Milano
Dalai Lama a Milano: cittadinanza onoraria. Comunità cinese in rivolta










Il Dalai Lama è a Milano. Comunità cinese in rivolta per il conferimento della cittadinanza onoraria
LA CRONACA DELLA GIORNATA DEL DALAI LAMA A MILANO
IL DALAI LAMA E' CITTADINO DI MILANO. E SCHERZA: "CHE DIRITTI HO?"
Il Dalai Lama e' cittadino milanese. Adesso e' ufficiale. Il presidente del Consiglio comunale Lamberto Bertole' durante una cerimonia la teatro degli Arcimboldi lo ha dichiarato "ufficialmente cittadino milanese, tra gli applausi di oltre 2.000 studenti dell'Universita' Bicocca. Sua Santita' si alza i piedi e ringrazia a mani giunte. "Adesso vorrei sapere quali sono i miei diritti e quali i miei doveri. Mi piacciono piu' i diritti" scherza, dicendomi molto "felice e onorato" del riconoscimento. "La motivazione - dice Bertole' - esprime l'affinita' con i valori che lei testimonia nel mondo come testimone di pace e dialogo tra i popoli. La storia della nostra citta' - aggiunge - e' una storia di pace e dialogo. Milano riconosce in lei questi stessi valori. E' un esempio prezioso per la nostra citta'" che usa la cultura e l'innovazione come strumento di pace.
LA CINA PROTESTA: "FERISCE I SENTIMENTI DEL POPOLO"
Da Roma e' arrivata la protesta dell'ambasciata cinese per la visita a Milano del Dalai Lama, leader spirituale dei tibetani: "Il fatto che il Consiglio comunale, le altre istituzioni siano presenti con connivenza alla visita del Dalai Lama e gli conferiscano la cittadinanza onoraria ha ferito gravemente i sentimenti del popolo cinese", si legge in un comunicato, "tutto cio' ha un impatto negativo sui rapporti bilaterali e sulle cooperazioni tra le regioni dei due Paesi". "Il quattordicesimo Dalai Lama non e' una figura puramente religiosa, ma e' un politico in esilio che da anni si presenta in veste religiosa nello svolgimento delle attivita' separatiste contro la Cina"; si premette nella dura nota diffusa dall'ambasciata. "Il fatto che il Consiglio comunale di Milano, le altre istituzioni e persone siano presenti con connivenza alla visita del Dalai Lama a Milano e conferiscano a lui la cittadinanza onoraria, ha ferito gravemente i sentimenti del popolo cinese - si afferma -. Tutto cio' ha un impatto negativo sui rapporti bilaterali e sulle cooperazioni tra le regioni dei due Paesi. La Cina, con i suoi rappresentanti istituzionali, esprime forte rimostranza e ferma opposizione".
"Negli ultimi decenni, grazie alle politiche agevolate e gli aiuti finanziari del governo centrale, alla dinamica amministrazione del governo regionale e ai grandi contributi compiuti dal popolo residente, di ogni etnia, della regione autonoma del Tibet, si sono ottenuti splendidi successi nello sviluppo economico-sociale, nel miglioramento della vita, nelle opere pubbliche - si sostiene -. Sono aumentati gli sforzi economici per promuovere ulteriormente la cultura, l'istruzione, la religione e la tutela ambientale. Il popolo di ogni etnia, dell'area tibetana, percepisce i tangibili benefici che non hanno precedenti nella storia della regione; tali benefici sono i frutti della prosperita' e della stabilita'". "Negli ultimi anni, le cooperazioni sino-italiane di vari settori stanno vivendo un ottimo momento - si sottolinea -. L'Italia e' diventata uno dei maggiori destinatari degli investimenti cinesi in Europa, gli scambi nei campi dell'economia, della scienza e tecnologia, della cultura sono sempre piu' attivi e intensi, dimostrandosi la vitalita' energetica delle cooperazioni bilaterali sostenuti dai mutui interessi. Negli anni a venire, si vedranno ancora piu' potenzialita' negli scambi del commercio e degli investimenti, nei coordinamenti e collegamenti delle strategie di sviluppo rispettive, nelle cooperazioni sotto il quadro dell'iniziativa di One Belt One Road. Speriamo che le parti interessate possano prendere in severa considerazione dei rapporti bilaterali, e impegnarsi in modo positivo della promozione dell'amicizia e della cooperazione tra i due Paesi".
DALAI LAMA: APPREZZO BERLINGUER
Il Dalai Lama ha citato Enrico Berlinguer durante la conferenza stampa in arcivescovado a Milano per parlare del rapporto tra religione e politica. "Ho apprezzato molto Berlinguer - ha esordito -. Mi hanno detto che Berlinguer, che era un comunista, aveva tanto rispetto per la religione, andava tutte le domeniche in chiesa ad accompagnare la moglie". "Scherzo su una contraddizione interna - ha aggiunto la massima autorita' spirituale del Tibet - , il fatto che il partito comunista cinese non ha religione. Chiaramente in Cina ci sono 400 milioni di praticanti buddhisti. Ma il partito comunista no". "Allora dico ai cinesi se siete tanto preoccupati della reincarnazione del Dalai Lama - ha continuato - dovreste accettare la reincarnazione come concetto e pensare anche alla reincarnazione di Mao Tse Tung e di Deng Xiaoping. I cinesi comunisti devono accettare una rinascita".
