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Milano
Grande Brera, Sala ci crede: "Ma i musei vadano nelle periferie"
Brera

Grande Brera. Il progetto di ampliamento della Pinacoteca milanese, con annesso adeguamento della caserma Mascheroni Magenta e Caracciolo, destinata alle attività dell’Accademia di Belle Arti, è tornato al centro dell'agenda politica milanese. Quantomeno, se ne è parlato nuovamente in un contesto pubblico di rilievo: il saluto del sindaco Beppe Sala ai 3.300 delegati provenienti da 130 Paesi del mondo che stanno partecipando in questi giorni alla conferenza generale dell'Icom, consiglio internazionale dei musei, presso il centro congressi di Mico. "Un grande progetto - ha detto il sindaco -, spero possa essere una delle opere del mio mandato, ma dobbiamo spiegarlo bene alla città il progetto che intendiamo realizzare. A Palazzo Citterio siamo a buon punto con i lavori di ingrandimento, adesso c’è da lavorare sul trasferimento di una parte dell’Accademia alla caserma Mascheroni".

Con i 40 milioni garantiti a maggio dal ministro Dario Franceschini al direttore James Bradburne, il progetto sembra poter uscire dalle pastoie che lo accompagnano sin dalla sua presentazione nel 2008: da allora si sono visti solo i 23 milioni stanziati dal Cipe nel 2013 per la sistemazione conservativa di Palazzo Citterio, in vista dell’allargamento della Pinacoteca.

Nelle intenzioni espresse da Sala, quello della Grande Brera dovrà essere un progetto che si armonizza in un contesto più ampio di fruizione della cultura in città. Il sindaco guarda infatti anche alle periferie. Ha affermato: "Vogliamo dare maggiore autonomia ai nostri musei e riportarli nei quartieri periferici non come sedi di rappresentanza, ma come centri vivi e partecipati di cultura in dialogo con le scuole e il territorio". Questo principio è stato inserito nella "Dichiarazione di Milano", che sarà votata dall'assemblea di Icom al termine dei lavori.

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