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Milano
Il pattume vale miliardi: dove sono i fan di Greta?
(foto di cristian palmer su unsplash)

di Fabio Massa
Le nostre bottiglie in plastica, i cartoni che non sappiamo dove buttare dopo aver aperto i pacchi di Amazon. Le bottiglie del latte. Insomma, il nostro pattume. Vale miliardi di euro. Come abbiamo scritto ieri su Affaritaliani.it Milano (QUI), c'è - senza che praticamente nessuno lo sappia - in discussione un accordo tra CONAI e ANCI del valore di 3 o 4 miliardi di euro in cinque anni. Il meccanismo è semplice: i produttori pagano a un consorzio (il CONAI) dei soldi per lo smaltimento. Quanto e in che modo viene usato questo flusso infinito di denaro, lo decide un accordo con l'ANCI, l'associazione nazionale comuni italiani. La logica sarebbe anche giusta: di fatto i Comuni sul territorio decidono come usare le risorse per lo smaltimento, considerato che la raccolta differenziata viene fatta su base comunale. Il problema è che tutta questa trasparenza sulle "delegazioni trattanti", ovvero su chi sta discutendo - e da una parte (ovvero ANCI) e dall'altra (ovvero CONAI) - non c'è affatto. Mancano i curriculum, le liste dei nomi, le dichiarazioni di incompatibilità. E da parte del CONAI addirittura è arrivata ad Affaritaliani.it Milano la risposta che no, della loro delegazione trattante non si possono sapere i nomi, "solo che fanno parte del cda". E fin qui, senza neppure entrare nel merito dell'accordo, già emerge un problema. Anche perché sul merito, e su molto altro si sta muovendo Alessandro Manuel Benvenuto, presidente della commissione Ambiente alla Camera. L'esponente leghista ha iniziato una serie di audizioni che - secondo quanto può riferire Affari - si dovrebbero concludere tra luglio e settembre. Audizioni dai contenuti assolutamente interessanti, che magari anche i più sfegatati fan di Greta dovrebbero conoscere, considerato che la lotta per un ambiente migliore passa prima di tutto da là.

Nell'ambito di questa inchiesta (che si compone di più parti), Affaritaliani.it Milano ha scritto alla presidenza di ANCI per sapere della mancanza di trasparenza sulle delegazioni trattanti e perché - soprattutto - mancano le dichiarazioni di incompatibilità (di fatto, una certificazione che nessuno dei trattanti ha interessi confliggenti con la carica). La portavoce del presidente Decaro (sindaco di Bari e numero uno di ANCI), Adriana Logroscino, ha risposto per iscritto precisando che non si tratta di frasi utilizzabili come virgolettato del presidente. Dunque, una risposta ufficiale ma che il presidente non intende attribuirsi. Che cosa risponde ANCI?

Prima di tutto: "I componenti della delegazione trattante per la negoziazione dell’accordo Quadro Anci Conai sono: Ivan Stomeo (sindaco di Melpignano e delegato del presidente per la materia), Enzo Bianco (presidente del consiglio nazionale dell’Anci), Mauro Barisone (vicepresidente di Anci Piemonte) Franco Bonesso (rappresentante delle Anci regionali), Alberto Bellini (professore ordinario dell’università di Bologna), Federico Mensio (presidente commissione Ambiente del Comune di Torino)".  Come già scritto, Bonesso e Bellini non sono solo due tecnici: il primo è stato vicepresidente della Provincia di Treviso per il Pdl. Il secondo, assessore a Forlì con il centrosinistra. Ma torniamo alle risposte di ANCI in merito a dimissioni e autosospensioni: "Alcune incomprensioni nella delegazione hanno portato alle dimissioni di un componente. Il presidente Decaro sta personalmente lavorando per far rientrare le dimissioni e  ricomporre la delegazione, per poi portare sul territorio i risultati della trattativa", scrivono dall'associazione nazionale comuni italiani. 

"Riguardo alla comunicazione sul sito, questa delegazione non è pubblicata, è vero, come non sono pubblicate tante altre delegazioni che rappresentano l’Anci ai numerosissimi tavoli di lavoro e negoziazione ai quali l’associazione partecipa - scrive ANCI - Sul sito “Amministrazione Trasparente” l’Anci, fin dal 2016 (cioè dall’entrata in vigore del decreto Madia ma, soprattutto, rispondendo a una forte volontà politica espressa dal presidente e da tutto il Consiglio Nazionale) assicura la massima pubblicità all’attività dell’associazione. Il cosiddetto “albero della trasparenza”, contiene tutti i dati e le informazioni obbligatoriamente previsti in base al decreto legislativo n. 33/ 2013. La pubblicazione delle delegazioni trattanti non rientra tra tali obblighi normativi, ma siamo sempre disponibili a fornire qualsiasi dato o informazione accessibile tramite accesso civico, tant’è che abbiamo anche approvato un apposito regolamento, anch’esso pubblicato sul sito. Naturalmente l’Anci non può rispondere della mancata pubblicazione o comunicazione dei delegati della controparte".

