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Caos sulle volumetrie (anche di P39), anticipazione: tutti gli atti a Consulta

Caos sulle volumetrie (anche di P39), anticipazione: tutti gli atti a Consulta

L'ordinanza integrale: leggi

Legge sulla rigenerazione urbana? Deciderà la Corte Costituzionale. Nel ricorso presentato dalla società immobiliare Egeo Real Estate srl contro il Comune di Milano, il Tar Lombardia ha ordinato l'immediata trasmissione degli atti alla Consulta. Lo può riferire Affaritaliani.it Milano dopo aver consultato l'ordinanza. La sezione seconda del Tribunale Amministrativo Regionale della Lombardia ha dichiarato in via preliminare “rilevante” e “non manifestamente infondata” la questione di legittimità sollevata da Palazzo Marino e dall'assessore all'Urbanistica milanese Pierfrancesco Maran, contro l'articolo 40-bis della legge regionale. Norma che concede fino al 20% delle volumetrie aggiuntive a chi recupera e riqualifica immobili in stato di degrado e dismissione da oltre cinque anni e che contrasta con il piano varato nel 2019 dal Comune che prevede 18 mesi di tempo per presentare un progetto di riqualificazione sugli immobili abbandonati, pena la perdita degli indici di edificabilità superiori a quello base previsto dal Pgt. Secondo i giudici amministrativi ad essere messa in discussione dalla legge regionale è l'autonomia pianificatoria dell'ente locale sul proprio territorio.

“L’applicazione della disposizione regionale oggetto di scrutinio comprime in maniera eccessiva – si legge nelle 32 pagine dell'ordinanza del Tar – la potestà pianificatoria comunale, in particolare dei Comuni che hanno più di 20.000 abitanti (come il Comune di Milano), non consentendo a siffatti Enti alcun intervento correttivo o derogatorio in grado di valorizzare, oltre alla propria autonomia pianificatoria, anche le peculiarità dei singoli territori di cui i Comuni sono la più immediata e diretta espressione”. Infatti “il legislatore regionale ha imposto, a regime, una disciplina urbanistico-edilizia in ordine al recupero degli immobili fatiscenti ingiustificatamente rigida e uniforme, operante a prescindere dalle decisioni comunali e in grado di produrre un impatto sulla pianificazione locale molto incisivo e potenzialmente idoneo a stravolgere l’assetto del territorio, o di parti importanti dello stesso, in maniera del tutto dissonante rispetto a quanto stabilito nello strumento urbanistico generale”.

La norma in città sta facendo discutere in particolare con riguardo al progetto su via Pirelli 39, Il “Pirellino” di Coima e Manfredi Catella. Che dopo aver comprato nel 2019 dal Comune di Milano all'asta il grattacielo che ospita gli uffici tecnici di Palazzo Marino, ha chiesto di poter accedere ai bonus volumetrici previsti dalla legge regionale. Il 10 febbraio la norma è stata oggetto di un'accesa Commissione Urbanistica al consiglio comunale di Milano. L'assessore Maran ha parlato di un tavolo da aprire l'assessore regionale a Territorio e Protezione civile, Pietro Foroni, per ridiscutere la norma. Il centrodestra si è schierato con Catella e le altre 36 proprietà che hanno già fatto richiesta di accesso ai bonus, chiedendo di non fermare i cantieri e il mondo delle costruzioni nella Milano post pandemia. Enrico Marcora di Fratelli d'Italia ha chiesto di estendere i bonus a tutte le proprietà e in cantieri di Milano come segnale di ripartenza. Il consigliere comunale dei Verdi, Enrico Fedrighini, ha parlato di non personalizzare il caso sul singolo imprenditore – Catella – mentre per Basilio Rizzo bisogna invece evitare la nascita in città di nuovi “Salvatore Ligresti”. Il presidente della Commissione Antimafia di Milano, David Gentili, ha chiesto di sapere chi siano i titolari effettivi del fondo che ha comprato il “Pirellino” dal Comune di Milano e come sia possibile considerarlo un immobile “dismesso” da oltre cinque anni se fino al novembre 2019 – come emerge dal rogito – erano presenti all'interno lavori di manutenzione straordinaria e bonifiche.

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