Milano
Cgil: piano industriale per fondi Pnrr, subito una risposta al caro-energia

L'allarme di Alessandro Pagano: la ripresa economica rischia di schiantarsi sullo shock dei prezzi delle materie prime
Pagano (Cgil): piano industriale per le risorse del Pnrr, subito una risposta al caro-energia
(IMPRESE-LAVORO.COM) Pandemia e caro energia rischiano di strangolare il sistema produttivo lombardo. Alessandro Pagano, segretario della Cgil Lombardia (che oggi riunisce i suoi quadri per discutere la situazione con Maurizio Landini) ne è consapevole e lancia le proposte del sindacato. “Il manifatturiero – spiega Pagano - è in forte sofferenza, anche se c’è una rigogliosa ripresa economica che rischia però di schiantarsi sullo shock dei prezzi delle materie prime e dei costi energetici. Preme anche sulle condizioni lavorative e quel poco lavoro che si sta creando è malpagato e precario. Noi della Cgil siamo molto preoccupati, in Lombardia si vede la faccia della ripresa post Covid, una ripresa che fa risalire il Pil ma che non risolve nessuno dei problemi endemici che avevamo già prima della pandemia. Il rischio è che si peggiori verso la precarietà e la scarsa copertura contrattuale”.
Ma quali risposte si possono dare in una situazione così difficile? “Il punto chiave – risponde il segretario regionale della Cgil - è che le risorse del Pnrr devono essere vincolate nel loro utilizzo ad un progetto di ricostruzione, di coesione sociale. Bisogna vincolarle all’occupazione stabile, pensando ai territori. Quelle risorse andranno al sistema industriale, perché rifare la sanità in Lombardia vuol dire anche costruire delle strutture e attrezzarle, quindi risposte che vanno al mondo economico. Ci vogliono dei vincoli però, sono certo che le imprese non si tirerebbero fuori da un’assunzione di responsabilità. Ci vuole una indicazione politica molto precisa”.
Le imprese dell’industria hanno avanzato alcune proposte per contrastare il caro-energia… “Utilizzare meglio il gas dell’Adriatico mi pare una proposta di assoluto buon senso. Bisogna fare i conti con le grandi operazioni di trading internazionale, ci saranno dei contratti in essere. Anche qui occorrono delle scelte politiche, occorrono precise scelte di politica energetica che competono a chi ha la possibilità di decidere. A noi pare che non ci sia una volontà così chiara. Quello che dicono gli industriali è sacrosanto, i costi dell’energia pesano molto di più di quelli del personale sui processi produttivi. Ci vuole una risposta che non sta arrivando e questo è preoccupante. Da un lato rischi di minare la coesione sociale senza indirizzare le risorse disponibili, dall’altro lato vedi vacillare il sistema industriale. Ci vogliono scelte politiche precise: è la politica industriale che manca. Su questo noi ci siamo, abbiamo idee e aspettiamo il confronto”, conclude Pagano.











