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Milano Città Stato
Milano archeologica: tour delle vestigia romane in tredici tappe
Milano romana

di Paola Perfetti
Milano è una città archeologica con un sacco di reperti di fattura romana che pochi conoscono. Non è di certo paragonabile a quel museo a cielo aperto che è Roma, lo sappiamo bene, ma anche la città della Madonnina ha i suoi bei perché in fatto di vestigia romane. Non sono così palesi come nella Città Eterna, perciò abbiamo pensato di elencarvele: potreste aggiungerle al vostro tour tra le cose da far scoprire a chi vi verrà a trovare. No, Porta Romana non vale.

#1. via de Amicis 13 – Conca del Naviglio
Il grande palazzo costruito negli anni Sessanta l’hanno nascosta ai più. Il degrado delle vecchie case di ringhiera su via Conca del Naviglio hanno messo la ciliegina sulla torta. Comunque, si deve sapere che esattamente dietro alle Colonne di San Lorenzo esiste quel che rimane – poco a dire il vero – dell’anfiteatro romano del I secolo d.C. Allora quella era la zona extra urbana, fuori dalle mura cittadine. Sembra difficile credere che in questi pochi ruderi, oggi visitabili dall’ingresso del parco Santa Maria della Vittoria, si disputassero lotte di gladiatori, tra uomini e animali feroci, battaglie navali e ogni genere di atrocità. La struttura era enorme, eretta almeno su quattro ordini, grande quanto l’Arena di Verona.

#2. Corso Magenta 15
E’ uno dei lasciti di Expo: la riemersione dalle nebbie e la riapertura al pubblico della Torre delle mura romane nel chiostro interno del Museo Archeologico di Milano. E’ una torre poligonale, risalente alla fine del III secolo, ovvero della cinta muraria di età massimianea (250­310), che reca affreschi medioevali del XIII secolo e può essere tuttora percorsa. Completano la visita la torre poligonale “di Ansperto”, anch’essa di IV secolo d.C, i sotterranei, e ovviamente la visita al Museo Archeologico.

#3. La basilica di San Lorenzo
Era la chiesa di culto ariano, per questo fuori dalle mura urbane per lungo tempo. La sua costruzione di età paleocristiana è ancora in gran parte visibile. Al suo interno è interessante visitare la cappella di Sant’Aquilino risalente al 400 circa d. C.: con corpo ottagonale e un atrio articolato in nicchie decorate è dedicato al San Lorenzo, e da solo vale una visita.

#4. Il sacello di Sant’Aquilino (in San Lorenzo)
Una delle cappelle più antiche e preziose di Milano. Recenti indagini la datano tra 390 e 430 d.C.. Per la sua forma – un atrio a forcipe e un corpo ottagonale all’esterno; un alternarsi di nicchie semicircolari e ottagonali all’interno – e la ricchezza delle decorazioni, per lungo tempo è stato considerato un mausoleo imperiale. Attualmente, nel sotterraneo, è possibile visitare anche la platea di fondazione su cui l’edificio poggia: è formata da blocchi di pietra squadrati, provenienti in gran parte dalla demolizione del vicino anfiteatro. Non ha nulla da invidiare ai mosaici paleocristiani ravennati a cui tutto il mondo guarda, a ragione, estasiato.

1571   Milano   Absidi di san Lorenzo   Foto Giovanni Dall'Orto   18 May 2007Milano romanaGuarda la gallery

#5. Colonne di San Lorenzo
E’ il luogo più conosciuto della Milano Romana ma forse meno “avvertito” come tale. Parliamo delle colonne di San Lorenzo, oggi centro della movida di Porta Ticinese. Il famoso colonnato fu recuperato da un ignoto edificio pubblico risalente al II sec d.C. Si dice che di queste colonne ne manchi una, perché il Diavolo l’avrebbe nascosta. Molti la cercano negli atri dei palazzi vicini.

#6. Tra via S. Vittore e piazza Affari
Se non ve ne siete accorti non preoccupatevi: siamo sotto la Camera di Commercio e solo su prenotazione si trovano le rovine dell’antico teatro romano di età imperiale (I sec a.C).

#7. Largo Carrobbio 4
L’hanno trovata qui, Porta Ticinensis, unico lacerto rimasto delle otto porte su cui si apriva la cinta muraria del I sec a.C. Ticinensis perché la direzione era quella di Ticinum, Pavia. Quello che è vero è che per visualizzarla bisogna fare un bello sforzo: incastonata allo sbocco tra via Medici e sul Carrobbio, riuniva “i due tratti di muro augusteo e massimianeo che si erano separati alla porta Vercellina per abbracciare il Circo”. Allora era composta da un doppio fornice (due aperture) con a fianco due massicci torrioni di otto lati ciascuno. Quello che vediamo oggi non è che uno sperone di muro (nascosto da una bassa costruzione al n.4), parte di una delle torri, e tutta la parte entro terra per m.2,70 sotto il livello strada. Veniva chiamata la “torre dei malsani”, perché annessa a un lebbrosario, dicono.

