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Milano
Caso Serravalle: Filippo Penati condannato da Corte Conti a pagare 19,8 mln

Caso Serravalle: Filippo Penati condannato da Corte Conti a pagare 19,8 mln

Quarantaquattro milioni di euro in tutto, di cui 19,8 a carico dell'ex presidente della provincia di Milano, Filippo Penati per il caso Serravalle. E' il risultato del giudizio di appello della Corte dei Conti, che condanna l'ex presidente della provincia di Milano e 11 suoi collaboratori al pagamento delle somme. La sentenza ribalta le assoluzioni con cui Penati e gli altri furono scagionati dall'accusa di aver acquisito azioni della Milano-Serravalle dal gruppo Gavio a un prezzo sopravvalutato. Il danno allo Stato, secondo la procura della Corte dei Conti, con l'allora procuratore Antonio Caruso, variava da 35 a oltre 90 milioni di euro, di cui 21 al Comune. Per quell'accusa pero' Penati, l'allora segretario generale della provincia, Antonio Princiotta, il capo di gabinetto Giordano Vimercati e il direttore generale Giancarlo Saporito, furono assolti. Con la sentenza del 16 luglio, resa nota solo oggi, invece vengono condannati al pagamento di queste somme. Oltre all'ex presidente, anche Princiotta dovra' sborsare quasi 15 milioni, mentre gli altri due quasi 5. L'operazione finanziaria risale al 2005, e la contestazione della procura contabile e' stata parallela ai procedimenti incardinati nei tribunali ordinari di Milano e Monza. 

Penati: la mia battaglia è contro il cancro

"La vicenda giudiziaria relativa all'acquisto della azioni della Serravalle ha inizio 14 anni fa su esposto dell'allora sindaco di Milano Gabriele Albertini. Due procure della Repubblica, quella di Milano è quella di Monza, hanno indagato per più di dieci anni e la conclusione è stata l'archiviazione da parte del pm Walter Mapelli. Le indagini non sono mai arrivate a processo", sottolinea Penati dopo la richiesta di un maxi risarcimento da parte della Corte dei Conti. L'appello condanna l'intera giunta provinciale dell'allora presidente Ds Penati, per i 12 imputati il risarcimento tocca la cifra complessiva di 44,5 milioni di euro. A Penati viene imputato un danno di 19,8 milioni. La sentenza arriva a quattro anni dal primo grado e a 14 anni dai fatti contestati, ossia l'acquisto nel 2005 da parte della Provincia di Milano del 15% delle azioni dell Milano-Serravalle. "In data 25 febbraio 2015, la Corte dei conti della Lombardia ha dato ragione alla Provincia riconoscendo tra l'altro che quanto pagato per l'acquisto delle azioni Serravalle ben poteva essere considerato congruo. Anche l'ex sindaco Gabriele Albertini in una lettera di scuse inviatami il 25 novembre 2015 riconosce la congruità del prezzo. La sentenza è paradossale, arriva dopo 14 anni dall'inizio delle vicende e ben dopo quattro anni in cui è durato l'appello. I miei avvocati faranno ricorso e tutto questo si scioglierà come neve al sole", aggiunge Penati all'Adnkronos.  "Nel frattempo io sono qui. Vivo in un appartamento in affitto di 55 metri quadrati all'estrema periferia di Sesto, vivo della mia pensione di insegnante, e dopo una ventennale attività istituzionale in Comune, Provincia e Regione beneficio di un modesto assegno vitalizio che, tra l'altro, dopo la riforma dei vitalizi mi è stato aumentato di 18 euro al mese per la quantità dei contributi da me versati. Io e la mia amministrazione abbia operato con un solo obiettivo: quello di mantenere sotto un fermo controllo pubblico la gestione e le strategie di grandi opere infrastrutturali, a maggior ragione se parliamo come nel caso di Serravalle di autostrade che sono monopoli naturali", conclude Penati. 

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