Milano
Leoncavallo, lo Stato chiede tre milioni di risarcimento alla presidente delle Mamme Antifasciste
Il 15 luglio fissato il nuovo sgombero per il centro sociale milanese. Nel frattempo, lo Stato si rivale sull'associazione Mamme Antifasciste del Leoncavallo per il risarcimento riconosciuto alla famiglia Cabassi proprietaria dell'area

Il Leoncavallo di Milano
Leoncavallo di Milano: il 15 luglio il nuovo sgombero
La nuova data per lo sfratto è fissata al 15 luglio. Ma il Leoncavallo di Milano si prepara alla mobilitazione. Con un presidio organizzato per il giorno stesso. Così sui profili social dello storico centro sociale milanese: "Si avvicina il 15 Luglio, aumenta la pressione sullo sfratto, ma una soluzione politica non c'è. Governo, Prefettura e Questura - hanno spiegato - vogliono lo sfratto e lo vogliono in tempi rapidi. Il Comune si dice disponibile ad agevolare un passaggio verso un'altra sede, ma San Dionigi è un orizzonte lontano, attualmente inabitabile, molto, troppo amianto per i tempi dati".
La richiesta di risarcimento da tre milioni di euro
L'elemento che cambia le carte in tavola e aggiunge pressione è la richiesta dello Stato di avere tre milioni di euro di risarcimento dalla presidente dell'associazione Mamme Antifasciste del Leoncavallo Marina Boer. Si tratta della cifra che lo Stato ha già dovuto risarcire all'immobiliare Orologio della famiglia Cabassi per il mancato sgombero dell'area. I tre milioni, evidentemente, non sono nella disponibilità di Marina Boer e dell'associazione: "Inutile dire che la difenderemo con ogni mezzo necessario", spiega il centro sociale.
LEGGI TUTTE LE NOTIZIE DELLA SEZIONE MILANO