Guida con telefonino: no al ritiro della patente se l'auto è ferma al semaforo - Affaritaliani.it

Forza Italia Regione Lombardia

Ultimo aggiornamento: 09:32

Guida con telefonino: no al ritiro della patente se l'auto è ferma al semaforo

In Regione Lombardia Giuseppe Licata (FI) propone di rivedere il nuovo Codice della Strada introdotto a dicembre

di redazione

Guida con telefonino: no al ritiro della patente se l'auto è ferma al semaforo

Prosegue in Regione Lombardia il percorso avviato dal consigliere regionale Giuseppe Licata (Forza Italia), firmatario di una mozione che sollecita la revisione dell’articolo 173 del Codice della Strada, nella parte in cui disciplina le sanzioni per l’utilizzo di dispositivi elettronici alla guida. Dopo un primo approfondimento in Commissione Trasporti e un’audizione che ha coinvolto Prefettura, Polizia Locale e associazioni di tutela dei consumatori, si sta ora lavorando ad una proposta da presentare in Consiglio Regionale.

“Con l’entrata in vigore del nuovo Codice della Strada a dicembre 2024 – spiega Licata - sono aumentate in modo sensibile le sanzioni per l’uso del cellulare alla guida, che possono prevedere la sospensione della patente già alla prima infrazione. Tuttavia, l’assenza di una chiara distinzione tra veicolo “in marcia” e veicolo in moto, ma in stato di “fermata”, sta generando interpretazioni diverse tra territori, oltre a sanzioni giudicate eccessive, soprattutto dagli automobilisti che si sono visti ritirata la patente per aver usato il cellulare mentre erano fermi al semaforo o a bordo strada. Dai dati presentati in Commissione emerge un aumento del 55% dei ritiri di patente nei primi tre mesi del 2025, con punte di oltre il 250% in alcune città lombarde. Circa la metà dei provvedimenti riguarda l’uso di dispositivi elettronici, spesso a veicolo fermo”.

“L’obiettivo – continua il Consigliere Licata – è quello di distinguere in modo chiaro e coerente le situazioni in cui l’utilizzo del cellulare alla guida rappresenta un reale pericolo per la sicurezza stradale, da quelle in cui, pur trattandosi di un comportamento scorretto e da sanzionare, il rischio è molto più contenuto, tale da non giustificare la sospensione della patente”.

“Non si tratta di mettere in discussione l’importanza della prevenzione – chiarisce Licata – ma di rendere più proporzionata e omogenea l’applicazione della norma. La sicurezza stradale si ottiene con regole chiare e condivise e instaurando un rapporto di fiducia tra cittadino e istituzioni”.

Anche le audizioni svolte in Commissione hanno confermato l’opportunità di dettagliare in modo meno ambiguo la norma, evidenziando come l’attuale terminologia stia generando disparità di trattamento e disorientamento tra i cittadini.

“Il lavoro condotto in Commissione è stato prezioso – sottolinea il Consigliere – e ha permesso di raccogliere contributi qualificati da tutte le parti coinvolte. Ora stiamo predisponendo un Atto d’Indirizzo che, nel pieno rispetto del quadro normativo nazionale, chiederà al Governo di valutare una rimodulazione più equa e mirata delle sanzioni previste dall’articolo 173, comma 3-bis.” L’atto, in fase di finalizzazione, sarà sottoposto all’Aula con l’auspicio che possa raccogliere la più ampia condivisione tra i gruppi politici, nel segno del buon senso e della buona Politica.