Milano
Disoccupazione in calo, Regione Lombardia tra le migliori in Europa
"Ridurre la disoccupazione e far crescere l'occupazione e' la sfida che tutte le regioni europee prima e gli Stati di conseguenza stanno cercando di vincere dall'inizio della crisi economica. E la Lombardia e' piu' vicina al traguardo di quanto non lo siano molti territori italiani e regioni europee". Lo scrive oggi una nota pubblica sul sito lombardiaspeciale.regione.lombardia.it riprendendo i dati di Eurostat che fotografano a settembre 2017.
"Mettendo a paragone la Lombardia con gli altri tre "motori economici d'Europa", Catalogna, Baden-Wurttemberg e Rhone-Alpes - scrive la Nota - emerge chiaramente che la direzione intrapresa dalla regione italiana sta portando i suoi frutti. Dati alla mano la Lombardia e' al secondo posto per il minor tasso di disoccupazione dei cittadini tra i 15 e i 74 anni, pari al 7,4 per cento, soltanto dopo Baden-Wurttemberg che si ferma al 3,1 per cento, al terzo posto c'e' la francese Rhone-Alpes con l'8,1 per cento, mentre la regione spagnola e' al 15,7 per cento. Anche prendendo in considerazione la fascia di eta' tra i 20 e i 64 anni il risultato non cambia di molto: al primo posto c'e' sempre Baden-Wurttemberg con il 2,9 per cento, seconda la Lombardia con il 7,2 per cento, terza Rhone-Alpes con 7,5 e quarta la Catalogna con il 15,4 per cento."
"La Lombardia va bene anche per quanto riguarda l'occupazione - appunta il sito - Al primo posto c'e' la regione tedesca con l'81,8 per cento, seguita da Rhone-Alpes con il 73,6 per cento, la Lombardia con il 71,1 e infine la Catalogna con il 70,1 per cento. Ma forse il dato piu' importante che si evidenzia e' il trend di crescita costante dell'occupazione in Lombardia che e' passato dal 69,3 del 2013 al 69,5 del 2014 fino al 69,8 del 2015 e il 71,1 dello scorso anno". "Il numero di occupati in Lombardia per la prima volta ha superato i livelli pre crisi del 2008 con 54mila unita' in piu': e' cresciuto in particolare il numero di donne occupate e il livello di istruzione di coloro che hanno trovato un impiego - recita il testo . Buono anche l'indicatore che evidenzia la percentuale di disoccupati da oltre 12 mesi su tutta la popolazione attiva. La percentuale della Lombardia si attesta al 3,9 per cento, posizionandosi al terzo posto dopo Baden-Wurttemberg (0,9%) e Rhone-Alpes (3,2%), ma davanti alla Catologna che si attesta all'8,4. Anche in questo caso e' tangibile il miglioramento della percentuale che passa dal 4,1 per cento del 2013 al 3,9 dello scorso anno". "Resta ancora elevato il tasso della disoccupazione giovanile, ossia di coloro che hanno un'eta' compresa tra i 15 e i 24 anni. Secondo i dati Eurostat relativi al 2016 la Lombardia si attesta al 29,9 per cento, la Catalogna al 34,3 per cento, mentre Rhone-Alpes e' al 21,3 per cento e Baden-Wurttemberg al 5,8 per cento. Da rilevare che, anche, che il dato lombardo migliora in un anno di oltre due punti percentuali, passando dal 32,2 al 29,9 per cento", conclude la Nota.
Regioni, CGIL boccia referendum: inutili e pericolosi
REGIONI. CGIL BOCCIA REFERENDUM LOMBARDIA E VENETO:INUTILI E PERICOLOSI REGIONI. CGIL BOCCIA REFERENDUM LOMBARDIA E VENETO:INUTILI E PERICOLOSI ESPLICITE SPINTE AUTONOMISTE, INVECE GIUSTO PERCORSO EMILIA ROMAGNA (DIRE) Roma, 4 ott. -
Roma - I referendum di Lombardia e Veneto sono "inutili e pericolosi". E' quanto si legge in un ordine del giorno approvato dal direttivo nazionale della Cgil, che boccia le iniziative previste per il 22 ottobre, mentre approva il percorso scelto dalla regione Emilia Romagna. "La Cgil- si legge nel documento- ribadisce il suo orientamento per un sistema policentrico e decentrato che si realizzi in un quadro unitario di federalismo cooperativo e solidale". Per quanto riguarda i due referendum la Cgil attacca: "L'iniziativa di Lombardia e Veneto e' dominata da spinte autonomiste esplicite, che mettono in discussione l'unita' del sistema di diritti e mirano a rompere il vincolo di solidarieta' della comunita' statuale". Referendum che "non avendo alcuna efficacia esecutiva, vengono rappresentati come decisionali. Referendum inutili in quanto non richiesti dalla legittima procedura costituzionale che consente alle Regioni di avviare trattative con il Governo per la definizione di ulteriori forme di autonomia in determinate materie". Referendum, continua il documento, "che strumentalizzano il voto e la partecipazione democratica per ottenere un consenso politico finalizzato a trattenere il gettito fiscale prodotto sul territorio. Referendum pericolosi per le delibere di Giunta che li accompagnano impregnate di quella retorica 'federalista' del 'Nord efficiente e produttivo' contrapposto al 'Sud parassita e incapace'".













