Inchiesta Expo: Sala, amareggiato ma non si sente a rischio
Il sindaco sulla questione dichiara: "Anche in caso di condanna siamo molto lontani dall'applicazione della legge Severino"
Inchiesta Expo: Sala, amareggiato ma non si sente a rischio
Beppe Sala non e' preoccupato dall'inchiesta Expo e non si sente 'a rischio', neanche in caso di condanna. Lo ha ribadito a New York, tappa della sua visita negli Stati Uniti per incontrare investitori e esponenti politici. "Sono piu' amareggiato che preoccupato - spiega - perche', dal punto di vista politico, anche in caso di condanna siamo molto lontani dall'applicazione della legge Severino. Si parla solo di un documento retrodatato in un lavoro durato cinque anni".
"Sono amareggiato - riprende - perche' penso di aver fatto un mezzo miracolo in Expo. Ho lavorato anche da solo per molto tempo, per cui mi duole. Rimane il fatto che a chi fa una scelta di vita come la mia, queste cose possono accadere. Sono fiducioso, vediamo". Agli investitori americani, Sala manda un messaggio: "L'Italia e' un Paese che spinge, un mercato di sessanta milioni di abitanti. E' un mercato interessante, a loro dico: se dovete venire in Italia, venite a Milano". Ribadita anche la fiducia nella possibilita' di ospitare le Olimpiadi invernali 2026: "Da un sondaggio, non nostro, risulta che l'87 per cento dei milanesi e' favorevole. A Stoccolma, l'altra candidata, solo il 51 per cento e' favorevole". Il sindaco del capoluogo lombardo conferma poi la sua indisponibilita' a candidarsi per guidare la sinistra a livello nazionale, anche nel caso di crisi di governo in autunno: "La sinistra deve mettersi tranquilla e fare proposte - osserva - vedo che Nicola Zingaretti comincia a farle, ma ora non e' il momento di scendere a livello nazionale, mi devo prima consolidare come figura pubblica". Tra i vari punti che Sala ha portato nei suoi incontri istituzionali (ma non con la Speaker della Camera, Nancy Pelosi, perche' l'incontro e' saltato), c'e' la questione ambientale, con la nuova sfida di Milano di aprire l'area B per chiudere la citta' al traffico. "Ma serve che anche il governo affronti la questione ambientale a livello nazionale".
Sul tema dell'immigrazione, invece, Sala e' convinto che il modello da seguire sia la sua citta': "Lo dicono i numeri che il modello Milano funziona: in Italia abbiamo il 9 per cento di immigrazione, a Milano e' il 19 per cento e funziona. E' un modello perche' accetta la sfida, non e' semplicissimo integrare pero' e' l'unica via se si crede che si prospera aprendosi a livello internazionale". "Ora - rilancia - e' evidente che sia cosi' per Milano, ma siamo sicuri che non debba essere cosi' anche per il nostro Paese? La cosa che piu' temo di questo governo e del momento politico e' questa visione autarchica che, secondo me, e' un disastro assoluto per il nostro Paese".
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