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Milano
Expo: giudici, su appalto alberi Sala agì in buona fede
Beppe Sala

Expo: giudici, su appalto alberi Sala agì in buona fede

All'allora ad di Expo e attuale sindaco di Milano Giuseppe Sala e all'ex manager di Expo Angelo Paris era stata contestata l'accusa di abuso d'ufficio in relazione a un affidamento senza gara alla Mantovani spa che vinse il maxi appalto della fornitura di 6mila alberi per arredare il sito espositivo. Il proscioglimento per Sala era stato deciso dal gup Giovanna Campanile, il 29 marzo scorso del 2018. La Procura Generale aveva fatto ricorso e, il 25 gennaio scorso, la seconda sezione della Corte d'Appello, presieduta da Luigi Piffer, ha confermato la decisione di "non luogo a procedere".

Nelle motivazioni con cui confermano la sentenza di 'non luogo a procedere' nei confronti di Giuseppe Sala, i giudici della Corte d'Appello di Milano argomentano che "l'unica spiegazione logicamente credibile del suo comportamento e' che egli abbia agito in buona fede, confidando nel proprio operato, tanto da trasmettere alla Procura la relazione con cui Sernet (societa' che ha stilato un audit, ndr) aveva evidenziato il ribasso conseguito attraverso la subfornitura dal R.T.I. (Raggruppamento temporaneo imprese) Mantovani". L'esistenza di un accordo tra gli imputati Giuseppe Sala e Angelo Paris, l'allora 'braccio destro' dell'attuale primo cittadino, "si scontra con insuperabili considerazioni di ordine logico, le quali escludono definitivamente la configurabilita' dell'elemento soggettivo del reato contestato", confermando "l'inutilita'" di un processo gia' appurata dal giudice Anna Campanile in udienza preliminare.

La Corte, presieduta da Guido Piffer, sottolinea anche che il cda di Expo "ha nella sostanza autorizzato l'ad di Expo2015 ad agire tramite la procedura di aggiudicazione diretta dell'appalto " come emerge "dai verbali di assemblea, approvati all'unanimita' senza alcuna riserva o contestazione da parte dei consiglieri". A questo proposito, "non si spiega per quale ragione la Procura Generale, ravvisata una violazione di legge di carattere macroscopico, non abbia provveduto a contestare il reato di abuso d'ufficio agli stessi consiglieri del cda". La decisione di affidare la fornitura alla Mantovani, ricordano i magistrati, era stata preceduta dalla rinuncia degli iniziali aggiudicatari dei lavori (Sesto Immobiliare spa e Peverelli srl), nell'ambito della gara bandita nel 2012. Per i giudici, non ci sono in conclusione elementi che facciano ritenere che gli imputati abbiano agito in violazione delle norme che segnavano i limiti dei poteri di deroga conferiti al Commissario Unico di Expo2015 e nemmeno dell'intenzione di consentire un vantaggio patrimoniale alla R.T.I. Mantovani.

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