#8. Via Morigi 2
E’ un indirizzo che vale da esempio, perché nascosti per Milano con ottime probabilità se ne trovano molte di più. Parliamo degli originali di pavimento romano con tessere di marmo. Nel I secolo a.C. andavano alla moda molto colorate: questa di via Morigi è un prodigio, soprattutto perché risalente a una delle domus più antiche dell’antica Mediolanum.

#9. Largo Corsia dei Servi
Anche in questo caso potreste esserci passati davanti mille volte, ma senza accorgervene. Il modo migliore per accorgersi che qui ci sono le Terme Erculee di età romana è restare in coda davanti alla Pizzeria Sorbillo.
Solo con un po’ di pazienza, infatti, si vedrà il cartello indicare un muro di pietra in un’aiuola non curata fuori da un parcheggio sotterraneo. Qualcosa di più si può intravedere dentro la Chiesa di San Vito in Pasquirolo, nascosta dai palazzoni tra Galleria Vittorio Emanuele e Corso Europa.

#10. Via Circo
La toponomastica aiuta: non c’è che dire. Via Circo, tra l’attuale Porta Vercellina e Porta Ticinesea Milano, si chiama così perché qui c’era il Circo con i giochi. Scriveva Ausonio nel suo Ordo urbium nobilium, VII., poeta romano del IV secolo: “A Mediolanum ogni cosa è degna di ammirazione, vi sono grandi ricchezze e numerose sono le case nobili. […] La città si è ingrandita ed è circondata da una duplice cerchia di mura. Vi sono il circo, dove il popolo gode degli spettacoli, il teatro con le gradinate a cuneo, i templi, la rocca del palazzo imperiale, la zecca, il quartiere che prende il nome dalle terme Erculee. I cortili colonnati sono adornati di statue di marmo, le mura sono circondate da una cinta di argini fortificati. Le sue costruzioni sono una più imponente dell’altra, come se fossero tra loro rivali, e non ne diminuisce la loro grandezza neppure la vicinanza a Roma”. Collocata vicino al decumano massimo (S.Maria alla Porta e S.Maria Fulcorina) ed il cardo massimo (Via Torino), con le imponenti murature del Palazzo imperiale rinvenute nell’attuale piazza Mentana­via Brisa. Proprio qui insiste una struttura e semiciclo: le fondamenta delle terme imperiali. Il foro romano? Sin dall’età repubblicana era a poche centinaia di metri da qui.

#11. Piazza Santo Sepolcro
Ma anche piazza San Sepolcro, via Cardinale Federico, piazza Pio XI e parte di via Moneta.Il forum di Mediolanum, eccolo è stato recentemente trovato nei sotterranei della Biblioteca Ambrosiana ed aperto al pubblico, ma solo in particolari date.

#12. Piazza S. Nazaro in Brolo 5
Partiamo da qui per un giro delle chiese romane per eccellenza: Sant’Ambrogio, San Simpliciano, e, appunto, la Basilica di San Nazaro in Brolo. Si trova esattamente alle spalle della Università Statale; affacciata sull’inizio di Corso di Porta Romana con la Cappella Trivulzio e la galleria delle spoglie dei Trivulzio e dei Colleoni. Questa resta una delle chiese fondate dal vescovo Ambrogio, oggi patrono della città, nel IV secolo, ed è probabilmente la più antica chiesa a croce latina dell’arte occidentale. Pesantemente modificata in età romanica e cinquecentesca, conserva oggi importanti opere a partire dall’età paleocristiana.

#13. Dentro la Basilica di Sant’Ambrogio
La seconda chiesa di Milano, la prima “romana”, intitolata al nostro patrono. Lungo la navata centrale a sinistra, si nota il Sarcofago di Stilicone atto a reggere il pulpito. Stilicone era un generale romano di origine germanica: il luogo e il modo in cui fu ucciso non si sa, ed il nome di questa tomba si deve probabilmente a tradizione popolare. Ciononostante, questo molosso di marmo riccamente decorato con le storie della Natività risalente IV secolo è una delle poche testimonianze rimaste della basilica così come fu voluta da Sant’Ambrogio.

L’argomento è comunque sotto l’attenzione di molti: non è dunque un caso se 4 università ed enti milanesi hanno lavorato in team per dare vita a Milano Archeologia: la app – tour che propone percorsi virtuali e itinerari per recuperare “il paesaggio culturale di una città che non c’è più”. Ma che piace molto ancora a tanti.

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