Milano
Dopo Expo, Passera: "I milanesi chiedono un progetto alto e partecipato"
"Usciamo da discorsi che di vera urbanistica hanno poco, soprattutto lavoriamo ad un progetto serio, di ampio respiro e soprattutto partecipato dai Milanesi".
Corrado Passera, candidato Sindaco di Milano, interviene così sul dibattito circa il futuro dell'area che oggi ospita l'Esposizione Universale, spiegando che "non si tratta 'semplicemente' di spostare 20mila persone da un posto all'altro della città, che pure è un tema importante con implicazioni decisive per tanti studenti, professori, tecnici e altri lavoratori oltre che per l'Università Statale come per la città di Milano.
Trovo senz'altro interessante l'idea di trasferire a Expo le facoltà scientifiche della Statale, ma sulla base di quanto si legge non ci sono gli elementi per decidere se questa è una soluzione fattibile e la migliore delle soluzioni per la città. Milano può diventare una città universitaria globale, ma deve avere un piano complessivo per diventarlo. Se la Statale lascia Città Studi, per esempio, come intendiamo utilizzare gli spazi che si liberano a Città Studi ? Servono al Politecnico ? Come possono essere valorizzati ? La nuova grande sede universitaria scientifica deve allora diventare l'occasione per mobilitare grandi risorse pubbliche e private su progetti di ricerca internazionali.
Ma poi: se facciamo questo grandissimo investimento - a proposito chi si fa carico dell'intero onere ? - come possiamo approfittarne per innescare una marcia in più nel campo della ricerca e dell'innovazione a Milano ? Usiamo di questa occasione per creare proprio a Milano e proprio all'Expo un vero efficace istituto per trasferimento tecnologico, di cui il nostro Paese e la nostra economia hanno disperato bisogno, sul modello del Fraunhofer tedesco.
Se condividiamo l'obiettivo di rimanere legati ai temi dell'Esposizione Universale - come dice Stefano Boeri - come lo facciamo ? Con quale progetto ?"
"Semplici domande - sottolinea Passera - che ad oggi sono ancora abbandonate in una palude d'incertezza e non trasparenza nella quale Milano non può più stare.
E' venuto il momento perchè sul "dopo Expo" si coinvolgano i primi destinatari di questa operazione, cioè i Milanesi.
Progettare il 'dopo' di un evento che ha aperto tante finestre sul mondo e che soprattutto ha suscitato tante aspettative e tante energie positive non dev'essere confinato nel perimetro delle scelte urbanistiche, piuttosto che nell'inventario di soluzioni logistiche più o meno verosimili".
"La scelta per il futuro di Expo - conclude Passera - dev'essere quanto più partecipata e condivisa con i Milanesi, che dopo la consultazione del 2011 non sono stati più interpellati nè coinvolti in modo serio sulle scelte che riguardano la destinazione dell'area. Per questo su un tema così strategico per la Città, il programma che stiamo costruendo per Milano prevede momenti di confronto anche pubblici con le energie vitali che animano la nostra Città e comunità".