Milano
Inchiesta Milano, così si muoveva la rete occulta di Marinoni: "Pgt ombra e alte parcelle"
Il progetto “Nodi e Porte Metropolitane Milano 2050”, ideato da Giuseppe Marinoni mirava a sfruttare ampie aree con il meccanismo del Partenariato Pubblico-Privato e fittizi obiettivi sociali. La Commissione Paesaggio da organo consultivo a strumento di

Il Pirellino di Milano
Secondo la Procura di Milano esisteva un "Pgt ombra" gestito da una rete occulta tra istituzioni e operatori privati. Al centro della maxi inchiesta sull'urbanistica, i progetti dei Nove Nodi o "Porte Metropolitane", il restyling del Pirellino e il Villaggio Olimpico. Giuseppe Marinoni, Giancarlo Tancredi e altri professionisti avrebbero favorito operazioni speculative aggirando le procedure pubbliche grazie a pareri pilotati e al falso patrocinio del Comune.
Milano, un Pgt ombra fuori dalle regole
Una rete "occulta e solidale", composta da pubblici funzionari, professionisti e operatori del mercato immobiliare, avrebbe guidato negli ultimi anni una strategia urbanistica parallela all’interno del Comune di Milano. Questo è il cuore dell’indagine della Procura che scuote Palazzo Marino: al centro, l’ipotesi di un “Pgt ombra” ideato e attuato da Giuseppe Marinoni, presidente della Commissione Paesaggio, con il sostegno dell’assessore Giancarlo Tancredi, per favorire gli interessi di investitori privati in cambio di incarichi professionali e parcelle elevate.
Lo scambio di battute in una chat del dicembre 2023 intercettata dalla Guardia di Finanza è emblematico: “Stiamo attuando un Pgt ombra”, scrive Marinoni all’architetto Federico Pella della società J+S. “E con alte parcelle”, aggiunge. Il riferimento diretto è allo studio “Nodi e Porte Metropolitane Milano 2050”, un progetto urbanistico di ridefinizione di vaste aree cittadine, presentato come iniziativa di interesse pubblico ma sviluppato in realtà dallo studio privato di Marinoni e patrocinato “gratuitamente” dal Comune.
LEGGI ANCHE: INCHIESTA MILANO, LE CHAT DI BOERI: "CI BOCCIATE TUTTO, SIETE COME LA JUVE"
Le Porte Metropolitane come leva per la speculazione: le nove aree e il meccanismo del Partenariato
I “nodi” in questione – Cascina Gobba, San Donato, Baggio-Bisceglie, Nodo Nord Ovest (Fiorenza), Famagosta, Linate, Opera, Assago, Figino-Molino Dorino – sono aree strategiche di connessione tra Milano e l’hinterland, già individuate nel Pgt del 2019. Tuttavia, secondo la Procura, mancavano regole chiare su densità edilizia e morfologia urbana, offrendo così il pretesto ideale per operazioni di vasta speculazione. Il piano elaborato da Marinoni mirava a sfruttare tali aree attraverso il meccanismo del Partenariato Pubblico-Privato (Ppp), giustificando i progetti con finti obiettivi sociali, come l’edilizia residenziale pubblica o convenzionata.
Gli incentivi e i bonus volumetrici sarebbero stati negoziati direttamente con i grandi operatori immobiliari, tra cui Redo Sgr, Unipol, Lendlease, Hines, Coima e altri. Il tutto aggirando le procedure pubbliche grazie alla compiacenza della Commissione Paesaggio e degli uffici comunali, “motivati” da Tancredi ad approvare altezze e densità fuori scala.
Il doppio ruolo di Marinoni: pubblico ufficiale e professionista
Marinoni, nella sua “doppia veste” di pubblico ufficiale e titolare di studio privato, contrattava direttamente con gli investitori su volumi, destinazioni d’uso, servizi, oneri. Le sue decisioni influenzavano i pareri della Commissione da lui stesso presieduta. Secondo i pm, l’ex presidente ha ricevuto incarichi da soggetti i cui progetti erano al vaglio della commissione: J+S spa, Rete Ferroviaria Italiana e Coima Sgr, la società di Manfredi Catella.
