Milano
Il tribunale di Milano impone a Glovo di tutelare i rider dal caldo estremo
La causa nata dal ricorso di un sindacalista a Palermo gestita dai giudici milanesi: Glovo deve confrontarsi con le sigle sulla sicurezza dei rider legata ai rischi climatici

Il tribunale di Milano impone a Glovo di tutelare i rider dal caldo estremo
Per la prima volta in Italia, un tribunale impone a una società di delivery l’obbligo di avviare un confronto preventivo con i rappresentanti dei lavoratori sulla sicurezza nei confronti dei rischi climatici. Con un provvedimento senza precedenti, il Tribunale del Lavoro di Milano ha ordinato alla Foodinho srl, società controllata da Glovo, di aprire un dialogo immediato con il Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza territoriale (Rlst) di Palermo e Trapani, in merito ai pericoli per la salute e la sicurezza dei rider durante le ondate di calore.
Il giudice ha sottolineato la necessità di aggiornare il Documento di Valutazione dei Rischi (DVR), includendo elementi finora troppo spesso trascurati: età, genere, gravidanza o maternità, origine geografica e tipologia contrattuale dei lavoratori coinvolti.
La causa è nata dal ricorso presentato da Riccardo Vittorio Marotta, Rlst della Filcams Cgil per il comparto commercio di Palermo e Trapani. A difenderlo l’avvocato Carlo De Marchis. La competenza del Tribunale di Milano è legata alla sede legale della società, nel capoluogo lombardo.
Il caldo estremo e la salute dei rider
Il giudice ha motivato il provvedimento con “l’urgenza del provvedere, in considerazione del particolare rischio climatico e ambientale” e delle temperature estreme registrate in questi mesi, che risultano “particolarmente impattanti in senso negativo sulla salute e sicurezza dei rider”.
Nel dispositivo, il tribunale impone anche misure concrete di protezione per i ciclofattorini: Glovo dovrà fornire dispositivi di protezione individuale, abbigliamento idoneo, idratazione adeguata, creme solari e sali minerali. Una decisione che segna un precedente importante per il riconoscimento dei diritti e della tutela della salute dei lavoratori della gig economy.
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