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Lombardia: reggono export e occupazione. Caro energia, incertezze sul 2023
Assolombarda

Lombardia: reggono export e occupazione, il caro energia aumenta l’incertezza per il 2023

La tenuta, oltre le attese, dell’economia lombarda fino a settembre è confermata dalle esportazioni regionali che, nel terzo trimestre, aumentano in modo sostenuto su base annua, pur con un tasso inferiore rispetto ai periodi precedenti. Nello stesso trimestre, migliora ancora anche il mercato del lavoro, ma non viene meno il divario in tema di occupazione rispetto al periodo pre-Covid. Sono queste le prime evidenze emerse nel Booklet “Economia” curato dal Centro Studi di Assolombarda, che si concentra anche sulle performance degli ultimi tre mesi. Pesano ancora il tema del caro energia e degli aumenti del gas, che saranno due punti trattati nel corso del Consiglio generale di Assolombarda di oggi pomeriggio, alla presenza del presidente dell’Autorità dell’Energia, Stefano Besseghini.

Assolombarda: si rafforzano i segnali di indebolimento del ciclo economico

Per il trimestre in corso, invece, si rafforzano i segnali di indebolimento del ciclo economico, con gli ordinativi del manifatturiero che a novembre continuano a flettere per il quinto mese consecutivo. Tuttavia, nell’ultimo mese le aspettative a breve termine di produzione tornano ad aumentare, sebbene su livelli medi decisamente più contenuti rispetto alla prima metà del 2022. Anche nel settore dei servizi si osserva la stessa dinamica con riferimento alla domanda: è stato rilevato un peggioramento nella situazione corrente ma, al contempo, un miglioramento nelle attese. 

La vera certezza è l’incertezza, soprattutto nell’industria. Più nel dettaglio, le indagini di novembre in Lombardia e nel Nord Ovest rilevano un ulteriore peggioramento dei giudizi sulla domanda nel manifatturiero che ormai dall’estate si aggira sui minimi da inizio 2021, con una flessione della componente sia interna sia, soprattutto, estera. Inoltre, le giacenze di prodotti finiti nei magazzini continuano ad accumularsi. In senso inverso, le aspettative di produzione tornano ad aumentare dopo tre mesi, determinando così un lieve miglioramento dell’indice sintetico di fiducia.

Imprese, la fiducia rimane sia in Italia che nei principali Paesi europei

Nonostante ciò, la fiducia rimane sia nel Nord Ovest e in Italia sia nei principali paesi europei intorno ai punti più bassi da fine 2020 a inizio 2021. Tra gli operatori industriali, più ancora che tra quelli dei servizi alle imprese e dell’ICT, prevale una diffusa e marcata difficoltà nel prevedere l'andamento futuro degli affari della propria impresa, con un indice di incertezza rilevato da Istat a livello nazionale che, a novembre, si posiziona solo di poco al di sotto dei livelli elevatissimi registrati allo scoppio della guerra in Ucraina. Tra i fattori di maggiore volatilità e rischio in prospettiva, si segnala il rialzo in corso nelle quotazioni del gas: dopo l’autunno mite e la marcata riduzione registrata tra inizio settembre e metà novembre, nelle ultime settimane il gas europeo è di nuovo in salita, riguadagna un +40% rispetto al minimo del mese scorso (97,9 €/MWh l’11/11/22) e torna su livelli oltre 12 volte rispetto al pre-Covid (137,5 €/MWh il 13/12/22, a confronto con gli 11,2 €/MWh medi di gennaio 2020).

Esportazioni: in Lombardia continua la crescita su base annua

Per quanto riguarda le esportazioni, in Lombardia la crescita su base annua nel terzo trimestre decelera rispetto alla prima metà dell’anno ma rimane molto sostenuta (+18,5% su base annua), riflettendo una buona tenuta competitiva sui mercati esteri ma anche il rialzo dei prezzi di vendita, che incorporano quotazioni straordinarie di molte materie prime industriali. Nel complesso dei primi nove mesi del 2022, il bilancio preconsuntivo per le imprese lombarde è di vendite estere record pari a 120 miliardi di euro, in aumento del +20,5% rispetto al 2021 (+27% rispetto al 2019): risultato sostanzialmente in linea con l’Italia (+21,2%), ma superiore alle principali regioni benchmark nazionali (+16,9% Emilia-Romagna, +17,5% Veneto, +18,1% Piemonte) ed europee (+12,5% Bayern, +15% Auvergne Rhône-Alpes, +17,3% Cataluña). In Lombardia i settori che più contribuiscono alla performance tra gennaio e settembre sono: elettronica (+28,8% tendenziale), metalli (+27,7%), chimica (+22,6%) e moda (+26%).

L’automotive è l’unico comparto con il segno meno (-1,5%). Tra i mercati di destinazione, la crescita è generalizzata: +23,7% l’export verso l’Ue (in particolare, +28,4% Spagna, +24,1% Germania) e +18,9% verso l’extra Ue (in particolare, +37,5% Stati Uniti, +33,2% Svizzera). Nel mercato del lavoro lombardo, inoltre, si contano 52 mila occupati in più nel terzo trimestre 2022 rispetto al 2021 e, in parallelo, diminuiscono ulteriormente i disoccupati (-33 mila) e gli inattivi (-25 mila).

Imprese: deficit persistente rispetto alla situazione pre-Covid

A questo quadro di progressiva ripresa si affianca un deficit persistente rispetto alla situazione pre-Covid: a confronto con il 3° trimestre 2019, il bilancio è ancora di -20 mila occupati e, sebbene risultino -19 mila disoccupati, ci sono ancora +27 mila inattivi. Inoltre, più di recente, tornano a crescere le ore di cassa integrazione autorizzate in regione, a circa 8 milioni nel mese di ottobre, il 28% in più rispetto a settembre. I dati a consuntivo per il terzo trimestre 2022 certificano a Milano una progressione ancora sostenuta della produzione manifatturiera (+6,1% tendenziale, più del +4,8% lombardo) e dell’export (+24,7%). L’attività dell’industria milanese si porta, così, oltre i livelli pre-pandemici del +11,4% (in linea con la media lombarda) e l’export sale al massimo di 41 miliardi di euro nel complesso nei primi nove mesi dell’anno, con un aumento del +23,1% rispetto al 2021 (superiore al +20,5% regionale).

Tra i settori più dinamici emergono per contributo: metalli (+31,9% l’export a gennaio-settembre), moda (+26,5%), apparecchi elettrici (+20,8%), chimica (+20,7%), farmaceutica (+14,8%), ma anche prodotti petroliferi in exploit nei mesi estivi. Per contro, flette l’automotive (-9,6%). Nel 2022, si attende una crescita del PIL di Milano del +4,8%, più della media lombarda (+3,9%), recuperando pienamente la recessione pandemica e attestandosi alla fine dell’anno a +2,9% rispetto al 2019 (+1,8% la regione). Anche l’occupazione torna in linea con i livelli pre-Covid (+0,1%). Per il 2023 le stime sono invece ribassate, +0,8% l’incremento atteso del PIL metropolitano, comunque superiore al +0,3% regionale grazie a una maggiore tenuta dei servizi e a una più contenuta flessione dell’industria.

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