Tancredi, da parte sua, avrebbe supportato la strategia, partecipando alle trattative negli uffici comunali e promuovendo nel gennaio 2023 una delibera di Giunta che conferiva allo studio Marinoni il patrocinio al progetto “Milano 2050”. La stessa delibera è ora considerata uno degli strumenti chiave con cui si sarebbe legittimata l’azione parallela, consentendo al gruppo di operare "su tavoli non istituzionali".
La Commissione Paesaggio: da organo consultivo a strumento di potere
La Commissione Paesaggio, formalmente organo consultivo, secondo la Procura avrebbe assunto un ruolo centrale nella deformazione del sistema urbanistico milanese. Creata per volontà dell’assessore Tancredi e sostenuta politicamente dal sindaco Giuseppe Sala (indagato per falso), avrebbe permesso di evitare il passaggio in Consiglio comunale – incerto e più controllato – rilasciando pareri vincolanti e accelerando i processi decisionali. Diversi membri della Commissione, tra cui Alessandro Scandurra, avrebbero operato in conflitto di interessi. Scandurra, ad esempio, intratteneva rapporti professionali con soggetti direttamente interessati alle pratiche edilizie valutate, come Coima Sgr e Kryalos.
Quali sono i grandi progetti sotto la lente
Tra i dossier finiti nel mirino della magistratura c’è il restyling del Pirellino in via Melchiorre Gioia, il Villaggio Olimpico di Porta Romana, il caso dell’area ex Expo (Cascina Merlata) e le vicende legate alla vendita dello stadio Meazza e alla proposta di nuovo impianto sportivo. Progetti milionari che avrebbero beneficiato di procedure “alleggerite” e pareri favorevoli costruiti ad hoc.
Particolarmente significativo il caso del Pirellino: acquisito da Coima per 194 milioni nel 2019, è al centro di una semplificazione progettuale sospetta. I cantieri sono fermi da mesi e la Procura ha chiesto i domiciliari per Catella. Quanto al Villaggio Olimpico, il più grande studentato d’Italia dovrebbe essere pronto per il 2026, ma le modalità della sua approvazione e le trattative dietro le quinte sono ora sotto esame.
Marinoni a caccia di nodi urbanistici per avviare "massicce speculazioni" già dal 2017
Come riporta Ansa, almeno dal 2017 Marinoni operava anche con viaggi all'estero "alla ricerca di Nodi da studiare urbanisticamente, individuando luoghi e rintracciando soggetti interessati a concludere accordi e a cui vendere i masterplan" per "avviare massicce speculazioni edilizie". Emerge dagli atti dei pm e da alcune chat di 8 anni fa. Per i pm "impressiona l'analogia con la vicenda milanese". "Bisogna trovare aree vicine a grandi città in prossimità degli svincoli delle autostrade", scriveva il 9 luglio 2017 l'architetto Paolo Colombo, con base in Svizzera e tra gli oltre 70 indagati della maxi indagine, a Marinoni, aggiungendo: "porta a casa il masterplan".
Per i pm è "assolutamente palese" che dal 2017 almeno Marinoni si muoveva con Colombo "collaborando con lui, col mettergli a disposizione la sua specializzazione di pianificatore di Nodi". Impressiona, per i pm Petruzzella, Filippini e Clerici, "l'analogia con la vicenda milanese dello studio dei Nodi per cui l'assessore Tancredi", per il quale i pm hanno chiesto i domiciliari, "faceva ottenere a Marinoni il patrocinio della giunta", su proposta, secondo la Procura, anche del sindaco Sala. Marinoni, in un contesto di "corruzione sistemica", secondo gli inquirenti, avrebbe messo "a disposizione totale" la sua funzione per gli interessi di Colombo. Gli investigatori del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf hanno trovato anche un "contratto" tra i due del 28 giugno 2024 per uno "scambio di informazioni riservate" finalizzato "alla valutazione di opportunità di collaborazione su vari progetti". I due già da 8 anni puntavano alle "trasformazioni urbanistiche" anche in Azerbaijan e negli Emirati Arabi.
LEGGI TUTTE LE NOTIZIE DELLA SEZIONE MILANO