Ma c'è di più, e qui la questione si fa interessante. Perché ANCI scrive, rispondendo a una domanda di Affaritaliani.it: "A riprova della massima trasparenza dell’associazione c’è che nell’ambito dell’inchiesta è stato facilmente ritrovato sul sito gli incarichi di docenze (erroneamente intesi “di consulenza”) affidati anche ad alcuni componenti della delegazione trattante dell’Anci, per attività di formazione e informazione, previste dall’Accordo Quadro in scadenza, un’attività tesa a contribuire ad aumentare la capacità degli operatori di comprendere e sfruttare al massimo le opportunità offerte dell’Accordo. Gli incarichi sono firmati dall’Anci e pubblicati sul sito “amministrazione trasparente” dell’Anci, così come il curriculum vitae dei soggetti incaricati e la dichiarazione della titolarità di altri incarichi ai sensi e per gli effetti dell’articolo 15 del decreto legislativo n. 33/ 2013". In pratica ANCI giustifica il fatto che alcuni membri della delegazione trattante sul lato ANCI abbiano percepito soldi dal consorzio CONAI. Chi sono? E in che modo sono stati pagati? Eccoli.

Franco Bonesso ha percepito soldi da CONAI fin dal 2017. Dal 2 ottobre al 19 ottobre, per una docenza, euro 2250. Poi, dal 7 al 13 novembre e dal 15 al 29 novembre, altre due docenze da 1800 euro l'una. Stop per un anno, e si arriva al 2019: a gennaio 450 euro, due volte, per una giornata di lavoro. Il primo febbraio, un giorno di lavoro, altri 450 euro. Nuova docenza dall'8 marzo al 21 marzo: 1350 euro. Mentre è sotto contratto per 1350 euro, nuova docenza spot da 450 euro il 12 marzo.

Poi c'è Alberto Bellini, l'ex assessore di Forlì: per lui meno incarichi e docenze. Anche qui, nel 2017 e nel 2019, con il 2018 anno di stop. 450 euro per un giorno di lavoro il 12 settembre 2017, 900 euro dal 17 ottobre al 14 novembre, 900 euro per due giorni di lavoro dal 21 al 22 novembre 2017. Poi il 2019: 450 euro il 16 gennaio, 450 euro il 17 gennaio, 450 euro il 22 febbraio, 450 euro l'8 marzo.

Per ANCI, formalmente, non ci sono problemi di sorta. Anzi, meglio. Scrive ANCI: "Aggiungiamo che, su forte input del delegato politico, quest’anno gli incontri di formazione sono stati arricchiti da giornate di “ascolto” dei territori con lo scopo di raccogliere le migliori idee per una negoziazione partecipata e una condivisione dal basso dei contenuti del nuovo Accordo. Se alcuni componenti della delegazione trattante nominati dall’Anci, hanno ricevuto dalla stessa associazione l’incarico di docenza per una o più giornate di formazione territoriale aventi le suddette finalità istituzionali, si comprende come non solo non sussistano incompatibilità di legge con chi li ha designati, ma al contrario, vi siano motivi di opportunità per il conferimento di tali incarichi a persone peraltro altamente qualificate: gli stessi avrebbero potuto infatti fare tesoro dell’ascolto dei territori in sede di trattativa". Non c'è motivo di dubitare che sia tutto legale. Ma è opportuno? In tempi in cui la politica viene sollecitata ad andare oltre alla divisione legale-illegale, ed entrare nel campo della moralità, ci si può chiedere se è morale che mentre si tratta con CONAI di facciano docenze pagate da CONAI? 

In base a questa logica, all'interno di una riflessione critica, si potrebbe dire - per paradosso - che se un dirigente del Comune di Milano viene chiamato a fare delle docenze pagate sul territorio da una società con la quale il Comune è in trattativa per un'opera sul territorio, non ci sarebbe nulla da obiettare perché così avrebbe l'opportunità di ascoltare le istanze del territorio.

NOTA:  La portavoce di ANCI ci scrive: "I soldi sia Bonesso che Bellini li hanno percepiti da Anci. Non dal Conai. E sono soldi di Anci ottenuti da Anci nell’accordo vigente per fare formazione sul territorio per diffondere la raccolta differenziata”. Ma nella sezione “trasparenza” nella descrizione vi è scritto “DOCENZA CONAI”. Dunque, chi paga la docenza? ANCI o CONAI? O sono soldi che paga ANCI dopo averli ricevuti da CONAI?

fabio.massa@affaritaliani.it

 

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