Garlasco, cambio di passo della difesa di Sempio: nel mirino ora c'è l'impronta 33 - Affaritaliani.it

Milano

Ultimo aggiornamento: 09:09

Garlasco, cambio di passo della difesa di Sempio: nel mirino ora c'è l'impronta 33

Cataliotti e Taccia potrebbero chiedere di estendere gli accertamenti anche alla impronta 33 attribuita dagli inquirenti al 37enne

di Roberto Servio

Garlasco, cambio di passo della difesa di Sempio: nel mirino ora c'è l'impronta 33

Garlasco, potrebbe non chiudersi il 18 dicembre l’incidente probatorio disposto dalla gip di Pavia, Daniela Garlaschelli, nell’ambito dell’indagine sull’omicidio di Chiara Poggi che vede indagato Andrea Sempio. Non è escluso, infatti, che la difesa riveda la posizione assunta nei mesi scorsi e chieda di estendere gli accertamenti anche alla cosiddetta impronta 33, individuata su una parete delle scale che portano al seminterrato della villetta di via Pascoli e attribuita dagli inquirenti al 37enne, accusato di omicidio in concorso con altri.

La possibile mossa processuale è ora al vaglio del nuovo pool di legali dell’amico storico di Marco Poggi e sarà discussa dopo il ponte dell’Immacolata, in vista dell’udienza in cui i periti Denise Albani, Domenico Marchegiani e Giovanni Di Censo illustreranno i risultati del loro lavoro. Accertamenti che hanno passato in rassegna, con la presenza dei consulenti di parte, impronte dattiloscopiche e tracce genetiche, comprese quelle estratte dalle unghie di Chiara.

L’ipotesi di includere la “palmare 33” negli esami era stata esclusa mesi fa dal precedente collegio difensivo – composto da Massimo Lovati e Angela Taccia – nonostante il parere del generale Luciano Garofano, allora consulente tecnico della difesa. L’ex comandante dei Ris, poi dimessosi, aveva insistito affinché quel reperto fosse analizzato nell’incidente probatorio. Oggi, con un team difensivo rinnovato – unica conferma l’avvocata Taccia, amica di lunga data dell’indagato – la richiesta potrebbe tornare sul tavolo. La difesa ritiene infatti che quell’impronta, priva di sangue e composta solo da sudore, non sia attribuibile a Sempio dal punto di vista dattiloscopico, parlando di una “inversione di approccio investigativo”.

Una richiesta in tal senso era stata avanzata anche dalla famiglia Poggi, rappresentata dagli avvocati Gian Luigi Tizzoni e Francesco Compagna, ma i pm l’avevano respinta. Se si decidesse di procedere con la nuova analisi, l’incidente probatorio non si chiuderebbe a dicembre e il suo esito entrerebbe come prova in un eventuale processo a carico di Sempio.

Cosa ha stabilito la perizia della genetista Albani

Nel frattempo, la relazione peritale depositata due giorni fa affronta uno dei nodi centrali dell’inchiesta: il Dna maschile recuperato dalle unghie di due dita della mano di Chiara. Secondo la genetista Albani, quel profilo è compatibile con quello di Sempio e con la linea genetica paterna della sua famiglia, con un indice di probabilità “da moderatamente forte a forte” in un caso e “moderato” nell’altro. Tuttavia, non è possibile stabilire come, quando e in quale posizione quel materiale genetico si sia depositato.

A complicare il quadro è anche l’impossibilità, per la perizia, di fornire un risultato “certamente affidabile”: non solo perché le analisi genetiche non consentono certezze assolute, ma anche perché l’esame si è basato sulla rilettura di dati “di aplotipi parziali misti non sottoposti a consolidamento”, dunque non identificativi.

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