Milano
Fabrizio Corona, il gip: "Lui e la collaboratrice devono restare in carcere"

Fabrizio Corona deve restare in carcere. Lo ha deciso il gip di Milano Paolo Guidi che ha respinto l'istanza presentata nei giorni scorsi dai suoi legali
Fabrizio Corona deve restare in carcere. Lo ha deciso il gip di Milano Paolo Guidi che ha respinto l'istanza presentata nei giorni scorsi dai suoi legali. L'ex 're dei paparazzi' e' stato arrestato il 10 ottobre con l'accusa di intestazione fittizia dei beni in relazione al ritrovamento nel controsoffitto di un immobile, riconducibile a una sua collaboratrice, di 1,7 milioni di euro.
RESTA IN CARCERE ANCHE LA COLLABORATRICE - Il gip ha respinto anche l'istanza di scarcerazione presentata dalla difesa di Francesca Persi, la collaboratrice di Corona nella cui abitazione, nel controsoffitto, e' stato trovato un milione e settecentomila euro. Nell'interrogatorio di garanzia, Corona, che e' rinchiuso nel carcere di San Vittore, aveva ammesso i "compensi in nero" per le serate nei locali e parlato di due conti in Austria. "I contanti sequestrati e quelli portati in Austria (900mila euro, secondo Corona, ndr) sono frutto del mio lavoro - aveva affermato l'ex agente fotografico - e di quello della societa' Atena (amministrata dalla Persi, ndr) e avevo intenzione di pagare le tasse". Per la difesa, Corona sarebbe ancora in tempo per versare le imposte.
INDENNIZZO PER "PATITE CONDIZIONI DETENTIVE", RICOMINCIA L'ITER - Il magistrato di sorveglianza di Milano dovra' rivalutare la domanda di risarcimento avanzata dall'ex 'fotografo dei vip' Fabrizio Corona, per "patite condizioni detentive in contrasto con la dignita' della persona". La prima sezione penale della Cassazione ha infatti annullato senza rinvio la decisione con cui l'istanza di Corona, relativa al periodo trascorso nel carcere di Opera a Milano per scontare la sua condanna passata in giudicato (9 anni e 8 mesi di reclusione), era stata dichiarata inammissibile dal giudice di sorveglianza milanese. La possibilita' di chiedere un indennizzo per essere stati detenuti in un carcere sovraffollato, e, dunque, in violazione dei principi fissati dalla Convenzione europea per i diritti dell'uomo, e' stata introdotta in Italia con un decreto legge del giugno 2014: la norma prevede la possibilita' di ridurre la pena residua, oppure un risarcimento pari a 8 euro per ogni giorno passato in carcere in condizioni "inumane o degradanti". La Suprema Corte ha rilevato che il decreto del magistrato di sorveglianza e' "nullo per aver fondato la pretesa inammissibilita'" su un'"opinabile interpretazione giuridica delle condizioni per l'accesso ai rimedi risarcitori", legandola al "pregiudizio attuale e grave" e violando la procedura "per omessa convocazione delle parti e mancata celebrazione di udienza con la loro partecipazione". La pronuncia dei giudici di 'Palazzaccio' non riguarda in alcun modo il recente ritorno in carcere di Corona, arrestato il 10 ottobre scorso con l'accusa di intestazione fittizia di beni dopo un periodo passato in affidamento in prova ai servizi sociali.