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Milano
Governo, Fontana ad Affaritaliani.it: "Renzi? Non staccherà la spina"
Attilio Fontana

Governo, Fontana ad Affaritaliani.it: "Renzi ha la golden share, ma non staccherà la spina"

"Renzi ha la golden share sul governo Conte bis. E non staccherà la spina perché ha paura delle urne. L'Autonomia? Bisogna capire se la linea la detta Zingaretti, che è contro, o Bonaccini che è a favore". Attilio Fontana, in una intervista esclusiva ad Affaritaliani.it attacca frontalmente il governo e su Salvini spiega: "Non ha fatto né bene né male a rompere. Era semplicemente inevitabile". L'INTERVISTA DI AFFARITALIANI.IT

Pare che questo Governo non intenda fare nessun passo verso l’autonomia. Quindi che scenari si possono presentare nel breve periodo?
Va chiarito subito che nella nuova coalizione di governo convivono due anime politiche diversamente contrarie all’autonomia. I 5 stelle erano contrari già nel precedente governo, tant’è che hanno frapposto continui ostacoli, prima tecnici e poi politici sulla strada della riforma. Il Pd, da parte sua, non ha mai chiarito se è Zingaretti, anti autonomista, o Bonaccini, autonomista, a dare la linea.
Così, nella migliore tradizione democristiana, interviene il ministro per le regioni Boccia che dichiara l’intenzione di fare la riforma, ma la subordina alla esigenza di risolvere prima tutti gli squilibri e le difficoltà del Paese. Mi sembra solo un banale rinvio truccato con gli alti principi dell’eguaglianza, finora mai risolti.

La Lombardia è il motore dell’Italia, la Lombardia insieme al Veneto ha visto una massiccia vittoria del sì al referendum per l'autonomia. Può essere questo il motivo per cui Matteo Salvini ha deciso di rompere? L'autonomia richiesta e disattesa?
Certo, L’Autonomia era un punto centrale del contratto di governo e uno dei temi maggiormente orientati all’ammodernamento del Paese. Ma il blocco dell’azione di governo non era visibile solo su questo. Ogni proposta che veniva da Salvini, ad esempio per la manovra finanziaria, trovava un controcanto e ostacoli da parte dei 5 Stelle. Obiettivamente, era difficile proseguire.

Quali sono le azioni che da presidente di Regione intende portare avanti? Saranno passi fatti in solitaria o insieme al suo collega Luca Zaia?
Noi certamente non molliamo. Lo dobbiamo ai milioni di cittadini che con il voto referendario si sono espressi in modo esplicito. Lo dobbiamo ai nostri dirigenti che per un anno si sono impegnati su ogni tavolo negoziale in ciascuno dei ministeri chiamati a dare risposte, con un lavoro paziente e approfondito. Lo dobbiamo al paziente lavoro di cucitura svolto dalla ministra Erika Stefani, la cui pazienza è stata pari solo alla sua competenza. Noi proseguiremo questa battaglia per responsabilizzare gli amministratori, per ammodernare il paese e contribuire a renderlo più semplice e amico dei cittadini. Siamo determinati a proseguire e attendiamo una proposta da parte del Governo. La valuteremo insieme a Luca Zaia e a Stefano Bonaccini e metteremo in campo le azioni più opportune da proporre.

Ha qualcosa da recriminare sull’operato di Matteo Salvini?
Come dicevo, non ha fatto ne’ bene ne’ male a staccare la spina. Era semplicemente inevitabile. Quindi, nessuna recriminazione.

Cosa pensa di questo Governo? E' vero che ha rifatto pace con l’Europa. Pensa che questa pace abbia un prezzo o porti vantaggi?
Nessuno ha fatto la guerra all’Europa, quindi il tema non è fare la pace. La questione era se accettare che il governo italiano avesse bisogno di badanti finanziari che non hanno nessun mandato democratico e popolare, oppure se fosse giunto il momento di cambiare le politiche europee a vantaggio delle comunità e dei cittadini. Con il Conte bis assistiamo alla restaurazione dell’asse franco tedesco e a una politica sostanzialmente eterodiretta da Bruxelles. In cambio sembra che l’Europa forse consentirà di fare un po’ più di deficit nella prossima manovra.

Ovviamente la gente guarda al portafoglio: spread basso uguale risparmi. Potrebbe anche innamorarsi del Governo in carica?
Non credo che il meccanismo dello spread, a volte quasi telecomandato, abbia una influenza diretta sulle tasche degli italiani. Quello che salda il sentimento popolare con l’azione di governo è ben altro. Io credo che la ricetta proposta dalla Lega in vista della manovra finanziaria fosse quella giusta: la flat tax, una riduzione delle tasse per le imprese, la responsabilizzazione dei cittadini con la sfida di pagare meno e pagare tutti. Crescita, Infrastrutture, sicurezza e responsabilità: è questo per me il modo per interpretare il volere dei cittadini.

Quali sono i rischi che lei vede al momento?
Il rischio principale che vedo con la manovra proposta è quella delle solite vecchie ricette assistenzialistiche, che intendono tassare e redistribuire forzosamente il reddito in maniera improduttiva. Noi abbiamo bisogno di fare ripartire le aree più dinamiche del Paese e di coinvolgere in questo sforzo anche chi oggi è più indietro. Credo nella collaborazione fra le regioni, credo nello scambio delle buone pratiche, credo nella buona amministrazione controllata dal basso dai cittadini secondo il principio dell’autonomia e della sussidiarietà. Se verrà frenato il percorso della riforma dell’autonomia, questa prospettiva si perderà.

La nuova formazione di Renzi potrebbe essere in grado di staccare la spina?
Intanto Renzi, con Prodi e gli ambienti europei più conservativi, la spina l’hanno attaccata, impedendo ai cittadini di questo Paese di scegliersi il proprio governo attraverso le elezioni. Poi vedremo. Certo che Renzi ha in mano la golden share sul nuovo esecutivo. Ma lui, come gli altri, ha troppa paura del voto e non credo che metterà in discussione il Conte bis, almeno finché non incasserà un po’ di nomine nella tornata di primavera, confermando che la ricerca delle poltrone è il vero collante di questo governo.

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