Milano
Le non visite del Papa a Milano. Viaggio lampo senza... Cattolica
Il Papa viene a Milano, ma si tratta di un viaggio a tappe forzate
Di Domenico Cameccia
Il Papa va a Milano, ma la visita è molto poco mondana. Basta vedere l’itinerario e tutto il programma della visita che si terrà il 25 marzo prossimo per rendersi conto di come si tratti di un viaggio a tappe forzate. Atterrato alle 8 del mattino a Linate, alle 8.30 visiterà il quartiere Forlanini – Case bianche, incontrando due famiglie nei rispettivi appartamenti, i residenti, i rappresentanti di famiglie rom, islamici, immigrati e abitanti del quartiere. Tempo totale: 90 minuti esatti, nei quali bisogna includere la corsa in auto da Linate al Duomo dove alle 10 incontrerà sacerdoti e consacrati. Qui sono previste: “Risposte ad alcune domande rivolte dai sacerdoti”. Meno di un’ora, perché alle 11 ci sono Angelus e benedizione sul sagrato del Duomo, poi un trasferimento a San Vittore per le ore 11.30. Ancora 60 minuti per un pranzo con 100 detenuti al Terzo Raggio (ore 12.30). Papa Francesco mangerà con l’orologio davanti agli occhi perché alle 13.45 è previsto il trasferimento in auto al Parco di Monza, dove la Messa è prevista per le 15, seguita dal ringraziamento dell’arcivescovo di Milano Angelo Scola.
Non è ancora finita: alle 16.40 un trasferimento in auto da Monza a San Siro: tempo previsto di un’ora per l’incontro con i ragazzi cresimati allo stadio. Qui, in un tempo acceleratissimo, sono previste: “Risposte ad alcune domande di un cresimato, di un genitore e di un catechista”, per il congedo e decollo dall’aeroporto di Linate alle 18.30. Provate a pensare quanto tempo potrà durare l’incontro di San Siro e quanto tempo ci voglia – sia pure con l’aiuto della Polizia Stradale a sgombrare il percorso – ad andare in macchina da San Siro fino a Linate, cioè all’altro estremo di Milano. Molto poco.
Giovanni Paolo II venne pellegrino a Milano, 500 anni dopo l’ultimo Papa, Martino V, recatosi a pregare in Duomo nel 1418, nel maggio 1983. E per tre giorni, per giunta, dal momento che Milano aveva allora in corso il Congresso Eucaristico nazionale. Karol Wojtyla venne accolto a Piazza Cinque Giornate sotto la pioggia dall’allora sindaco Carlo Tognoli e dall’allora premier Amintore Fanfani che annunciò anche la conclusione prossima del Concordato (venne infatti firmato l’anno dopo dal successore di Fanfani, Bettino Craxi). Visitò Monza, incontrò i brianzoli, entrò alla Scala dove Riccardo Muti gli dedicò un concerto sulle note di Giuseppe Verdi. E tra le visite, che Francesco non ha considerato, ne fece anche una all’ateneo dei cattolici italiani, ossia l’Università Cattolica del Sacro Cuore, che a Milano ha sede. D’accordo, l’anno scorso una delegazione della Cattolica guidata dal Rettore, professor Franco Anelli, ha raggiunto San Pietro in pellegrinaggio. Ma una visita alla Sede principale della Cattolica davvero non si poteva programmare?













