Milano
Dopo l’arresto il rimpasto. Ecco gli schemi sul tavolo di Maroni. Inside
di Fabio Massa
Tre schemi, tante interpretazioni. La vicenda di Mario Mantovani non ha solo un risvolto giudiziario. Anzi, la parte giudiziaria prenderà i suoi canali e la sua via. La parte politica, invece, è decisamente più in fermento, dopo la mazzata della magistratura. Secondo quanto può riferire Affaritaliani.it, l’arresto del vice di Mario Mantovani e le indagini sul braccio destro di Maroni, Massimo Garavaglia, sono cadute a poche ore dal rimpasto di giunta per il quale era già tutto pronto. Addirittura le bozze dei decreti organizzativi, quelli che spostano le direzioni sotto le nuove deleghe, erano praticamente state chiuse. I dg si aspettavano da un momento all’altro gli spostamenti necessari. Insomma, la macchina si era predisposta. Lo schema iniziale, che in gran parte ancora oggi sembra valido, era questo: al Welfare Giulio Gallera, Mantovani vicepresidente, sottosegretario Rizzi al posto lasciato libero da Gallera. Poi però è arrivato l’arresto, e tutto è cambiato. Mantovani si è ovviamente autosospeso da presidente, e sarà sostituito già nelle prossime ore perché così prevede lo statuto. Secondo alcune voci di corridoio l’intero rimpasto potrebbe avvenire già entro martedì prossimo, giorno del consiglio, con il governatore a consegnare un assetto già ristabilizzato dopo la mazzata giudiziaria. Pare che nelle riunioni subito dopo gli arresti Ncd abbia caldeggiato un rimpasto-fast che veda Mario Melazzini al Welfare e sottosegretari alla Sanità Rizzi e Altitonante, mentre Sala sarebbe dovuto diventare vicepresidente e assessore alle attività produttive. Ovviamente questa è la versione centrista. In Forza Italia si dicono invece sicuri di due cose, che pare Maroni abbia assicurato apertis verbis: per prima cosa che il nuovo assessore non sarà un tecnico, per seconda cosa che sarà di Forza Italia. A supportare questa tesi, contro quella di Ncd, è che proprio Ncd perderà già dai prossimi giorni un voto, viste le dimissioni di Carugo che porteranno all’ingresso di un azzurro. Da notare che con le possibili dimissioni di Mario Mantovani dal consiglio regionale il subentrante dovrebbe essere Luigi Pagliuca, attuale consigliere comunale di Milano e primo dei non eletti. Quindi, con un voto Ncd in meno, come si può pensare di dare a loro la Sanità? Ovviamente l’interpretazione è di una parte in causa.
A questo punto, lo schema vede sempre in pole position Giulio Gallera, considerato il più papabile. In alternativa permane il nome di Fabrizio Sala. Difficile che Alessandro Sorte possa candidarsi, giacché gli accordi politici presi prevedevano che il capodelegazione dovesse avere solo e unicamente quel ruolo. Di Sorte, tuttavia, si è iniziato a parlare già a ieri sera come possibile vicepresidente giovane e “di rottura” dopo un’agenzia ANSA che alcuni reputano essere fuoriuscita da fonti leghiste vicine al presidente. Fonti invece vicine a Sorte indicano uno scarso interesse da parte del giovane assessore bergamasco per il ruolo di vice di Maroni, stante il prestigio che deriverebbe dalla carica. In alternativa a Sorte, come vicepresidente potrebbe essere nominato Fabrizio Sala, nel caso non diventasse assessore alla Sanità. Di certo pare che Maroni non voglia assolutamente aprire un rimpasto in profondità, andando a sconvolgere la squadra, per un motivo di opportunità politica: in questo modo darebbe infatti adito di pensare che la sua giunta ha qualcosa da nascondere o che comunque non ha ben operato. E in un momento come questo, la discontinuità sarebbe proprio l’ultimo segnale da dare…
@FabioAMassa