Milano
Garlasco, il consulente De Stefano contrattacca: “Appunti scomparsi? Nessun mistero, ora denuncio”
Il consulente nominato dalla Corte d’Assise d’Appello chiarisce la consegna degli appunti alla genetista Albani e annuncia azioni legali. Il giallo della presunta scomparsa del verbale del 2014

Francesco De Stefano
Garlasco, il consulente De Stefano contrattacca: “Appunti scomparsi? Nessun mistero, ora denuncio”
“Nessun giallo, nessun mistero”. Con parole nette il professor Francesco De Stefano interviene per respingere le accuse emerse nelle ultime settimane sul suo operato nell’ambito del processo bis per l’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco. L’esperto chiarisce di aver consegnato personalmente alla genetista Denise Albani, “su sua esplicita richiesta”, gli appunti raccolti nel corso della perizia svolta nel 2014 nel procedimento a carico di Alberto Stasi.
De Stefano, già ordinario di Medicina legale all’Università di Genova e presidente dei genetisti forensi, era stato nominato dalla Corte d’Assise d’Appello di Milano nel processo d’appello bis che ha portato alla condanna definitiva di Stasi a 16 anni di reclusione. Il suo lavoro costituisce uno dei presupposti tecnici su cui si basa anche la nuova inchiesta della Procura di Pavia sul delitto di Garlasco, che vede imputato Andrea Sempio, amico del fratello della vittima.
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Garlasco, il giallo della presunta scomparsa di un verbale del 2014
Negli ultimi giorni alcuni media hanno parlato della presunta scomparsa di un verbale manoscritto redatto nel 2014 sulla compatibilità di due tracce di Dna, ritenuta da alcuni una circostanza “grave”, anche alla luce delle successive valutazioni dell’esperto sul “Dna degradato e non comparabile”. Ricostruzioni che De Stefano respinge con decisione.
“Respingo fermamente le accuse con cui si è tentato di mettere in discussione il mio operato, cercando di screditare le conclusioni cui sono pervenuto nella perizia svolta su incarico della Corte”, afferma l’esperto, annunciando di aver conferito mandato all’avvocato Patrizio Rovelli per intraprendere “ogni opportuna iniziativa, anche di natura penale, a tutela della mia onorabilità professionale e della mia immagine pubblica”.













