Mafia, verso il crac la società di sicurezza del Tribunale di Milano
L'amministratore giudiziario del gruppo Securpolice ha chiesto il fallimento della società che per anni ha gestito la sicurezza del Tribunale di Milano
Mafia: verso il crac societa' sicurezza Tribunale Milano
L'amministratore giudiziario del gruppo Securpolice ha chiesto il fallimento della societa' che per anni ha gestito la sicurezza del Tribunale di Milano prima che ne venissero arrestati i due titolari - i fratelli Alessandro e Nicola Fazio - per presunti legami con la mafia. Stamattina, alcuni lavoratori del gruppo che comprende 5 societa' ed e' stato commissariato nell'ambito dell'indagine della Dda si sono riuniti in un presidio davanti al Palazzo di Giustizia. "C'e' stato prospettata la possibilita' di un loro ricollocamento in altre societa' di sicurezza - ha spiegato Giovanni Cippo, sindacalista del Cub - ma sono solo parole, per ora non abbiamo garanzie. Sono tutte guardie non armate, pagate 7, massimo 800 euro al mese e che da aprile non ricevono piu' lo stipendio".
Cippo ha aggiunto di aver parlato al telefono con l'amministratore giudiziario Alessandro Sabatino il quale gli ha preannunciato che nel giro di una decina di giorni portera' i libri in Tribunale per la richiesta di fallimento. Stando a fonti giudiziarie, il fallimento e' inevitabile perche' il gruppo sopravviveva soltanto perche' gli ex titolari evadevano sistematicamente l'Iva e non pagavano i contributi previdenziali dei propri dipendenti. Col commissariamento e il 'rientro' nella legalita', la situazione e' diventata insostenibile. Fonti del Tribunale garantiscono che gli stipendi verranno versati tutti e fino all'ultimo giorno di lavoro, anche se con l'avvio delle procedure di fallimento i tempi di pagamento sono destinati ad allungarsi. Per il momento, chiariscono le stesse fonti, una decina della quarantina di ex lavoratori di Securpolice e' stata ricollocata in altre societa' di sicurezza privata.