discussione sulle piattaforme digitali, che rappresentano il futuro. Ragionare sul piano regolatore delle reti è fondamentale. Ora attendiamo risposte dal comune, perchè bisogna saper decidere. A Barcellona, ad esempio, ha deciso la municipalità, non i grandi player internazionali”.

Bonini accetta di rispondere a qualche domanda sul presente e sul futuro della città, sul modello Milano e anche sullo stadio. “Posso capire che sul futuro degli scali ferroviari la discussione sia stata parziale, perché le aree sono private (anche se di una società pubblica come Fs), ma su San Siro non capisco come mai le due società si siano impossessate della rigenerazione di un quartiere. Il tema non riguarda Milan e Inter ma i cittadini del quartiere e la civica amministrazione. La domanda che faccio è: chi governa il territorio? Se il progetto dello stadio si allarga al quartiere e ci mettiamo il solito centro commerciale, quando City Life è a un tiro di schioppo, non guardiamo ad un modello sostenibile, come ha chiesto il consiglio comunale”.

Sullo sfondo la città del terziario che si è rafforzata dopo Expo Milano 2015, per Bonini “il problema del commercio in questa città non è quello dell’e-commerce, ma quello delle sovrapposizioni e dell’affollamento delle strutture”. “La città sta due mesi a discutere dello stadio mentre aumentano le diseguaglianze sociali e territoriali. Anche all’interno dell’area metropolitana, dove c’è il centro città, la periferia e poi la periferia della periferia. E il comune sbaglia a non occuparsi del mega centro commerciale che nascerà a Segrate, perché le ricadute negative sul commercio arriveranno fino in piazza V Giornate. Non è una governance pubblica, c’è qualcun altro che decide. Quello che vedo è che se manca il governo del territorio (vedi stadio e scali ferroviari) si rischia di fare delle scelte che Milano, a breve, pagherà. Bisogna essere coerenti con uno sviluppo sostenibile e in questo c’è la nostra critica”.

“Bisognerebbe discutere in termini propositivi del modello di sviluppo scelto dall’amministrazione comunale, noi ci siamo”, conclude Bonini.

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