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Editori in fuga dalla Capitale. Tutti a Milano, ma i giornalisti resistono

Editori in fuga dalla Capitale. Tutti a Milano, ma i giornalisti resistono

Dopo la decisione di Sky di trasferire la sede di Roma a Milano, con relative proteste da parte dei lavoratori che si vedono costretti a cambiare città è la volta dei giornalisti Mediaset.

L'assemblea dei giornalisti del Tg5, che si è svolta lo scorso il 3 marzo 2017, ha preso atto dei programmi aziendali contenuti nelle linee guida 2017/2020 comunicate alla Fnsi e al coordinamento dei cdr Mediaset. L'assemblea, recita un comunicato del Cdr diramato dall'associazione Stampa Romana, ritiene fondamentale il ruolo svolto dall'informazione nel gruppo Mediaset anche di fronte a nuovi progetti di sviluppo aziendale. Nel piano triennale non sono chiarite le modalità per raggiungere l'obiettivo di 123 milioni di 'efficienze organizzative', ovvero risparmi, che interesseranno anche il settore news che invece è già stato oggetto di sostanziosi tagli nonostante un forte incremento di produttività.

L'azienda, prosegue la nota, dopo le indiscrezioni circolate su alcuni organi di informazione, ha confermato che è allo studio - insieme ad altre opzioni che riguardano le news - un progetto, che prevederebbe il trasferimento del Tg5 a Milano, progetto al momento solo in fase ipotetica, come puntualizzato dall'azienda, e sul quale non esiste ancora alcuna decisione operativa.

I giornalisti del Tg5, si legge, sono fortemente contrari a questa ipotesi che rappresenterebbe un grave impoverimento dell'offerta editoriale di Mediaset, da sempre garantita anche dalla pluralità di linee editoriali, tra loro diverse e indipendenti, e così percepite dal pubblico. In tutti questi anni Mediaset ha costruito il proprio successo d'impresa, nonché la propria credibilità nelle news, grazie a due forti presenze produttive e giornalistiche a Milano e a Roma, rafforzando nel segno della italianità, la dimensione nazionale e istituzionale di una realtà aziendale privata, capace di rappresentare una vincente alternativa al servizio pubblico.

In questa direzione si era mossa anche la segretaria generale della Cgil Susanna Camusso, con un appello alla Presidenza del Consiglio: non è intenzione delle rappresentanze sindacali innescare una querelle Roma-Milano. E' invece richiesta ferma e comune capire con il Presidente Gentiloni quale sia l'investimento strategico che l'Italia intende fare sulle telecomunicazioni. Una richiesta- era stato sottolineato -  che coinvolge tutti i giganti della comunicazione: “Vale per Sky. Vale per Mediaset. Vale per la Rai".

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