IL CARDINALE SCOLA: UNITI SUI TEMI DI PACE E AMORE
Dialogo e impegno sui temi della pace, sull'amore e la compassione. E' questo che unisce il cardinale Angelo Scola, Arcivescovo di Milano e il Dalai Lama, che oggi al termine di un incontro in Arcivescovado hanno tenuto una conferenza stampa congiunta. "Ci siamo incontrati su un punto molto importante - spiega il Cardinale - e cioe' nonostante le grandi differenze che esistono per contenuti nelle nostre diverse fedi religiose, sul piano pratico possiamo trovare dei punti costruttivi che sono il tema della pace, dell'amore e del rispetto del diritto di ogni uomo, del rapporto sociale giusto". Apprezzamento per le parole di Scola da parte del Dalai Lama che assicura il suo "impegno per promuovere i valori umani e sviluppare armonia". "Noi siamo una famiglia di sette miliardi di esseri umani su questo mondo, percio' dobbiamo sviluppare i valori che sono alla base, e cioe' l'amore e la compassione - dice Tenzin Gyatso - Siamo tutti nati da una madre, nutriti dal suo affetto. Affetto e compassione sono un seme insito in noi per natura. Dal punto di vista del cristianesimo, tutti questi sette miliardi di esseri umani sono stati creati dallo stesso Dio. Questo pensiero aiuta, e' di grandissimo beneficio, per capire che siamo tutti fratelli e sorelle". "Tutti vogliamo una umanita' migliore - continua il Dalai Lama - anche se ci sono varie filosofie e varie correnti religiose che servono a sviluppare questi concetti. Per esempio il fatto che siamo qui con religioni diverse non deve essere un deterrente all'unita'. Nel buddismo per esempio abbiamo 4 correnti. Che non vuol dire che il Buddha era confuso, ma che ha insegnato a diverse mentalita', tutti abbiamo mentalita' e attitudini diverse". Ma "abbiamo tutti lo stesso scopo - conclude - una meta comune, che ci siamo individui migliori".
IL DALAI LAMA E' ARRIVATO A MILANO
Il Dalai Lama e' arrivato nello scalo milanese di Linate. E secondo il programma e' stato accolto dal sindaco Giuseppe Sala, per un breve incontro riservato, come conferma il suo entourage. La giornata di Sua Santita' il Dalai Lama continua in Arcivescovado, per in incontro con il cardinale Angelo Scola, una delegazione di vescovi ausiliari della Diocesi di Milano e persone impegnate nel dialogo religioso.
DALAI LAMA A MILANO: SUBITO INCONTRO CON SALA E POI... IL PROGRAMMA DELLA GIORNATA
Al suo arrivo il Dalai Lama sara' accolto da Monsignor Luca Bressan, Vicario episcopale per la Cultura, la Carita', la Missione e l'Azione Sociale. Poi si spostera' nel centro tibetano Ghe Pel Ling, per poi andare all'incontro organizzato dall'Universita Milano Bicocca al teatro degli Arcimboldi, dove gli sara' conferita la cittadinanza onoraria.
DALAI LAMA A MILANO: PROTESTA LA COMUNITA' CINESE
“Consideriamo negativamente l’iniziativa di concedere la cittadinanza onoraria al Dalai Lama e pur rispettando le scelte del Consiglio Comunale, ovviamente, ribadiamo il nostro diritto al dissenso su queste, considerando la regione del Tibet parte integrante della Cina da secoli e consideriamo anche i toni esasperati ed estremi di una minoranza della comunità cino-milanese altrettanto negativi. La nostra missione è unire e integrare, non dividere ed esasperare”.
Così Francesco WU, presidente dell’Unione Imprenditori Italia-Cina, l’associazione tra le più rappresentative, soprattutto tra le seconde e terze generazioni della comunità cino-milanese, sulla questione sul conferimento della cittadinanza onoraria al Dalai Lama e la conseguente protesta della comunità cinese di Milano. E aggiunge:
“Sulla questione Tibet si sono dette e si dicono cose non corrispondenti alla realtà storica, così come si continua a far passare sotto una veste religiosa attività squisitamente politiche, comprese quelle locali di speculazione a fini propagandistici contro l’integrazione e la multiculturalità. Ma questo non può giustificare nessun scontro e nessuna esasperazione dal sapore nazionalista che rasenta l’offesa. Il modo di vivere e concepire i rapporti della stragrande maggioranza della comunità cino - milanese è esattamente all’opposto, improntata all’incontro, alla comprensione e alla collaborazione”.
E conclude: “Ci ritroviamo nelle parole e nei gesti del Sindaco Sala, pur continuando a considerare quella del Dalai Lama una figura più politica che religiosa, vista la sua non certo maggioritaria rappresentatività tra i fedeli buddisti, tanti dei quali sono anche nella nostra comunità insieme a tanti cristiani e intendiamo proseguire il percorso d’integrazione e comune sviluppo della nostra città. Anche attraverso iniziative dal forte valore simbolico unitario, come quella dell’intitolazione di una via cittadina a Ho Feng Shang, lo “Schlindler Cinese”, un’iniziativa che condividiamo già con organizzazioni non della comunità cino – milanese, come quella del Giardino dei Giusti. Questo per noi significa essere milanesi di nuova generazione, cioè unire le proprie origini e le proprie radici culturali alla comune ispirazione di una Milano sempre più viva, giusta e internazionale. Lontani da settarismi e dalle estremizzazioni, di qualsiasi provenienza.













