Garlasco: se non si arrivasse al rinvio a giudizio, Sempio avrebbe diritto ad un risarcimento? - Affaritaliani.it

Milano

Garlasco: se non si arrivasse al rinvio a giudizio, Sempio avrebbe diritto ad un risarcimento?

Indagato per il delitto di Chiara Poggi e da mesi sotto i riflettori. Ma Andrea Sempio potrebbe anche non essere processato. A quel punto potrebbe chiedere un risarcimento? E nei confronti di chi?

di redazione

Garlasco: se non si arrivasse al rinvio a giudizio, Sempio avrebbe diritto ad un risarcimento?

L'epilogo della nuova indagine a carico di Andrea Sempio è ancora tutto da scrivere. E ci vorrà molto tempo. Come noto, sono in corso in questi giorni gli incidenti probatori su materiale mai analizzato nelle precedenti indagini. Gli esiti definitivi arriveranno solo in autunno e contribuiranno a formare la scelta del gup che dovrà esprimersi su un eventuale rinvio a giudizio. Il processo - se ci sarà - non è dunque nemmeno iniziato, nonostante da mesi Sempio sia sotto i riflettori in veste di indagato. Con i media che hanno sviscerato il suo passato, interpretato ogni sua parola, costruito ogni genere di scenari ipotetici e possibili. E' quindi lecito chiedersi: se alla fine le indagini  non conducessero ad un processo, Sempio avrebbe diritto a qualche forma di risarcimento? 

Lo Stato non risarcisce chi è semplicemente stato indagato

Da parte dello Stato, in linea generale, la risposta è: no. Una persona indagata che non è stata sottoposta a custodia cautelare (carcere, arresti domiciliari, obblighi restrittivi) e che vede il procedimento chiuso con un provvedimento di non luogo a procedere non ha automaticamente diritto a un risarcimento. Questa è la posizione attuale di Sempio. Che non può appellarsi all'errore giudiziario (art. 643 c.p.p.), che si applica solo in casi di condanna seguita da revisione, né alla ingiusta detenzione (art. 314 c.p.p.), perchè come detto non è stato sottoposto a misura carceraria o domiciliari. La responsabilità civile del magistrato (Legge Vassalli, Legge 117/1988) può essere contestata solo dopo un giudizio davanti alla Corte d'Appello. L'unica strada per Sempio è in sede civile ordinaria per chiedere un risarcimento se l’indagine ha causato un danno oggettivo alla reputazione. Quali le casistiche? Diffusione indebita del nome, violazioni del segreto istruttorio, comportamenti lesivi da parte degli inquirenti. Ad oggi tutte fattispecie già da escludere o di cui bisognerebbe dimostrare la fondatezza.

Sempio e gli eventuali comportamenti lesivi da parte dei media

Eppure Sempio potrebbe avere argomenti per affermare di essere stato danneggiato da questa indagine. Nella giornata di ieri il suo legale Massimo Lovati ha confermato che il suo assistito è tornato a vivere dai genitori in quanto non gli è stato confermato il contratto sul posto di lavoro. Un danno quindi economico e non solo, generato - questo quanto lascia intendere l'avvocato - dal clamore mediatico attorno alla vicenda. E proprio gli eventuali comportamenti lesivi da parte dei media potrebbero essere alla base di eventuali richieste di risarcimento danni da parte di Sempio.  Un precedente relativamente vicino c'è: lo scorso 29 aprile conduttore e autore di un servizio de Le Iene dedicato ala caso Garlasco andato in onda nel 2022 sono stati condannati per diffamazione aggravata nei confronti di Stefania Cappa. Per lei è stato disposto un risarcimento da 10mila euro. Ma c'è una differenza sostanziale: Stefania Cappa, a differenza di Andrea Sempio, non è una persona indagata. 
 

La strada sarebbe comunque quella: intentare una causa civile contro i responsabili di violazioni, accoppiata al penale o contabile. Il risarcimento potrebbe in tal caso essere sia patrimoniale, per spese legali o mancati guadagni, sia non patrimoniale, per danno morale o di immagine. Sempio dovrebbe però essere in grado di documentare l’impatto concreto: pubblicità negativa, danno professionale, diffamazione.

LEGGI TUTTE LE NOTIZIE DELLA SEZIONE MILANO
    
    








A2A