Milano
Il nuovo idolo del web milanese? E’ rasta. Fa le foto e segue tutti gli eventi





Non c'è un evento, un concerto o un convegno a cui non presenzi armato di cellulare e caricabatteria portatile...
di Franco Salento
«Mi hanno scambiato per un agente della Digos, per uno spacciatore, per un pedofilo e per un pazzo», racconta mentre si aggira col telefono in mano tra gli stand della Festa de L'Unità allo scalo di Porta Romana. «La verità è che sono soltanto curioso». Si chiama Alessandro e la sua storia inizia 37 anni fa da una famiglia della periferia milanese. È a scuola, quando i compagni lo riempiono di pallonate («Non ero molto integrato...»), che trova un ruolo e un senso alla sua presenza «filmando con la telecamera dell'istituto la recita scolastica». Da lì si appassiona alla fotografia reflex. Si trascina al liceo linguistico e agguanta a fatica un diploma.
Poi, si ferma. Non fa l'Università perché non può permettersela, spiega, ma anche perché non saprebbe che cosa fare. Alessandro non è capace, non sopporta, di fare una cosa sola. Si arrangia senza successo con qualche lavoretto: «Ho provato a fare il barista, il cameriere e il cassiere. E' sempre andata malissimo. Sono lento». Il posto fisso? «Non potrei stare otto ore in un posto e magari perdermi l'evento di Pisapia che parla in Feltrinelli», risponde, serio.
Perché è questa l'ossessione di Alessandro: essere presente. Individuare un assembramento di persone, dopo aver scorso la pagina culturale dei giornali locali, e immergercisi dentro, da solo, armato dei capelli rasta lasciati crescere «negli ultimi 13 anni» e di un cellulare scassato «preso coi punti Vodafone». «E' il mio modo di connettermi col mondo». Poi si volta di scatto. Un relatore ha acceso il microfono. «Scusa un attimo, c'è un evento da tirar giù, torno subito».
Si avvicina alla prima fila, alza il cellulare con entrambe le mani e scatta. Ha «tirato giù» l'evento, che chissà cosa voglia dire poi. Delle foto non se ne farà niente: «Non le metterò né su Facebook né in qualsiasi altro sito, al massimo nel mio pc». Che eventi predilige? «Di tutto. Dall'orchestrina nella balera al concerto al Magnolia».
Chiedergli come sia la sua giornata tipo da «osservatore di eventi» è inutile: il rasta che fa le foto non ha una giornata tipo. «Sono in giro da due giorni, oggi ho fatto solo quattro eventi. Dopo magari vado al Magnolia, poi torno a casa a dormire qualche ora e riesco». Già, lui lavora anche di notte. La corsa a tirar giù avvenimenti non finisce mai. E nella marcia lui è avvantaggiato, non avendo un lavoro, un amico o una fidanzata che possano trattenerlo. «Sono un emarginato sociale, un po' paranoico. Non mi associo molto alla gente. Non ho soldi né lavoro». Qual è il suo sogno? «Adesso, è andare al prossimo evento». E certo, lui è il rasta che fa le foto.