Congressi Pd sempre più lontani. In quanti andranno da Renzi?
Il congresso metropolitano del Pd tra ottobre e novembre? Più probabilmente a novembre. Intanto alla Festa dell'Unità si pongono molte domande. Su Renzi e...
di Fabio Massa
Il congresso metropolitano del Pd tra ottobre e novembre? Più probabilmente a fine novembre. Pare che molti segretari federali d'Italia abbiano chiesto di posticipare di almeno un mese la data prevista dei congressi provinciali, secondo quanto può riferire Affaritaliani.it Milano. Il tema, ormai una vera e propria costante, è quello del tempo (la maggior parte perso a non decidere proprio niente). Come si fa a celebrare i congressi entro novembre se a settembre inoltrato non è stato praticamente fatto nessun passo in questo senso? Non sono ancora state decise le regole, e sulle candidature si è in alto mare. Intanto, mentre il partito ancora non si è riuscito a riprendere dalla batosta elettorale, la Festa dell'Unità è l'occasione per farsi delle domande. La prima: in quanti andranno a Piazza Italia da Zingaretti e in quanti alla Leopolda? La seconda: davvero il sindaco appoggerà Zingaretti oppure alla fine dirà che le primarie non sono di suo interesse? La terza: quanta gente arriverà in Darsena, lunedì, per ascoltare Matteo Renzi? La quarta: mentre a Roma Maurizio Martina organizza la manifestazione del Pd, contemporaneamente a Milano i Sentinelli, l'Anpi e altri manifestano: Milano balla da sola? Chissà. Sul lato amministrativo, intanto, i gruppi regionali del Pd di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna scrivono al segretario dem Maurizio Martina e ai capigruppo di Camera e Senato, Graziano Delrio e Andrea Marcucci, per rilanciare l'impegno del Pd per il regionalismo differenziato, a partire dalle pre-intese siglate con il Governo Gentiloni.
La lettera, firmata da tutti i consiglieri Pd delle tre Regioni, ribadisce “il valore di un’autonomia del decentramento e della prossimità, nel quadro nell’unità della Repubblica e della solidarietà nazionale”, ricordando che il regionalismo differenziato era stato inserito in Costituzione su iniziativa del Centrosinistra. Ma il percorso di riconoscimento di maggiore autonomia, dopo “le valenze isolazioniste e populiste con cui la Lega ha caricato tali iniziative”, è ora frenato dal nuovo contesto politico, “segnato da evidenti contraddizioni tra spinte liberiste (flat tax) che guardano al nord e proposte assistenzialistiche (reddito di cittadinanza) rivolte al sud”, alle quali occorre contrapporre deve contrapporre “le capacità di autogoverno delle autonomie locali, la piena responsabilizzazione della politica nei territori e la capacità di relazione con contesti sociali ed economici differenziati che esprimono domande di governo specifiche”.
“Chiediamo che l'autonomia sia priorità dell’azione politica del partito e dei gruppi parlamentari – dichiara in un comunicato il capogruppo del Pd in Lombardia Fabio Pizzul -. Sulla possibile intesa regna la confusione nel governo giallo-verde, visto che Salvini promette di chiudere le trattative in tempi rapidi ma tra i Cinquestelle non sembra esserci altrettanto entusiasmo. Per giungere ad una proposta credibile occorre entrare nei dettagli delle competenze e delle conseguenze finanziarie ed economiche, cosa che a Roma non pare stiano facendo. Tematiche così importanti non possono essere trattate con la superficialità che caratterizza questo Governo e deve quindi essere coinvolto anche il Parlamento.”
fabio.massa@affaritaliani.it
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