Milano
Cybersecurity, Mocerino: "Gli hacker spiano anche dalla tv di casa, cambiare password spesso è indispensabile"
L`esperto di cybersicurezza Giuseppe Mocerino mette in guardia dai rischi delle telecamere domestiche e invita a proteggere i dispositivi intelligenti da intrusioni e hackeraggi

Il consulente di cybersicurezza Giuseppe Mocerino lancia l’allarme dopo i recenti casi di hackeraggi che hanno diffuso filmati privati in rete. "Le password sono come le chiavi di casa, non cambiarle equivale a lasciarle sotto lo zerbino", spiega. L’esperto raccomanda di non installare videocamere in spazi intimi, aggiornare periodicamente i software e adottare misure preventive anche per smart tv ed elettrodomestici connessi.
Le password, la prima difesa
"Le videocamere e i dispositivi intelligenti sono occhi elettronici sempre puntati che possono trasformarsi in potenziali pericoli per la nostra privacy": è l'avvertimento di Giuseppe Mocerino, consulente di cybersicurezza. L’esperto sottolinea che il primo passo per proteggersi è modificare le credenziali di default: "Non cambiarle equivale a lasciare le chiavi di casa sotto lo zerbino".
Dove non installare le telecamere
Mocerino invita a evitare l’uso di videocamere in ambienti intimi come camere da letto e bagni. "Appena dotiamo la nostra casa di telecamere, se non adottiamo i giusti accorgimenti, possiamo diventare prede di malintenzionati che, entrati in possesso di filmati privati, li rivendono nel dark web".
Smart tv e baby monitor sotto osservazione
Non solo telecamere: anche baby monitor, smart tv ed elettrodomestici connessi rappresentano un rischio. "È sempre bene fare il tagliando digitale, aggiornando i software per prevenire virus e attacchi. Alcuni dispositivi hanno sportellini per coprire la webcam, ma anche un semplice nastro adesivo può essere un’alternativa efficace".
Cosa fare in caso di intrusione
Se si cade nella rete degli hacker, l’indicazione è immediata: "Bisogna contattare subito la polizia postale e disattivare tutti i dispositivi collegati a internet", spiega Mocerino. La regola generale resta chiara: "Ogni dispositivo connesso è un potenziale bersaglio e va trattato come tale".